Lipu Onlus, natura, uccellie animali selvatici in Italia
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Giovedì, 16 Novembre 2017 23:34

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Con la tua donazione stai contribuendo a curare gli animali che in questo momento sono ospiti dei Centri Recupero Lipu.
Vogliamo mostrarti il momento più emozionante del nostro lavoro. Clicca su play, alza il volume e goditi questi 30 secondi, quello che vedrai è anche merito tuo.

Benefici fiscali

Ti ricordiamo che la Lipu è una Onlus pertanto ogni donazione:

  • è deducibile per le persone fisiche, le imprese e le società nella misura non superiore al 10% del reddito dichiarato fino ad un massimo di € 70.000 (art. 35/2005).
  • È detraibile per le persone fisiche nella misura del 19% dell’importo fino a un massimo di 2.065,83 € (art. 15 i-bis DPR 917/86). Dall’anno 2013 la detrazione dell’imposta lorda è pari al 24% e, a decorrere dall’anno 2014, sarà pari al 26% della donazione effettuata.
  • È deducibile per le imprese o società nella misura non superiore al 2% del reddito dichiarato oppure un importo massimo di 2.065,83 € del reddito d’impresa (art. 100 h DPR 917/86).

ATTENZIONE. Per usufruire delle detrazioni è necessario conservare l'estratto conto per donazioni con carta di credito, assegno, bonifico o domiciliazione bancaria oppure la ricevuta di versamento per donazioni con conto corrente postale.

Mercoledì, 06 Settembre 2017 16:10 Scritto da

Conoscere la natura, immergersi nella sua bellezza, riconoscere gli uccelli, saperne di più sulla loro vita e i loro habitat, è il primo passo per amare il loro, il nostro mondo.

Regala una sorpresa in più a qualcuno che amiPuoi regalare a te o a una persona che ami l’emozione più bella per chi ama la natura, l'iscrizione alla Lipu.

È semplice, scegli il tesseramento che preferisci. Con una donazione aggiuntiva a partire da 30 € puoi ricevere il libro "Conoscerli, proteggerli", un viaggio affascinante nel mondo degli uccelli.

Se vuoi iscrivere chi ami alla Lipu, scarica e stampa questo buono come testimonianza del tuo regalo.

SCARICA IL BUONO COME PROMESSA DEL TUO REGALO

Un mondo bellissimo e delicato, oggi più che mai da conservare e proteggere. Iscrivendoti alla Lipu non solo potrai contribuire a difendere la natura ma avrai la possibilità di approfondire la conoscenza di 250 specie che nidificano in Italia.

Come stanno le rondini, le cicogne, i falchi e gli aironi? Scoprilo leggendo “Conoscerli, proteggerli”, un nuovo, affascinante libro, frutto di dieci anni di studio e del lavoro di esperti ornitologi Lipu. Unica nel suo genere, quest’opera di 448 pagine ci presenta, con bellissime foto o disegni, ogni singola specie, non solo descrivendone le caratteristiche ma anche parlandoci del suo stato di salute: Chi è? Come sta? Come possiamo aiutarla? Questo schema, semplice quanto efficace, ci descrive in maniera immediata lo stato di conservazione dell’avifauna italiana e, di conseguenza, dell’ambiente naturale in cui viviamo.

Un ambiente che possiamo salvare insieme ai Soci Lipu e ai tanti sostenitori che in oltre 50 anni di storia ci hanno permesso di diffondere la cultura ecologica, contribuire all’approvazione delle grandi leggi a protezione della natura, difendere le specie dalle tante minacce a loro carico. In tutta Italia operiamo con oltre 1000 volontari e strutture locali come Oasi di protezione ambientale e Centri recupero per la fauna ferita o in difficoltà.

Se desideri scegliere un regalo dal valore inaspettato, iscrivi un tuo amico o familiare alla Lipu. Riceverà la sua tessera personale, il trimestrale Ali (o Ali junior), con splendide foto e notizie dal mondo della natura, l’adesivo della Lipu e tutte le comunicazioni che gli parleranno delle attività dell’Associazione.

È un bimbo?  Con il pacchetto di benvenuto riceverà la nuovissima guida “Insieme, in natura!”, 48 pagine dedicate ai bambini e alle loro famiglie per imparare, giocando, a conoscere l'ambiente circostante e quali animali e insetti vivono attorno a noi. Il volumetto suggerisce tante idee di giochi all'aria aperta per bambini e ragazzi, come esplorare la natura con uno specchio, creare un fortino con rami e foglie, imparare a riconoscere le tracce degli animali.

Vuoi iscrivere la tua classe?  Se vuoi tesserare la tua classe scolastica, tutti i bambini contribuiranno a sostenere la Lipu, ricevendo la propria tessera personale e altri materiali in esclusiva per aiutare l'insegnante a programmare delle divertenti attività ludiche da fare in classe, per scoprire tutti insieme l'emozione della natura.

È un amante del mondo degli uccelli e vuole saperne sempre di più?  Iscrivendolo con il contributo speciale a partire da 55 euro (iscrizione+donazione) riceverà l’esclusiva pubblicazione Conoscerli, proteggerli, 448 pagine con foto, schede e approfondimenti, per comprendere come stanno gli uccelli in Italia e cosa è possibile fare per aiutarli.

 

COME REGALARE L’ISCRIZIONE ALLA LIPU

Inserisci i dati del beneficiario del tuo regalo nel form sottostante. Scegli la formula associativa che preferisci, e decidi se vuoi ricevere i materiali nel più breve tempo possibile (entro 10 giorni circa con corriere) aggiungendo 5 euro al tuo contributo. In alternativa i materiali saranno inviati con tariffa postale e le tempistiche di recapito possono variare da zona a zona. (In media 20/30 giorni).

