Lipu Onlus, natura, uccellie animali selvatici in Italia
Martedì, 16 Agosto 2016 19:50

Impronta di cortecce

LUOGO: giardino / terrazzo di casa - parco cittadino - natura
METEO: caldo - freddo - pioggia - neve
TEMPO A DISPOSIZIONE: 1 ora o meno
 


Cosa serve:

  • fogli da disegno
  • pastelli a cera

Scegli dei begli alberi di specie diverse e appoggia un foglio sulla corteccia. Passa il pastello a cera sul foglio e apparirà l'impronta della corteccia! Una volta a casa puoi incorniciare i tuoi disegni oppure utilizzarli come speciale carta da regalo o per foderare un piccolo quaderno.

Martedì, 16 Agosto 2016 19:46

Conta degli animali

LUOGO: parco cittadino - natura
METEO: caldo - freddo - neve
TEMPO A DISPOSIZIONE: 1 ora o meno - 2/3 ore - tutto il giorno


Cosa serve:

  • foglio e qualcosa per scrivere
  • binocolo (opzionale)

Anche in città ci sono animali! Sfida un tuo amico o una tua amica a chi ne conta di più! Datevi 15 minuti e contate tutti gli animali che vedete. Potete nche decidere di fare l conta solo di un particolare gruppo di animali: uccelli, insetti, ecc. Vince chi ne ha contati di più!

Martedì, 16 Agosto 2016 19:38

Albero preferito

LUOGO: giardino / terrazzo di casa
METEO: caldo - freddo - pioggia - neve
TEMPO A DISPOSIZIONE: 1 ora o meno - 2/3 ore


Cosa serve:

  • materiali raccolti in natura come rami, bigne, foglie secche, ecc.
  • un vaso per piante con la terra
  • materiali come nastri, brillantini, cartoncini, adesivi, ecc.
  • colla attack o simile

Pianta i rami più grandi nel vaso , in modo che si reggano da soli. Attacca con la colla gli altri materiali naturali e le decorazioni per realizzare il tuo albero personale. Se vuoi, ogni giorno potrai appenderci un biglietto con un desiderio o un tuo pensiero per la giornata.

Un corpo piccolo e tozzo, con una testolina tonda dal becco sottile e la caratteristica “mascherina” nera, si aggira veloce tra le dune delle spiagge italiane.

Avvistare un fratino è un buon segno: significa che ti trovi in un ambiente in buona salute. Impariamo a conoscere meglio il fratino.

Il fratino è un piccolo limicolo giramondo

Il fratino (Charadrius alexandrinus) è un piccolo limicolo, ovvero una di quelle specie che vivono principalmente in ambienti umidi caratterizzati dall’acqua bassa e si nutrono di diverse specie di invertebrati che si trovano nel limo.

Fratino - foto di Roberto SauliFratino - foto di Roberto SauliPer questo motivo non è difficile vederlo d’estate sul bagnasciuga delle spiagge italiane, ma è altrettanto facile avvistarlo in luoghi “esotici”, dall’Africa all’Asia, dalle coste dell’Andalusia in Spagna fino al lontano Giappone.

E’ un fratino o un corriere piccolo?

Ami la natura?Se ti piace immergerti nello spettacolo di un volo o osservare gli uccelli tra i rami, puoi conoscere sempre di più sul loro mondo. Come stanno le rondini, i falchi, le cicogne? Scoprilo iscrivendoti alla Lipu con 25 euro e aggiungendo una donazione a partire da 30 euro. Riceverai il nuovo affascinante libro "Conoscerli, proteggerli", frutto di oltre 10 anni di studio su 250 specie che nidificano in Italia.

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Ricevi il libro Conoscerli, proteggerliRicevi il libro Conoscerli, proteggerli

Riconoscere il fratino è veramente facile anche per i birdwatchers alle prime armi. Questo, grazie alla silhouette caratteristica e alle inconfondibili macchie nere ai lati del petto e tra becco e occhi, che conferiscono nel maschio un tipico aspetto con “mascherina”.

