Lipu Onlus, natura, uccellie animali selvatici in Italia
Mercoledì, 02 Ottobre 2013 19:22

Quando e come installare un nido artificiale

Il periodo migliore per installare un nido è in autunno-inverno. Gli uccelli nidificano in genere in primavera, e le specie considerate non avviano generalmente la costruzione del nido prima di marzo.

È molto importante che il nido sia posizionato con largo anticipo. Questo per promuovere la confidenza della nuova struttura con gli uccelli che frequentano la zona e dare loro la possibilità di ispezionarlo accuratamente. Installazioni troppo anticipate producono infatti molti inconvenienti: maggiore usura del legno, invasione della cavità da parte di insetti e ragni ancora attivi (in estate o primo autunno) o roditori in cerca di un posto per ibernarsi (come il moscardino). Anche in questi ultimi casi, peraltro piacevoli e interessanti, il nido comunque non sarà utilizzato dagli uccelli. Per questo stesso motivo dopo la riproduzione, in estate, il nido può essere rimosso, pulito e poi reinstallato l'autunno successivo.

Importante per il successo dell'occupazione è come viene posizionato e dove. La scelta del sito non è difficile ma deve essere accorta. Vanno privilegiate zone tranquille anche se vicine a zone interessate da vostre attività quotidiane: non sono rari casi di cince o pigliamosche che hanno occupato nidi fissati sotto la balaustra o sopra la porta di un appartamento. Importante è il nido non sia troppo visibile e isolato, e soprattutto accessibile dall'uomo. Un angolo "ignorato" del giardino è l'ideale.
Altra regola essenziale è non disturbare l'attività degli uccelli presso il nido. Una volta scelto il sito e posizionato il nio dimenticatelo per un po'. Sarà il volo degli occupanti a richiamare la vostra attenzione in primavera.
Il nido può essere inchiodato o legato (meglio la prima soluzione, a meno che non debba essere fissato ad un albero) e preferibilmente leggermente inclinato verso il basso. L'esposizione migliore è quella rivolta verso Ovest, e l'apertura non deve essere esposta al sole o agli agenti atmosferici. L'ancoraggio deve essere comunque ben saldo.


Orientamento del nido:
il nido va fissato leggermente inclinato verso il basso per proteggerlo dagli agenti atmosferici.

Come installare i nidi

1. Il luogo deve essere riparato e tranquillo.
2. Il nido deve garantire una facile accessibilità e non essere troppo coperto dalla vegetazione. La presenza di una libera traiettoria di volo è essenziale per la maggioranza edlle specie.
3. L'altezza di applicazione dipende dalla specie, ma in generale l'altezza preferenziale è di poco superiore ai tre metri.
4. Il nido non deve essere mai inclinato verso l'alto, ma in posizione parallela al suolo o leggermente inclinato verso il basso per essere riparato da pioggia e sole.
5. Il supporto deve essere ben saldo e poco oscillante, e il fissaggio del nido ben sicuro.
6. Certe specie come Scricciolo e Merlo preferiscono nidi inseriti in vegetazione fitta come edera e cespugli, ma sempre tale da permettere un accesso agevole al primo posatoio da cui poi, usando la vegetazione, sia possibile raggiungere l'entrata.

Mercoledì, 02 Ottobre 2013 19:14

Come costruirsi un nido artificiale

Costruirsi un nido artificiale è semplice, e basta seguire certe indicazioni soprattutto in relazione alle dimensioni delle varie parti. Riportiamo di seguito le misure ideali in relazione alle specie più comuni.

Specie Retro Lati Fronte Diam. foro Base >Da base a foro
Cinciallegra 37.5 25-27.5 20 25 2.8 10x10 17.5
Cinciarella 37.5 25-27.5 20 25 2.5-2.8 10x10 17.5
Codirosso 25 27.5-30 22.5 27.5 2.8-5 12.5x12.5 20
Passera d'Italia 42.5 30-32.5 22.5 30 3.8 15x15 22.5
Picchio muratore 37.5 25-27.5 20 25 2.8-3.8 10x10 17.5
Pigliamosche 37.5 25-27.5 20 25 3.1-3.8 10x10 17.5
Scricciolo 37.5 25-27.5 20 25 5 10x10 17.5
Storno 50 37.5-40 30 37.5 5 22.5x22.5 30
Torcicollo 37.5 25-27.5 22.5 25 3.8-4.3 12.5x12.5 17.5


Esploso di un nido a cassetta

Le dimensioni e i rapporti elencati nella tabella sono ideali per attirare una specie anziché altre. Misure intermedie sono comunque ottime per due o più specie.
I nidi standard della Lipu hanno misure tali da essere adatti ad accogliere dalla Cinciallegra alla Passera d'Italia.
Per costruire un nido artificiale a cassetta si devono seguire le indicazioni generali di taglio, scegliendo le misure in base a quelle riportate nella tabella.