In attesa che arrivi il regalo scarica e invia (o stampa) il buono che trovi qui.
Attenzione: per l’iscrizione con Conoscerli, proteggerli è possibile selezionare solo l’invio con corriere.

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Modalità di spedizione e Pagamento

I materiali verranno inviati per posta entro un mese dalla data dell’iscrizione.  Per un invio più veloce e tracciabile è possibile richiedere la spedizione con corriere, che arriverà entro 10 giorni. La spedizione con corriere è obbligatoria per chi richiede il volume Conoscerli, proteggerli.

Per completare l'operazione clicca su CONFERMA. Potrebbero passare anche alcuni minuti a causa del traffico sul server. Non chiudere la pagina, grazie!

In foto: Cincia mora, di Simona Tedesco

 

 

Il rumore dei calabroni, il ronzio, per me è una musica. E’ sempre stata una musica, è bellissimo ascoltarli.

Sono sempre stata una bambina diversa, ho sempre avuto una sensibilità speciale per gli animali. Dagli uccellini caduti dai nidi, raccolti e allevati, le rane, i gatti. Tutto mi chiamava. Sono nata così, sono sempre stata così.

Ero spesso sola, ma gli animali hanno riempito la mia vita di ricordi bellissimi. Tornavo da scuola, a piedi (allora i bambini andavano e tornavano da scuola da soli, non avevano bisogno di essere accompagnati) e c’erano dei giardinetti, ero piccola, ero alle elementari, settant’anni fa. Abitavo in centro, a Milano, eppure tutto intorno a casa mia c’erano dei prati e io trovavo sempre qualcosa. A volte portavo a casa una rana, ma mia mamma non voleva, me la faceva sparire. Quando d’estate mi mandavano in colonia raccoglievo anche le cavallette e le lumache. Le portavo nel dormitorio, le lumache si arrampicavano sui muri e le suore me ne dicevano di tutti i colori.

Ricordo ancora quando i vicini mi hanno detto che una gattina era stata buttata dal balcone. Nel mio quartiere sapevano di questo mio amore per gli animali, così mi hanno subito avvertita. Sono corsa a prenderla, l’ho portata a casa. Mia madre mi ha detto Proviamo a tenerla per una notte. La gattina non aveva subito traumi e la mamma mi ha permesso di tenerla con noi. E’ stata un’emozione indescrivibile, poter finalmente tenere un gatto per me era tutto. Mi riempiva la vita. Da quel giorno ho sempre avuto dei gatti a farmi compagnia. Oggi ho una gatta, la Minou che oramai ha una certa età, e meno male che ho lei.

Così come la passione per gli animali ho la passione per la natura, tutto è collegato. Con le piante del mio balcone ci parlo e le accarezzo, le curo, le sento. Forse è per questo che sono così belle. A me basta guardare una pianta e sento subito se ha bisogno di qualcosa. Oggi vado poco in giro (ci vedo poco e non riesco a distinguere i volti) ma se passa un gatto lo vedo, se passa un cane lo vedo. Ero crocerossina, questo spirito di aiutare ce l’ho proprio dentro, è nel mio DNA di occuparmi di chi ha problemi, gli animali, le piante, le persone. Una vita costellata di animali raccolti e portati con me, non sopporto di vederli soffrire. Tutti quelli che amano gli animali hanno sicuramente storie simili da raccontare, perché se ami gli animali non puoi rimanere indifferente.

Penso che se i bambini e i ragazzi di oggi avessero più ricordi di natura e di animali la mentalità potrebbe cambiare.

Perché lo so, non tutti nascono con un’empatia come la mia, ma l’amore per gli animali e la natura se lo si insegna, a partire dalla scuola, si può imparare. Bisogna insistere perché i bambini assorbono tutto, sono molto attenti, molto più di quanto la gente pensa. Bisogna agire molto in questo senso, parlarne, divulgare e allora si sensibilizzano le persone.

Da tempo penso a come potrò aiutare gli animali quando non ci sarò più. All’inizio ero un po’ perplessa. Conosco gli esseri umani e so che non ci si può fidare di tutti. Poi ho conosciuto la Lipu e mi sto informando sui loro progetti. Se i soldi sono spesi bene, se le associazioni agiscono per proteggere gli animali, evitare sofferenze inutili e cambiare le leggi balorde: allora ben venga e credo che sia giusto destinarli a queste finalità. La natura e gli animali hanno significato tanto nella mia vita e voglio che anche quando non ci sarò più in qualche modo continuerò ad aiutarli.

La cosa che spero di più è che in futuro gli animali, tutti gli animali, saranno trattati meglio perché oggi ci sono tante cose di come gli uomini trattano gli animali che mi angosciano e ci penso ogni giorno. Se usiamo bene i nostri sentimenti, se li diffondiamo, ci saranno sempre più persone che riflettono sulle conseguenze delle loro azioni, ci sarà più attenzione e rispetto per gli animali.

Questa storia ti tocca da vicino?

Se la storia di Angela ti ha toccato il cuore e, come lei, vuoi valutare la possibilità di fare una scelta importante come una grande donazione o un lascito testamentario in favore di animali e natura, parlane con noi. Risponderemo alle tue domande su lasciti e grandi donazioni.