Tuttavia, il fratino può essere scambiato facilmente con il corriere piccolo (più difficilmente con il corriere grosso). Per distinguere le due specie basta osservare le zampe, che nel fratino sono più lunghe e nere, così come nerissimo è il becco.

Fratino in volo - foto Carlo Alberto ContiFratino in volo - foto Carlo Alberto Conti

Il suo richiamo è un limpidissimo “djit”, sebbene sia anche in grado di emettere acuti fischi di allarme soprattutto se ci si avvicina troppo al suo nido.

Un uccello leggendario

Il fratino fa parte della famiglia Charadriidae come corrieri, pivieri, pivieri tortolini e pavoncelle. Una famiglia che prende il suo nome dal leggendario Caradrio, un uccello bianco che secondo gli antichi greci visitava solo i giardini dei re. Platone parla del Caradrio come di un uccello ingordo a cui vengono paragonati gli uomini alla ricerca continua del piacere. 

Il Caradrio aveva anche poteri magici di guarigione: se posato sul letto di un malato poteva guarirlo anche da una malattia mortale, assorbendo tutte le cattive influenze per poi volare verso il sole, bruciandole.

A colazione con il fratino

Il segreto dell’alimentazione del fratino sta tutto nel limo, il fango del bagnasciuga e delle zone di acqua bassa costiere. E’ qui, in questo terreno ricco di vita, che il fratino trova il suo cibo preferito: piccoli invertebrati che ricerca sul terreno sabbioso.

Roberto SauliRoberto Sauli

Osservare il fratino in alimentazione è un momento molto interessante per ogni birdwatcher e può svelare molte curiosità sulle abitudini di questa bellissima specie. Attenzione, però: durante il periodo riproduttivo, che va da marzo a luglio, meglio non avvicinarsi troppo, per non disturbare la specie nel momento più delicato dell'anno, con il rischio di far perdere la nidiata alla specie.

Il nido del fratino

Il fratino durante il periodo riproduttivo é solitario e territoriale, spesso anche aggressivo: tutto per difendere il nido. Per fare il nido sceglie suoli salini e fangosi con poca vegetazione, vicino all’acqua ma al riparo da possibili inondazioni, come le dune più selvagge delle nostre spiagge o a volte addirittura in quelle più affollate! Il nido del fratino non è molto elaborato, un semplice buco nella sabbia, che ospita di solito tre-quattro uova. Appena nati, i pulli hanno l’abitudine di uscire rapidamentee dal nido, il che spiega l’aggressività dei genitori nei confronti di chi si avvicina al nido, poiché devono proteggere la propria prole dai tanti predatori naturali.

Il fratino è segnale di una spiaggia pulita

Il fratino è il simbolo dello stretto legame tra le abitudini dell’uomo e i delicati equilibri della biodiversità. Se una spiaggia è in cattivo stato di conservazione, inquinata e degradata, oppure livellata dalle ruspe (come nel recente caso di Marina di Albarese nel parco regionale della Maremma) che cancellano le dune e la vegetazione spontanea, difficilmente sarà visitata da questo splendido piccolo trampoliere. Al contrario, la presenza di un nido di fratino è sempre un ottimo segnale dello stato di salute di un ambiente marino e di una spiaggia correttamente tutelata e conservata.

Fratino - foto Roberto SauliFratino - foto Roberto SauliLa Lipu da sempre ha una grande attenzione per la conservazione di questa specie. Inoltre nei nostri Centri recupero arrivano soprattutto in periodo estivo alcuni individui di questa specie che vengono soccorsi perché feriti, debilitati o non ancora in grado di volare. Possiamo proteggerli e curarli grazie al lavoro dei nostri volontari e operatori e al sostegno dei Soci Lipu e dei donatori.