Le generalità di taglio per un nido a cassetta aperta sono pressoché le stesse con una sola variante per la parte frontale.

Nel caso di un "fai da te" è importante sapere che lo spessore del legno preferibile è di circa 2 cm. Spessori inferiori possono essere accettabili utilizzando compensato, meglio se resinato al fine di evitare imbarcature e scollamenti.
Il legno è meglio che non sia trattato di recente con oli o creosoto o resine che tendono a conferirgli maggiore impermeabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Un eventuale trattamento va realizzato con largo anticipo sull'apposizione, lasciandolo all'esterno perché perda le esalazioni. Anche se gli uccelli hanno un odorato estremamente labile sembra che non apprezzino nidi con legno impregnato di recente.
In certi casi è preferibile che la base del nido sia dotata di uno o due fori per facilitare il deflusso di eventuale acqua infiltrata. Le cerniere che fissano il coperchio e lo rendono apribile possono essere metalliche, ma una striscia di materiale plastico gommoso (tipo linoleum) rappresenta la migliore soluzione.
Altri piccoli ma importanti accorgimenti si riferiscono al miglioramento dell'accessibilità al nido attraverso l'apposizione di un bastoncino fissato poco sotto l'ingresso per fungere da posatoio prima di entrare; oppure scalfire il margine inferiore del foro d'entrata per facilitare la presa delle zampe.

 

Mercoledì, 02 Ottobre 2013 19:04

Nidi per uccelli di bosco, campagna e città

I nidi a cassetta si dividono in modelli "con foro d'entrata" (o chiusi) e modelli "aperti". Come vedremo più avanti, infatti, certe altre specie non nidificano in vere e proprie cavità, ma cercano piuttosto dei ripari e amano nidi a cassetta, con ampia apertura frontale.

I nidi artificiali più tipici per le piccole specie di uccelli canori che frequentano boschi, campagne e città sono detti a "cassetta postale". Questo tipo di nido ha un coperchio apribile ed un foro d'ingresso. Il modello classico può subire numerose varianti soprattutto nelle dimensioni, nella forma e posizione del foro d'entrata nonché nella struttura generale del nido.

Una comune variante è quella del "nido a tronchetto" dove la forma è cilindrica anziché squadrata. La sua realizzazione è comunque ben più complessa partendo da un moncone di tronco che viene convenientemente svuotato del legno interno. In altri casi si usano stampi e colate di cemento misto a segatura per alleggerirne il peso.

A "cassetta" o a "tronchetto" non crea differenza per la maggioranza delle specie. Il foro d'entrata invece è particolarmente importante: la sua dimensione infatti deve essere ben calcolata. Fori troppo piccoli rendono impossibile l'accesso a specie di taglia più grande; fori troppo ampi, in certi casi non offrono adeguata riservatezza e sicurezza dai predatori a molti uccelli piccoli.

Gli ospiti dei nidi artificiali

Le specie italiane più comunemente ospiti dei nidi artificiali a cassetta sono le seguenti:

Nidi a cassetta o a tronchetto, chiuse

Cinciallegra, Cinciarella, Cincia mora, Passera d'Italia, Passera mattugia, Storno, Picchio muratore, Rampichino, Torcicollo, Codirosso, Pigliamosche, Scricciolo

Cinciallegra, L.Sebastiani, www.birds.it

Nidi a cassetta aperta

Pigliamosche, Pettirosso, Ballerina bianca, Codirosso, Scricciolo, Merlo

È importante conoscere le abitudini delle varie specie che si vogliono attrarre nel nido.