Puoi scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare il numero 0521 1910711, nella massima riservatezza. Oppure chiedi di essere ricontattato o scarica l'opuscolo informativo compilando il modulo qui sotto:

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Lunedì, 19 Giugno 2017 12:58

Buona fortuna, gheppio migratore

Ogni anno il viaggio degli uccelli migratori è minacciato dai fucili dei bracconieri. Questa è la storia di un gheppio pronto per raggiungere l’Africa e del suo volo interrotto da un boato improvviso

È la mattina del 31 marzo. Un bellissimo gheppio volteggia nel cielo della campagna toscana quando viene colpito da un colpo d’arma da fuoco che gli frattura l’omero dell’ala destra. Ora è a terra, si agita scomposto. Finché ne hanno la forza, questi uccelli feriti cercano riparo, si nascondono, si mettono al sicuro da ulteriori minacce. Ma nascondersi vuol dire anche rischiare di non essere curati. Per fortuna il gheppio viene trovato e portato subito al Centro di Recupero Uccelli Marini e Acquatici di Livorno.

Il CRUMA è un vero e proprio ospedale per animali dove ogni giorno vengono consegnati numerosi uccelli che hanno bisogno di cure: “Durante la stagione della caccia ci vengono portati quotidianamente rapaci feriti, più o meno gravi”, racconta Nicola, uno dei responsabili del Centro. “Anche se queste specie sono chiaramente non cacciabili in Italia, l’80% di loro è condotto qui per ferite da arma da fuoco”. Il problema è il bracconaggio: molti approfittano degli stormi che migrano in primavera per fare incetta di volatili, sparando senza riserve.

 

L’operazione per rimettere in sesto il gheppio può iniziare subito. A volte, gli animali che vengono trovati molto tempo dopo l’incidente sono talmente disidratati oppure hanno infezioni talmente vaste da rendere impossibile un intervento immediato. Invece il gheppio è fortunato: la ferita è fresca, l’operazione è delicata ma ha successo e può subito iniziare la terapia farmacologica e poi il lungo percorso di recupero all’interno di apposite voliere.

Sono passati un paio di mesi, il rapace è pronto finalmente a volare di nuovo e riprendere il suo percorso avventuroso verso l’Africa. Non tutti i gheppi presenti in Italia sono migratori, ma questo bellissimo esemplare sì, ed ha ancora molta strada da fare e molti rischi da evitare.

Questo uno degli obiettivi che la Lipu ha da sempre: proteggere lo straordinario viaggio degli uccelli migratori dai fucili e dalle reti dei bracconieri, curarli quando sono feriti o in difficoltà, studiare il loro viaggio. Perché il nostro cielo non sarebbe lo stesso senza l’eleganza e la meraviglia del volo degli uccelli migratori.

Buona fortuna, gheppio.

 

Lunedì, 22 Maggio 2017 22:50

Gestire2020

Progetto LIFE14 IPE/IT/018 "GESTIRE 2020" - Una nuova strategia integrata per rete Natura 2000 nella regione Lombardia.

La Lombardia è la regione italiana più popolata, ma è anche caratterizzata da una elevata ricchezza di paesaggi naturali, di habitat e specie, molti dei quali sono di interesse comunitario. La rete Natura 2000 regionale si compone di 242 siti, di cui 175 siti di importanza comunitaria (Sic), 49 zone di protezione speciale (Zps) e 18 siti riconosciuti per le loro caratteristiche sia Zps che Sic, per una superficie totale di 346.342 ettari. Nel 2014, 47 Sic sono stati ufficialmente designati zone speciali di conservazione (Zsc).

I siti Natura 2000 in Lombardia ospitano 15 habitat prioritari, 61 specie di cui all'Allegato II della direttiva Habitat (47 specie animali: 13 mammiferi, 14 di pesce, 5 rettili e gli anfibi, 15 invertebrati, 14 specie di piante) e 87 specie di uccelli di cui all'Allegato I della Direttiva Uccelli. Per questo è importante garantire la conservazione di questi siti attraverso azioni concrete di conservazione e formazione dei diversi attori sia istituzionali che privati, obiettivo chiave del Progetto Gestire2020, che vede come beneficiario coordinatore Regione Lombardia e coinvolge, in qualità di partner, Ersaf, Corpo forestale dello Stato, Fondazione Lombardia Ambiente, Lipu, Wwf e Comunità Ambiente Srl, mentre Fondazione Cariplo cofinanzia il progetto. Gestire2020 scaturisce dal lavoro preparatorio di Life Gestire, di cui Lipu è partner, che ha permesso la redazione del Prioritised action framework (Paf) della Lombardia che contiene il quadro delle azioni prioritarie per la conservazione della Biodiversità a livello regionale. Gli obiettivi di progetto vengono perseguiti attraverso l'attuazione di una serie di azioni strategiche:

  • A. Migliorare i modelli di gestione della rete Natura 2000 regionale, attraverso un intenso programma di attività di formazione e rafforzamento dei diversi soggetti coinvolti nella gestione della stessa;
  • B. Mantenere e migliorare lo stato di conservazione di habitat e specie, attraverso azioni concrete e di monitoraggio;
  • C. Aumentare la consapevolezza e fornire informazioni sul valore potenziale della rete Natura 2000 regionale;
  • D. Monitorare l'efficacia del progetto nel perseguimento degli obiettivi del Paf.

Diverse le linee d’azione: dal miglioramento delle conoscenze e capacità di gestione dei siti rete Natura 2000, all’attuazione di progetti concreti per il miglioramento dello stato di conservazione di habitat e specie, come ad esempio il ripristino delle torbiere o di pozze per anfibi in montagna, l’attuazione di interventi di connessione ecologica, interventi mirati alla conservazione di habitat necessari alla sopravvivenza degli uccelli delle aree umide, azioni per il contrasto alle specie alloctone, la sorveglianza mirata dei siti e il miglioramento delle procedure di valutazione d’incidenza. Nello specifico, la Lipu è coinvolta nel set azioni a favore dell'avifauna delle zone umide e garzaie e delle aree montane e forestali. La Lipu, inoltre, si occuperà direttamente di implementare l'azione di messa in sicurezza di cavi elettrici o sospesi in aree montane e delle azioni di sensibilizzazione e formazione per ridurre e prevenire il disturbo antropico alle specie delle zone umide e di montagna. Gestire2020 è un progetto strategico, che consentirà l'investimento di rilevanti risorse per la valorizzazione di rete Natura 2000 e della biodiversità in Lombardia.