 

Proteggi
il fratino

e la civetta, l'allocco, l'assiolo. Sostieni la Lipu che da 50 anni difende il loro volo

Sabato, 30 Luglio 2016 17:15

C'era una casa in mezzo al campo

Alfredo ha 68 anni, da vent'anni è Socio della Lipu, ma solo pochi mesi fa si è reso conto di una cosa molto importante. Quella che segue è la sua lettera. Il messaggio che contiene ha saputo tracciare un segno.

“Avevamo questa casa vicino a un campo di barbabietole da zucchero, c’era anche un prato con degli alberi da frutto. Mi ricordo un giorno di primavera, dovevo avere sei o sette anni. Mio padre era in giardino con una grande scala appoggiata ad un albero. L’ho seguito e l’ho guardato salire i pioli di legno e sparire in mezzo al verde delle foglie che dondolavano nell’aria.

Io stavo lì “tieni ben ferma la scala” mi urlava ogni tanto da là in alto. E poi a un certo punto qualcosa mi ha colpito in testa, era una ciliegia rosso fuoco. Poi ne è caduta un’altra e un’altra ancora. L’ho afferrata con una mano e l’ho mangiata era la cosa più dolce e saporita del mondo e aveva un profumo fortissimo e il gusto della primavera.

Negli anni settanta ci siamo trasferiti in città, a Milano, perché mio padre è stato assunto da una grossa azienda che aveva la sede là. Anche io ci sono andato a lavorare più tardi. Non mi sono mai sposato. La casa vicino al campo di barbabietole l’abbiamo tenuta per molti anni, ci andavamo nei fine settimana e d’estate, poi alla fine l’abbiamo affittata.

L’altro giorno stavo leggendo un libro a mia nipote. Era un libro con tanti disegni di rane e rospi. Mia nipote mi ha detto “Zio, ma tu hai mai visto un ranocchio vero?”. Non sapevo cosa rispondere, mi sembrava uno scherzo. Come poteva essere possibile che un bambino non avesse mai visto un ranocchio? Mi è venuto in mente il laghetto dietro al prato degli alberi da frutto, che rumore che facevano le rane di notte d’estate e quanti pomeriggi passati a rincorrerle nell’erba alta.
Ho capito che i bambini e i ragazzi di oggi stanno perdendo il contatto con la natura. La natura e gli animali sono una cosa lontana che si legge sui libri o si vede nei documentari in tv o sul computer. Ma dov’è finita l’emozione di mangiare quelle ciliegie appena cadute dall’albero? E chi gliela restituirà?

Sono vostro Socio da vent’anni. Domenica scorsa sono stato in un’Oasi Lipu vicino a Cesano Maderno e ci ho portato anche la mia nipotina che ha partecipato a un laboratorio didattico. La signorina del laboratorio le ha fatto togliere le scarpe e lei ha corso a piedi nudi nel prato insieme agli altri bambini. Non l’ho mai vista così felice.

Se penso al futuro vorrei che cambiassero tante cose che non vanno. Vorrei che ci preoccupassimo meno delle cose che compriamo e un po’ di più delle cose che stiamo perdendo e che anzi abbiamo già perso senza accorgercene neanche. Per questo ho deciso che la casa vicino al campo di barbabietole e il prato dei ciliegi li lascerò alla Lipu. Perché i prati sono fatti per i piedi dei bambini, per correrci scalzi e rincorrere le rane d’estate. Questi sono i ricordi più belli che si portano dentro tutta la vita.”

Questa storia ti tocca da vicino?

Se la storia di Alfredo ti ha toccato il cuore e vuoi valutare la possibilità di fare una scelta importante in favore di animali e natura, parlane con noi. Risponderemo alle tue domande sui lasciti testamentari e grandi donazioni.

Puoi scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare il numero 0521 1910711, nella massima riservatezza. Oppure chiedi di essere ricontattato o scarica l'opuscolo informativo compilando il modulo qui sotto:

Ricevi gratuitamente la guida

 
 
 
Domenica, 12 Giugno 2016 21:17

No caccia allodola: Grazie!