  • Cince, passeri, storni, picchi muratori, pettirossi, rampichini, scriccioli e merli nidificanti nelle nostre regioni sono sedentari e spesso precoci nella nidificazione. Possono compiere "migrazioni verticali" nelle aree di montagna, scendendo a valle in inverno. Spesso la loro presenza aumenta nella stagione fredda per l'arrivo di contingenti provenienti da nord e venuti a svernare in climi meno rigidi. La presenza invernale di pettirossi, per esempio, non dimostra che la specie resti poi a nidificare; per la maggior parte dei casi urbani, infatti, si tratta di individui che all'arrivo della primavera tornano a nord o in montagna.
  • Torcicollo e Ballerina bianca sono più sensibili agli inverni e possono disperdersi più a sud.
  • Codirosso e Pigliamosche sono veri e propri migratori su lunga distanza e partono nella tarda estate per tornare ad aprile-maggio.
Mercoledì, 02 Ottobre 2013 18:50

Come attirare gli uccelli ospiti delle mangiatoie

In inverno molti uccelli allargano lo spettro della propria dieta, che diventa, per necessità, principalmente onnivora. Per questo una mangiatoia può attirare molte specie diverse, e il successo della mangiatoia dipenderà dal tipo di cibo offerto.

Guida all'uso delle mangiatoie

Infatti, è selezionando il cibo che si attireranno o escluderanno certi uccelli. Poichè lo scopo dell'impiego di mangiatoie è principalmente di aiutare i piccoli uccelli, nonché di accogliere e poter osservare il maggior numero di specie, i modelli con tettoia risolvono il problema di tortore e piccioni oppure dei corvidi che, dove sono troppo abbondanti, desertificano le mangiatoie preparate per altre specie.

Scegli le mangiatoie dell'Emporio Lipu Scegliendo i nidi artificiali, le mangiatoie e i mangimi dell'Emporio Lipu puoi costruire il tuo birdgarden e aiutare la Lipu nelle tante attività in difesa degli uccelli e degli animali selvatici

Vai all'Emporio

La presenza del tetto rende molto difficile se non impossibile l'atterraggio sul piano della mangiatoia. Per attirare più specie, è bene diversificare il cibo.

Una fila di arachidi appese ad un filo (trapassate usando un ago da cucire) o uno spicchio di polpa fresca di noce di cocco sono esche irresistibili per tutte le cince ed i picchi muratori che se ne cibano, compiendo acrobazie eccezionali e talvolta un po' comiche.

 

Nella tabella che segue è indicato ciò che gradiscono maggiormente i diversi uccelli.

Cibo Specie
Semi di mais, canapa e mais tritato Fringuelli, verdoni, cardellini
Semi di girasole Fringuelli, verdoni, cince, picchio muratore
Briciole dolci Pettirossi, cince, regoli, picchio muratore, fringuelli, merli, storni, capinere
Frutta secca Cince, picchio muratore
Frutta fresca Merli, tordi, storni, capinere, pettirossi, cinciarelle
Grasso e carne Cince, storni, pettirossi, merli, tordi

 

Le mangiatoie possono riservare molte sorprese, tra cui presenze rare ed insospettabili. Ad esempio, durante un inverno molto rigido potrete ricevere la visita dei lucherini, che si spingono a sud solo quando le condizioni invernali si fanno proibitive. Analogamente, un po' di carne cruda può attirare picchi verdi e rossi.

Ma la lista delle specie potenzialmente attirabili ad una mangiatoia è infinita. Dipende anche da noi e dalla nostra voglia e capacità di gestire al meglio questi divertentissimi ristoranti per uccelli selvatici.

Mercoledì, 02 Ottobre 2013 18:49

Come costruire una mangiatoia

Guida all'uso delle mangiatoie

Costruire una mangiatoia aperta è abbastanza semplice. Si consiglia di utilizzare legno di buona qualità ed abbastanza resistente alle intemperie, visto che la mangiatoia dovrà essere sistemata in luogo aperto. Il modello descritto ricalca quello che puoi richiedere su Emporio Lipu un cambio di una piccola donazione.


MATERIALE
8 viti, 8 chiodi, 2 catenelle, 1 anello.



FASE 1
Prendere la base della mangiatoia ed i due montanti, ed appoggiare la parte piana di questi sul piano della base, sopra ai fori. Fare in modo che il centro dei montanti sia nel centro della mangiatoia (9 cm dal lato). Infilare le viti nei fori della base ed avvitare i montanti.