La novità di Gestire2020, oltre alla disponibilità finanziaria e alla lunga durata (8 anni) è l’integrazione dei fondi e delle politiche per raggiungere gli obiettivi previsti. E’ questa la vera novità dei progetti Life “integrati” sui quali la Commissione europea pone particolare attenzione per ottimizzare le sinergie e la complementarietà dei diversi fondi comunitari. Solo tre di questi progetti integrati “Natura” sono stati finanziati in tutta Europa in questo primo anno, per questo il Gestire2020 assume un ruolo chiave anche a livello continentale.

Soggetti coinvolti: Regione Lombardia, (beneficiario coordinatore), Ente regionale per i servizi all'agricoltura ed alle foreste (Ersaf), Corpo forestale dello Stato, Lipu, Wwf, Comunità Ambiente Srl, Fondazione lombardia per l'ambiente (FLA) (beneficiari associati), Fondazione Cariplo (cofinanziatore). Tempi: Gennaio 2016 – Dicembre 2023 Per informazioni: www.naturachevale.it

Lunedì, 22 Maggio 2017 22:24

I progetti europei

Il programma Life è lo strumento di finanziamento dell’Unione Europea per l’ambiente. L’obiettivo del Life è contribuire all’implementazione, l’aggiornamento e lo sviluppo di politiche e normative europee sull’ambiente attraverso il co-finanziamento di progetti pilota o dimostrativi, di valenza europea.

Lo strumento Life nacque nel 1992 e da allora ha co-finanziato 3.954 progetti nell’Unione europea, con un contributo pari a circa 3,1 miliardi di euro per la protezione dell’ambiente. La Lipu ha in corso quattro progetti Life: Tib - Connessioni e miglioramento di habitat lungo il corridoio ecologico insubrico, Alpi – Valle del Ticino; Gestire - Sviluppo di una strategia per la gestione di Rete Natura 2000 nella Regione Lombardia; Safe Heaven for wild birds – Cambiare gli atteggiamenti verso le uccisioni illegali nel nord del Mediterraneo e per la biodiversità europea; Natura Leopoldia - Ripristino degli habitat dunali nel paesaggio serricolo del golfo di Gela per la salvaguardia di Leopoldia gussonei.

salviamo gli uccelli salviamo gli uccelli
 

Gli uccelli sono il nostro simbolo, un importante indicatore ambientale e un mondo meraviglioso di canti, voli, colori. Salvarli è salvare il Pianeta.

 
 
 
 

Il programma Life è lo strumento di finanziamento dell’Unione Europea per l’ambiente. Scopri i progetti Life in corso che coinvolgono la Lipu

 
 
 
no a caccia e bracconaggio no a caccia e bracconaggio
 

Da sempre la Lipu combatte la caccia selvaggia e il bracconaggio, purtroppo ancora molto diffusi nel nostro paese.

 
 
 
 
recupero fauna selvatica recupero fauna selvatica
 

Attraverso i Centri Recupero Fauna Selvatica curiamo gli animali selvatici in difficoltà e li aiutiamo a tornare in Natura.

 
 
 
conservazione conservazione
 

Monitoriamo costantemente lo stato di conservazione delle specie e il buono stato degli habitat naturali per conservare la biodiversità.

 
 
 
iba e rete natura iba e rete natura
 

Da anni lavoriamo per individuare e proteggere le IBA (Important Birds areas), le aree naturali più importanti al mondo per gli uccelli.

 
 
 
 
agricoltura agricoltura
 

Promuoviamo un'agricoltura rispettosa dell'ambiente, delle risorse naturali e degli uccelli. Uno strumento essenziale per difendere il nostro territorio e migliorare la qualità della vita di tutti.

 
 
 
ecologia urbana ecologia urbana
 

Diffondiamo l'idea di un'ecologia urbana che sia il confine tra buone e “cattive” città, tra un futuro vincente e un futuro insostenibile

 
 
 
educazione ambientale educazione ambientale
 

L'educazione ambientale è parte della nostra grande missione. La svolgiamo nelle scuole, nelle città, nella natura, migliorando la consapevolezza della gente e formando i cittadini di domani.

 
 
 
 
volontariato volontariato
 

Esistiamo soprattutto grazie all'impegno dei nostri volontari. Diventare volontario Lipu significa far parte di una comunità, di una famiglia che ha come casa la natura, il mondo.

 
 
 
progetti sulle specieprogetti sulle specie
 

I nostri progetti hanno come obiettivo la difesa e la tutela delle specie, soprattutto quelle minacciate, e dei loro habitat

 
 
 
 

Chiediamo un'agricoltura che protegga davvero la nostra salute e quella degli animali

Cambiamo Agricoltura!Per proteggere la salute di tutti, il cibo che mangiamo e l'ambiente che ci circonda. Firma ora per chiedere all'Europa un'agricoltura davvero sostenibile, per la nostra salute e quella degli animali

FIRMA ORA
per salvare la biodiversità

I prodotti chimici, usati come pesticidi e fertilizzanti stanno uccidendo le api e le farfalle, e inquinando i nostri fiumi. Anche se la campagna può sembrarci ancora verde in realtà la natura sta scomparendo sotto i nostri occhi.