Scritto da

Grazie, il tuo gesto è importante. Con la tua firma chiederemo al Governo un decreto che cancelli l’allodola dalla lista delle specie cacciabili previste dall’articolo 18 della legge 157/92.

Insieme possiamo far sentire la nostra voce, diffondi la petizione sui social #Lasciatemicantare e chiedi ai tuoi amici di firmare e condividere la petizione.

Per fermare questa strage silenziosa passaparola sui social. Fai conoscere a tutti quello che sta succedendo

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Chiederemo anche alle regioni di escludere l’allodola dai calendari venatori. Infine chiederemo all’Ispra (l’autorità scientifica nazionale) di dare parere negativo per la cacciabilità della specie e alla Commissione europea di prendere a cuore il problema, intervenendo sull’Italia.

 

Per maggiori informazioni sulla Lipu e le sue attività, contattaci: Lipu Onlus - BirdLife Italia - Sede Nazionale - Via Udine, 3/A - 43122 Parma - Tel. 0521 273043 

 

Domenica, 24 Aprile 2016 20:11

Auguri!

Scritto da

Un uccellino ci ha detto che compi gli anni!

Ti siamo grati per esserci vicino e amare la natura.
Tanti auguri da parte di tutta la Lipu

Per migliaia di anni l’uomo ha vissuto a stretto contatto con la natura, adattando il proprio corpo e i propri sensi alle condizioni ambientali.

Negli ultimi 100 anni, però, nel mondo industrializzato l’uomo si è separato dalla natura, confinando il rapporto con essa a qualche sporadico contatto. Secondo molti ricercatori di ambiti diversi, questa “separazione” crea notevoli problemi di salute sia fisica che psicologica.

Se consideriamo, ad esempio, uno dei mali più diffusi in occidente, ossia lo stress, molte ricerche dimostrano che gli ambienti in cui trascorriamo il tempo possono aumentare o ridurre il nostro stress, il quale ovviamente influenza il nostro corpo. Quello che vediamo, ascoltiamo, tocchiamo in ogni momento cambia non soltanto il nostro umore, ma anche il nostro sistema nervoso, endocrino e immunitario. Ad esempio, lo stress causato da un ambiente non piacevole può farci sentire ansiosi e tristi. Questo si trasforma in un aumento della pressione sanguigna, della tensione muscolare e inficia il nostro sistema immunitario. Un ambiente piacevole ribalta questa situazione.

 

Qual è un ambiente ritenuto universalmente “piacevole”?

Indipendentemente dall’età o dalla cultura, gli esseri umani trovano piacevoli gli ambienti naturali. Nel libro “Healing Gardens” si cita uno studio in cui i ricercatori hanno scoperto che più dei due terzi delle persone sceglie un ambiente naturale per rifugiarsi quando si sente stressato o triste.

Ma la natura ci aiuta anche a convivere meglio con il dolore. Alcune ricerche in pazienti ricoverati dopo operazioni chirurgiche hanno dimostrato che la sola vista dalla finestra di un giardino permetteva ai pazienti di tollerare meglio il dolore post operatorio e di rimettersi prima di quelli che dalla propria finestra potevano vedere degli edifici.

Un fatto fondamentale è che le attività in natura coinvolgono tutti i sensi, senza privilegiarne uno in particolare. Tatto, udito, gusto, olfatto e vista: tutti i sensi sono stimolati dalle attività in natura e questo permette anche a chi ha un deficit sensoriale di poter partecipare e trarne beneficio.

Inoltre, trascorrere del tempo in natura aumenta la nostra concentrazione. Molti studi su bambini con deficit dell’attenzione (ADHD) dimostrano che se posti in un ambiente naturale aumentano notevolmente la loro soglia di attenzione rispetto ad un ambiente chiuso (Taylor, A., Kuo, F. (2008). Children with attention deficits concentrate better after walk in the park. Journal of Attention Disorders; 12 (5), 402-09).