Il 55% degli uccelli tipici dei paesaggi agricoli è scomparso negli ultimi 30 anni. Il 25% dei bombi (insetti fondamentali per l'impollinazione di molte piante che producono cibo) rischia l'estinzione. E molte altre specie selvatiche stanno subendo lo stesso destino. Tutto questo è dovuto principalmente all'agricoltura intensiva che cancella i prati, elimina le siepi, prosciuga gli stagni provocando la distruzione degli habitat che sono la casa di molte specie selvatiche.

Oggi l’Unione Europea sostiene un’agricoltura malata: favorisce un ristretto numero di grandi aziende agricole – senza pensare al bene di tutti – produce cibo non sano e danneggia la nostra salute, l’ambiente, le piante, gli animali. E tutto questo viene fatto con i soldi dei cittadini europei

#CambiamoAgricoltura per proteggere la salute di tutti, il cibo che mangiamo e l'ambiente che ci circonda. Inserisci i tuoi dati e clicca sul pulsante FIRMA

 

Questi sono giorni determinanti per decidere il futuro della Politica Agricola Comune (PAC), una delle politiche più importanti, influenti e dibattute dell’UE. La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul futuro della PAC, che terminerà il 2 maggio 2017.

L'agricoltura che vogliamo

Per cambiare la PAC è essenziale che il maggior numero di associazioni faccia sentire la propria voce per far sapere alla Commissione Europea che il sistema agricolo dell’UE va cambiato e che la PAC va riformata per essere:

  • GIUSTA per gli agricoltori e le comunità rurali
  • SOSTENIBILE per l’ambiente, per avere acqua e aria pulita, un suolo sano, per rispettare la vita di piante e animali
  • SANA per il nostro cibo e per il benessere di tutti
  • RESPONSABILE per proteggere il futuro del pianeta e del clima, per un’agricoltura veramente sostenibile a livello globale. Possiamo cambiare le sorti dell’agricoltura in Italia (e in tutta Europa), rispondendo a questo questionario online. Insieme alle principali associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica possiamo chiedere e ottenere un’agricoltura davvero sostenibile e rispettosa dell’ambiente, della biodiversità e della nostra salute.

Respira, si nutre, cresce e si riproduce: un albero è un essere vivente, parte fondamentale e “attiva” del nostro ambiente e della nostra cultura. Difendere gli alberi significa difendere il nostro benessere, in campagna e in città, così come la nostra memoria.

Gli alberi: un bene per la natura

Senza gli alberi la vita sulla Terra sarebbe impossibile. Può sembrare una frase banale ma è la realtà. Le specie vegetali infatti forniscono l’ossigeno fondamentale alla nostra esistenza e sono al contempo una parte essenziale della catena alimentare e di sostentamento per le specie del nostro pianeta. Non solo: grazie ai loro processi di respirazione e fotosintesi, gli alberi aiutano a combattere il riscaldamento climatico assorbendo l’anidride carbonica e contribuiscono alla pulizia dell’aria, incamerando inquinanti come ozono, ossidi di nitrogeno e biossidi di zolfo.

Una grande quantità di alberi contribuisce a una migliore termoregolazione dell’ambiente e questo vale soprattutto in città dove, senza la preziosa azione delle piante, i riscaldamenti domestici e le esalazioni del traffico aumenterebbero vertiginosamente la temperatura.

Inoltre, gli alberi sono utili nella conservazione dell’acqua e nel prevenire l’inquinamento idrico (assorbendo le sostanze nocive dalla pioggia e rilasciando invece acqua pulita in natura). Infine, gli alberi salvaguardano argini e terreni dall’erosione del suolo, fattore di estrema importanza in un Paese come il nostro spesso vittima di dissesti idrogeologici.

 

Gli alberi ci parlano

Eppure gli alberi non sono utili solo dal punto di vista ecologico ma anche da quello sociale. Accanto agli animali, gli alberi hanno fatto compagnia all’uomo fin dall’alba dei tempi. Ogni cultura ha sviluppato per loro una riverenza atavica. Ospite di spiriti divini o di esseri soprannaturali in quasi tutte le religioni, ogni albero ha poi sviluppato una sua precisa simbologia: dalla saggezza della quercia alla serietà del cipresso, dall’ulivo simbolo di vittoria ma anche di pace all’abete legato a tradizioni irrinunciabili, tra cui il Natale.

È come se da sempre l’uomo avesse instaurato con gli alberi un rapporto filosofico oltre che mistico e simbolico: è un albero, di solito identificato con un melo, il punto dal quale, quando Eva raccoglie il frutto proibito, inizia la storia dell’umanità come la conosciamo; è sempre sotto un albero, per la precisione un platano, che Socrate e Fedro disquisiscono nel celebre dialogo platonico.

E sempre gli alberi sono gli indicatori di una concezione idilliaca e bucolica della vita perfetta, ispirando poeti di ogni tempo, da Virgilio “Titiro, tu riposando alla cupola vasta di un faggio, / mediti un canto silvestre sulla sampogna leggera”) a Leopardi (“Povera foglia frale, / Dove vai tu? Dal faggio / Là dov'io nacqui, mi divise il vento”).

Nel suo recente saggio uscito per Garzanti, La saggezza degli alberi, Peter Wohlleben racconta tutto il fascino di questi esseri viventi apparentemente immobili e invece capaci di forme di comunicazione e sensibilità sorprendenti, perfino di qualità come prudenza o solidarietà verso vicini più deboli e malati. Comprendere la loro comunicazione segreta è un compito solo in apparenza arduo: “Quando si sa come e dove guardare, queste piante giganti sono come un libro aperto,” spiega Wohlleben.

“Ed è attraverso il loro linguaggio che possiamo aiutarli a trovare la giusta collocazione nei nostri giardini, a capire tempestivamente se sono in pericolo e come prendercene cura”.
Comunicare con gli alberi non è dunque un desiderio così strano: a volte ci pare di farlo spontaneamente, altre volte fantastichiamo su piante che prendono vita. Non a caso questo è un tema ricorrente nelle storie fantasy e nei film di fantascienza: dalla Nonna Salice di Pocahontas al Barbalbero del Signore degli Anelli, fino al simpatico Groot della saga dei Guardiani della Galassia. E anche se nella realtà gli alberi non parlano, il nostro dialogo con loro può avvenire in molti altri modi.

Gli alberi raccontano

Aiuta l'albero e i suoi abitantiAbbraccia un albero: iscrivendoti alla Lipu o rinnovando la tua iscrizione aiuterai a conservare la biodiversità in Italia: proteggerai l'albero e tutti i suoi abitanti.

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Gli alberi non sono solo oggetto dell’ispirazione creativa degli artisti, ma sono loro stessi dei narratori. La loro presenza e la loro frequenza racconta più di ogni altra testimonianza la storia e la memoria di città, borghi, quartieri e persino intere nazioni. Ad esempio, il cedro viene omaggiato sulla bandiera nazionale del Libano. Il riferimento è ovviamente all’essenza arborea più diffusa nel Paese ma anche alla storia del popolo libanese: ne fa risalire le origini, infatti, agli antichi Fenici i quali fondarono la propria potenza marittima e commerciale grazie alle navi ampie e robuste costruite in legno di cedro.

Simbolicamente quest’albero rappresenta la sacralità, la fermezza e l’eternità: il Tempio di Gerusalemme di re Salomone fu edificato proprio con questo legno, attingendo dalla grande Foresta dei Cedri di Dio, oggi Patrimonio dell’Unesco.
Dall’altra parte del mondo il ciliegio giapponese fonde in sé misticismo religioso e storia imperiale ed è a tutt’oggi un’attrazione turistica unica e ineguagliabile. Ogni anno, fra marzo e maggio, milioni di turisti ma anche di giapponesi si spostano fra Tokyo, Kyoto, Osaka e anche cittadine rurali per assistere all’hanami, la fugace fioritura dei ciliegi. Per la sua delicata bellezza e per la brevità della sua esistenza, il fiore rosato del ciliegio è simbolo di fragilità e morte, ma anche di rinascita e del meraviglioso ciclo infinito della vita.

Ma anche dalle nostre parti gli alberi sono portatori di storie e tradizioni: i filari di pioppi che ancora si incontrano nella Pianura Padana, ad esempio, ricordano strade di campagna ormai scomparse, antichi collegamenti e una civiltà agricola che ha conquistato il proprio benessere raccolto dopo raccolto.

Estirpare un albero significa cancellare una parte di una memoria che in molti casi non tornerà più. Ogni tronco, ogni ramo e persino ogni foglia, con il suo ciclico assecondare le stagioni, vanno indietro nel tempo in età che non possiamo nemmeno immaginare. Come le sequoie e gli altri alberi millenari del Nord America, testimoni di epoche in cui l’uomo ancora non era giunto.

 

Città a misura di pianta

Nel 2050 si prevede che il 70% della popolazione mondiale vivrà in città o comunque in aree fortemente urbanizzate. È dunque la fine della convivenza e di questo suggestivo rapporto con gli alberi, così come l’abbiamo conosciuto finora?

La risposta potrebbe essere no, se lo sviluppo delle nostre città seguirà nei prossimi decenni le idee fondamentali dell’ecologia urbana. Pianificare in modo diffuso e omogeneo la presenza di alberi e altre specie verdi nella progettazione cittadina permetterebbe di mantenere le funzioni ecosistemiche degli alberi stessi.

Al contempo aiuterebbe anche a proseguire nella valorizzazione di alcuni aspetti cruciali per la vita in città: un arredo urbano piacevole, una pulizia dell’aria costante, il mantenimento della biodiversità e così via. Molto possono fare in questo senso le amministrazioni incaricate di pensare o ripensare il nostro modo di vivere e abitare nel prossimo futuro.

Per aiutarle la Lipu ha appena pubblicato un documento dal titolo “Il verde urbano e gli alberi in città” che offre indicazioni fondamentali per la corretta progettazione e la gestione ecologica del verde urbano. Nel tempo sono nate tante iniziative per valorizzare la presenza e la salvaguardia degli alberi in città, dalle discussioni sull’architettura eco-sostenibile alle azioni non convenzionali del cosiddetto guerrilla gardening.

 

 

Al di là del nome bellicoso, quest’ultima tendenza consiste nel coinvolgere le comunità nel riappropriarsi degli spazi verdi lasciati in abbandono per valorizzarli e recuperarli, creando orti, piantando alberi ed essenze varie. Gli alberi sono la casa per molti uccelli e sono fonte di biodiversità e di bellezza a pochi passi da noi. Quando piantiamo un albero, quando lo difendiamo dai pericoli e gli evitiamo le ferite che quotidianamente può subire, quando ci rifiutiamo di assistere a sradicamenti o potature selvagge, non stiamo facendo del bene solamente alla natura, ma salvaguardiamo un patrimonio che darà radici più solide e sane al nostro futuro. Iscrivendoti alla Lipu o rinnovando l'iscrizione puoi difendere tutta la biodiversità, non solo gli uccelli e gli animali selvatici, ma anche gli alberi, le piante e gli habitat più preziosi del nostro Paese.