Ma la natura ha un effetto positive anche sulle relazioni sociali: una ricerca dell’American Institutes for Research del 2005 ha dimostrato che gli studenti che partecipano ad attività in natura imparano a comunicare in maniera più efficace con i loro pari.
 

Bibliografia:

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Weinstein, N. (2009). Can nature make us more caring? Effects of immersion in nature on intrinsic aspirations and generosity. Personality and Social Psychology Bulletin, 35, 1315.

Giovedì, 11 Febbraio 2016 11:09

Ma perché gli uccelli fanno il nido?

Scritto da

Ovvero tutto quello che hai sempre voluto sapere sui nidi degli uccelli e non hai mai osato chiedere

Foglie, piume, erba, muschio, ogni specie ha il suo, dallo straordinario nido del pendolino, vero capolavoro di ingegneria ed equilibrismo, ai più classici nidi di rondine: tutti i segreti sui nidi degli uccelli.

Perchè gli uccelli fanno il nido?

La maggior parte delle persone pensa che il nido non sia nient'altro che la “casa” degli uccelli. In realtà la scienza ci insegna che i nidi non sono “tane” e servono esclusivamente a dare rifugio ai piccoli. Il nido di solito viene costruito durante il periodo riproduttivo, in previsione dell'imminente cova delle uova, affinché si possano schiudere al riparo sia dalle avversità climatiche sia dai predatori.

Vincent Van Gogh "Natura morta con nidi d'uccello", 1885, Van Gogh Museum AmsterdamVincent Van Gogh "Natura morta con nidi d'uccello", 1885, Van Gogh Museum AmsterdamTranne qualche rara eccezione, gli adulti non utilizzano il nido al di fuori del periodo riproduttivo né per dormire né per ripararsi dal freddo. Potrebbe sembrare una versione un po' meno romantica dell'idea classica di “nido d'amore”, ma in realtà costruire il nido insieme è davvero il gesto più importante che un genitore può regalare ai propri piccoli, anche nel regno animale.

 

Il nido: un riparo perfetto

Foglie, piume, paglia, erba, muschio ma non solo: gli uccelli costruiscono il nido con tutto ciò che trovano in natura, anche quando si tratta di materiale dimenticato dall’uomo. Ecco perché non è difficile trovare intrecciati ai piccoli rami anche strisce di tessuto, pezzetti di carta e avanzi di involucri di plastica. E poco importa se a noi fa sorridere vedere talvolta sbucare dal nido fili di stoffa appariscente, carta d’alluminio o addirittura stralci di cronaca del quotidiano locale ancora perfettamente leggibili che fanno assomigliare il nido a una piccola edicola fantasiosa. L’unica cosa che conta davvero è che il risultato finale sia il perfetto riparo dove far nascere i piccoli.

 

Nidi dappertutto, non solo sugli alberi

Non tutti gli uccelli costruiscono il nido sui rami degli alberi. Molte specie, ad esempio, lo fanno tra gli arbusti. Altre sfruttano le fronde riparate, altre ancora sono solite costruire i loro nidi negli anfratti e nelle cavità naturali dei tronchi, come, ad esempio, lo storno e il picchio rosso maggiore. La rondine preferisce costruire il suo nido nei pressi delle abitazioni umane, all’interno di case e stalle. Il martin pescatore, invece, utilizza buchi scavati nelle pareti sabbiose, mentre specie come la pavoncella e l’allodola, prediligono fare i nidi a terra.

 

Piccoli capolavori di ingegneria

Iscriviti alla Lipu per difendere gli animali e l'ambiente. Noi siamo natura.

Iscriviti e ricevi Ali, la rivista dei Soci LipuAli è la rivista di chi ha la passione per la natura. Sfogliare, leggere “Ali” è un piacere per la mente e per gli occhi.

“Ali” è un magazine trimestrale in cui scienza e amore per la natura si incontrano. Insieme al primo numero di Ali riceverai anche 4 stampe d'autore.

IscrivitiDIFENDI LA NATURA

Mentre gli esseri umani manifestano il proprio gusto arredando casa, gli uccelli, attraverso le forme dei loro nidi ci raccontano una particolarissima storia dell'evoluzione che cambia da specie a specie in modo spesso sorprendente. Non tutti gli uccelli costruiscono il nido nella classica versione a cui siamo abituati, quella a “cestello”. Chi pensa che i nidi siano tutti uguali, probabilmente non si è mai imbattuto, ad esempio, nei cosiddetti nidi “a sacco”, più chiusi e riparati dalle intemperie: è il caso, ad esempio, del pendolino, facilmente visibile tra le fronde dei salici lungo i nostri fiumi: il nido, vero miracolo di ingegneria, ha la forma di un fiasco pendente con l’apertura rivolta verso il basso e viene costruito in modo che resti sospeso a un ramo. Quando il lavoro è terminato il maschio scava una apertura laterale che immette in un corridoio a pareti elastiche, che si richiudono dopo il suo passaggio, impedendo in tal modo l’ingresso a eventuali predatori.

 

Non tutti gli uccelli fanno il nido

Mentre esistono specie specializzate nel costruire nidi eccezionali, ne esistono altre che proprio non fanno il nido. Come il falco pellegrino, che preferisce posare le uova su rupi scoscese, difficili da raggiungere per eventuali predatori, o il pinguino imperatore, che si occupa direttamente di accudire l'uovo appoggiandolo sulle proprie zampe per tutto il periodo della cova, nel rigidissimo inverno antartico. Esistono poi specie dal comportamento parassita come il cuculo, che trae vantaggio dal nido costruito da altri uccelli senza doverne preparare uno tutto per sé.
 

I "nidi" dell'uomo: quando l'architettura si ispira alla natura

Beijing national stadium - Fotografia Peter23Beijing national stadium - Fotografia Peter23

Fin dalle prime capanne costruite con paglia e fango, l’uomo si è sempre ispirato alla perfezione dell’architettura dei nidi per costruire il proprio riparo. Non fanno eccezione le più moderne costruzioni dotate di ogni tecnologia: è il caso, ad esempio, delle 70 casette a cupola donate nel 2006 dalla fondazione americana Domes for the World ai sopravvissuti dello tsunami del 2004 in Indonesia. Realizzate in cemento e acciaio, queste cupole monolitiche ricordano nidi rovesciati e sono state realizzate in modo da resistere a terremoti e calamità naturali. O ancora lo Stadio nazionale di Pechino, inaugurato durante le Olimpiadi del 2008 e diventato famoso proprio con il nome di “Nido d'uccello”.

Si tratta della più grande struttura in acciaio al mondo e l’intreccio esterno ricorda da vicino la complessità di un nido, costruito con “ramoscelli” di una nuova lega di acciaio, per un peso complessivo di 110.000 tonnellate. Il suo design, oltre ad essere sbalorditivo, rende la struttura in grado di sopportare la forza distruttiva di un terremoto, resistente proprio come i nidi degli uccelli, costruiti per proteggere le uova dagli attacchi dei predatori, oltre che dall’intensità del vento, dal freddo e dalle intemperie.

 

Osservare i nidi in primavera

La primavera è una stagione straordinaria per tutti i birdwatcher, il momento perfetto per osservare gli uccelli che costruiscono il loro nido e vi si “trasferiscono” per deporre le uova. Non a caso è chiamata anche stagione degli amori. I maschi iniziano i richiami d'accoppiamento e per molte specie costruire il nido fa proprio parte del rituale di corteggiamento. Imparare a riconoscere le diverse specie dal canto, dai piumaggi colorati e dalle diverse strategie di corteggiamento, è un'esperienza davvero emozionante.

Proteggi
il loro nido

Sabato, 19 Dicembre 2015 18:42

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