 

Giovedì, 20 Aprile 2017 17:13

Verità e leggende sul barbagianni

Candidi e paffuti, dal piumaggio luminoso e silenziosissimo, i barbagianni sono rapaci notturni estremamente affascinanti, ma il loro aspetto così originale li ha anche resi, nei secoli, oggetto di leggende non sempre lusinghiere. Eppure questi uccelli hanno un ruolo fondamentale in agricoltura, oltre ad essere stati fonte d’ispirazione per generazioni di scrittori e artisti.

I barbagianni sono fra i rapaci notturni e, più in generale, fra gli uccelli più diffusi al mondo, presenti ovunque tranne che in Antartide e riconoscibilissimi per quel loro disco facciale a forma di cuore e per il piumaggio quasi del tutto bianco o chiaro (questo vale in particolar modo per la specie diffusa in Europa, il Tyto alba alba). Originariamente abitavano le cavità e le rocce, ma col tempo capita sempre più spesso di trovarli in campagna, presso soffitte e granai (non a caso in inglese vengono chiamati “barn owls” ovvero gufi dei granai). Vivono da sempre vicino all’uomo e sono spesso vittime di superstizioni e associati a sinistri presagi, soprattutto per via del loro verso prolungato e stridente, molto diverso da quello di gufi e civette.

Barbagianni: storia di un nome

Per secoli non c’è stata una distinzione molto netta fra i barbagianni e gli altri rapaci notturni, tanto che in molte lingue (soprattutto nell’inglese, che usa il generico owl), non esiste un termine specifico per indicarli. La loro classificazione individuale risale al 1769 e si deve al naturalista tirolese Giovanni Antonio Scopoli, che nelle sue Anni Historico-Naturales attribuisce loro il nome scientifico di Strix alba. Studi condotti nei secoli successivi portarono alla differenziazione dei vari generi dei rapaci, dimostrando che i gufi comuni (del genere Strix) sono ben distinti dai barbagianni, i quali finiscono in una nuova categoria denominata Tyto (dalla parola onomatopeica greca per dire “gufo”, τυτώ) con l’attributo alba (dal latino “bianco”) per via del piumaggio candido. Ancora più travagliata è l’origine del nome comune barbagianni, la cui etimologia è tuttora incerta. L’ipotesi più probabile è che l’espressione sia un composto derivante dal latino barba, “peluria”, e gena, “gote”, in riferimento alle piccole piume sparse attorno agli occhi di questi uccelli.

Una cattiva fama: le leggende sui barbagianni

Forse per via del verso misterioso, del piumaggio bianco che li rende presenze “spettrali” nei loro silenziosi voli notturni (o ancora per l’abitudine di frequentare posti abbandonati, a caccia di topi) i barbagianni godono fin dai tempi più antichi di una fama negativa: molte popolazioni li considerano portatori di sventure, incarnazioni di streghe e maghi o veri e propri fantasmi. Spesso individuati con dei nomignoli come “gufo del demonio” o “civetta fantasma”, hanno nei vari secoli corso il rischio di essere sterminati per via di queste superstizioni e leggende. E questo è continuato fino ai giorni nostri: ancora negli ultimi decenni del ventesimo secolo in luoghi come le isole Canarie l’uccisione dei barbagianni ha portato alla riduzione drastica della popolazione locale, ridotta a una dozzina di esemplari.

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Fortunatamente in condizioni favorevoli questa specie riesce a riprodursi con grande velocità e la legge oggi la protegge. Anche nell’italiano di uso comune il barbagianni ha un significato metaforico poco lusinghiero. La Treccani, infatti, attesta il significato di “uomo sciocco e brontolone”, sinonimo di “vecchio barbogio”. Anche qui per via della bianchissima barba. Eppure ci sono anche leggende positive legate a questi particolarissimi rapaci: nelle zone rurali del Sud della Francia, ad esempio, si credeva che il verso di un barbagianni appollaiato sul comignolo di casa preannunciasse l’arrivo di una figlia femmina.

I barbagianni nella letteratura

Se la sua distinzione rispetto alle altre specie di rapaci notturni è avvenuta solo in tempi recenti, non stupisce che abbiamo secoli e secoli di letteratura che parlano genericamente di gufi e civette, ma più raramente di barbagianni. Questi animali, però, negli ultimi decenni sembrano aver attirato l’attenzione di numerosi scrittori che hanno assimilato la loro figura, piena di suggestioni e di contrasti.

Nel 1982 Alberto Moravia pubblica Storie della preistoria, raccolta di racconti con protagonisti animali umanizzati e uno di questi è “Non conviene amare una cicognina”. A dispetto del titolo il protagonista è Barba Gianni, il solitario abitante di un’oscura grotta (dove gli tiene compagnia solo Pipi Strello), che un giorno si innamora di una sinuosa Ci Cognina. Quest’amore si rivelerà però corrisposto solo per un breve periodo e il nostro barbagianni si ritroverà, dopo una cocente delusione, a ritornare alla vita di sempre: “Barba Gianni disse: ‘Beh, vado a prendere un topo, per domani’. Pipi Strello gridò, testa in giù: ‘Come lo faremo?’. Barba Gianni rispose: ‘Al forno;’ e volò via”. Rimanendo in tema di favole e fantasia, i barbagianni non potevano ovviamente mancare nella saga di Harry Potter, che fa grande ricorso a rapaci notturni di ogni tipo, proprio per la loro associazione al mondo della magia. Sia nei libri che nei film compaiono molti barbagianni come “postini” alati che consegnano lettere spesso poco piacevoli: come le minacce ricevute da Hermione ne Il calice di fuoco o la missiva di Arthur Weasley a Harry all’inizio de L’ordine della fenice o le tante strillettere della zia di Neville Paciock. Ed è proprio a un barbagianni che probabilmente Shakespeare si riferisce in alcuni versi della terza parte dell’Enrico VI (atto quinto, scena 4) quando dice: “e chi non voglia combatter per tale speme, se ne vada a letto o, come il barbagianni di giorno in volo, sia oggetto di scherno e meraviglia”. Curioso è notare come questa sia la citazione apposta da Leonardo Sciascia all’inizio del suo romanzo Il giorno della civetta che, quindi, più propriamente, si sarebbe dovuto intitolare Il giorno del barbagianni.

Il barbagianni più famoso nella storia dell’arte

Come già visto, gli inglesi hanno un termine generico per indicare i rapaci notturni, owl, al quale viene associato di volta in volta un attributo. Non stupisce dunque che uno dei più famosi dipinti della pittrice ottocentesca Valentine Cameron Prinsep s’intitoli semplicemente The Owl, sebbene il protagonista sia chiaramente un candido barbagianni. La dama che regge il barbagianni è la pittrice e poetessa Elizabeth Siddal, una delle pochissime artiste donne ad affermarsi nell’Inghilterra di fine secolo, musa dei Preraffaelliti e questo dipinto, Il barbagianni, è una delle espressioni più piene e suggestive di quella corrente artistica. Ancora una volta il barbagianni assume un valore ambivalente: da una parte la sua candida bellezza è rappresentata con estremo e lusinghiero realismo; dall’altra l’associazione con l’eterea donna dai capelli rossi e con la pianta di melograno retrostante richiama un immaginario di morte. La musa ritratta nel quadro non è altro che Elizabeth Siddal, defunta moglie del poeta-artista Dante Gabriel Rossetti.

Ecco perché amiamo i barbagianni

Il simpatico barbagianni scelto come "testimonial" per la campagna 5 per mille della LipuIl simpatico barbagianni scelto come "testimonial" per la campagna 5 per mille della Lipu

Tutta questa lugubre nomea e il sospetto con cui ancora oggi in molti guardano a questi splendidi uccelli non rendono giustizia alla loro grandissima utilità nell’ecosistema agricolo. Essendo un predatore notturno che si nutre principalmente di piccoli mammiferi, infatti, il barbagianni è l’alleato perfetto degli agricoltori in quanto, cacciando topi e talpe, libera i terreni da presenze dannose per le coltivazioni.

Un altro aspetto apprezzabile è che i barbagianni sono rapaci stanziali e abitudinari, ad esempio mantenendo lo stesso partner per tutta la vita e cercandone un altro solo se il primo decede. Una traccia ben riconoscibile per individuare la loro presenza sono le borre, le palline fatte di ossa e piume che rigurgitano dopo essersi nutriti, attorno alla zona in cui risiedono: un segnale inequivocabile per studiosi di rapaci notturni e per gli amanti del birdwatching. Uccelli utili e straordinari, i barbagianni non meritano la cattiva fama costruita e non devono mai essere messi in pericolo per via della superstizione.

Come difendere il barbagianni (e non solo)

La Lipu da sempre ha una grande attenzione per la conservazione dei rapaci notturni. Per difenderli sviluppiamo e sosteniamo azioni volte ad esempio alla messa in sicurezza delle linee elettriche a media e alta tensione e per la diffusione delle buone pratiche agricole. I nostri Centri recupero, da nord a sud d’Italia, li ricoverano perché debilitati, feriti con armi da fuoco o “orfani” di genitori, e non ancora in grado di volare, dando loro le cure necessarie e finalmente la libertà. Possiamo proteggerli e curarli grazie al grande lavoro di volontari e operatori e al sostegno preziosissimo dei nostri Soci e dei donatori. Proteggi il barbagianni e la civetta, l'allocco e l'assiolo: se non ancora già iscritto puoi farlo qui (con una quota a partire da 25€ all'anno), oppure puoi versare il tuo 5 per mille alla Lipu (senza spendere nulla): devi solo annotare il codice fiscale 80032350482 al momento della dichiarazione dei redditi.

Martedì, 18 Aprile 2017 13:09

L’AGRICOLTURA È MALATA. CAMBIAMOLA

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Cambiamo Agricoltura!Per proteggere la salute di tutti, il cibo che mangiamo e l'ambiente che ci circonda. Firma ora per chiedere all'Europa un'agricoltura davvero sostenibile

FIRMA ORAper un'agricoltura più SOSTENIBILE

Oggi l’Unione Europea sostiene un’agricoltura malata: favorisce un ristretto numero di grandi aziende agricole – senza pensare al bene di tutti – produce cibo non sano e danneggia la nostra salute, l’ambiente, le piante, gli animali. E tutto questo viene fatto con i soldi dei cittadini europei

Questi sono giorni determinanti per decidere il futuro della Politica Agricola Comune (PAC), una delle politiche più importanti, influenti e dibattute dell’UE. La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul futuro della PAC, che terminerà il 2 maggio 2017.

L'agricoltura che vogliamo

Per cambiare la PAC è essenziale che il maggior numero di associazioni faccia sentire la propria voce per far sapere alla Commissione Europea che il sistema agricolo dell’UE va cambiato e che la PAC va riformata per essere:

  • GIUSTA per gli agricoltori e le comunità rurali
  • SOSTENIBILE per l’ambiente, per avere acqua e aria pulita, un suolo sano, per rispettare la vita di piante e animali
  • SANA per il nostro cibo e per il benessere di tutti
  • RESPONSABILE per proteggere il futuro del pianeta e del clima, per un’agricoltura veramente sostenibile a livello globale. Possiamo cambiare le sorti dell’agricoltura in Italia (e in tutta Europa), rispondendo a questo questionario online. Insieme alle principali associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica possiamo chiedere e ottenere un’agricoltura davvero sostenibile e rispettosa dell’ambiente, della biodiversità e della nostra salute.

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