FASE 2
Prendere le due traverse del tetto (triangolari) ed inchiodarle alla parte inferiore dei lati del tetto (facciata opposta alle catenelle) tenendo il taglio inclinato verso il centro. ATTENZIONE quando inchiodate il tetto sulle traverse fate in modo che lo spazio interno (tra le due traverse) sia pari alla lunghezza della base (ossia 24 cm)



FASE 3
Appoggiare la punta dei montanti sotto e nel centro del tetto, in modo che siano a fianco delle traverse (verso l'interno). Tenere il tetto diritto, infilare dele viti lunghe nei fori delle traverse ed avvitare i montanti.
Appendere la mangiatoia al balcone o ad un albero tramite la catenella.

Mercoledì, 02 Ottobre 2013 18:48

Come installare una mangiatoia

Scegliere dove e in che momento dell'anno installare una mangiatoia è molto importante perché determina il tipo di uccelli che verranno attirati e che di conseguenza sarà possibile osservare.

Quando, dove e come installarle

Guida all'uso delle mangiatoie

Il momento più adatto a posizionare una mangiatoia è l'inizio dell'inverno, quando il freddo inizia a farsi sentire.
Ci vorranno alcuni giorni perchè gli uccelli si abituino alla nuova presenza o semplicemente se ne accorgano, e sperimentino ciò che contiene. Insistete nel rifornirla e rinnovatela di cibo finché non noterete i primi ospiti: da quel momento le visite incrementeranno a vista d'occhio. Se l'assenza di visitatori sarà troppo prolungata provate a cambiare posizione alla mangiatoia. I luoghi adatti ad una mangiatoia sono molti: appesa tra i rami spogli di un albero, piantata su un palo in mezzo al prato, appoggiata sul davanzale di una finestra che dà sul giardino. Molto importante è decidere l'altezza dell'installazione: mangiatoie troppo alte sono difficili da rifornire ed escludono molte specie che frequentano il suolo o i rami più bassi. Al contrario, mangiatoie basse possono essere anche visitate da uccelli che scendono da più in alto.
Le mangiatoie posate o dotate di supporto sono in genere alte circa un metro e mezzo, mentre appese possono anche raggiungere i tre metri.
Requisito comune deve essere la tranquillità del sito per buona parte della giornata, soprattutto al mattino o nelle prime ore del pomeriggio, le ore che sembrano preferite per le visite alle mangiatoie. Sarebbe anche bene scegliere luoghi non battuti dal vento o dalla pioggia diretta.
Il cibo in una mangiatoia andrebbe rinnovato ogni giorno.
Esistono alcuni accorgimenti per evitare disturbo o pericolo agli uccelli della mangiatoia da parte di predatori, in particolare gatti. Un tronco di cono o una banda di latta o plastica posizionati a metà del sostegno o del tronco sono più che sufficienti.

Come e cosa osservare

Sono molte le osservazioni da effettuare presso una mangiatoia. Anzitutto si ha la rara opportunità di osservare da vicino uccelli altrimenti elusivi e legati alla vegetazione, agli strati più alti di chiome, in continuo volo e movimento.
Alcune specie hanno splendide colorazioni del piumaggio; è pertanto possibile, con l'aiuto di un buon binocolo, apprezzare le forme e le differenze tra le specie, non solo in termini di piumaggio, ma anche di comportamenti e strutture corporee.
Gli uccelli dai becchi tozzi e trituratori sono dei granivori, quelli dai becchi sottili ed appuntiti degli insettivori, mentre gli onnivori hanno il becco più robusto.
Spesso capita di osservare molti comportamenti curiosi, come quelli competitivi e di minaccia, frequentissimi tra i membri della stessa specie, come tra specie diverse. Si scopriranno anche diverse tendenze alla socialità. Passeri e fringuelli capitano quasi sempre in piccoli gruppi.
Anche le cince sono spesso gregarie e formano "bande" miste a regoli e picchi muratori; gli storni sono sociali tra loro ma molto aggressivi con le altre specie alla mangiatoia; il pettirosso è il più solitario e poichè è molto territoriale è rarissimo vederne due alla stessa mangiatoia. Se accade, sarà possibile osservare rituali canori, comportamenti di minaccia ed assistere alle rincorse ed alle scaramucce per assestare la proprietà.

Martedì, 01 Ottobre 2013 14:14

Contatto diretto con la Lipu

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Martedì, 01 Ottobre 2013 11:09

Il Progetto Berta maggiore

La Berta maggiore è una delle specie di uccelli marini presenti nei mari italiani. Dal 2008 la Lipu svolge studi per identificare le aree più importanti per la sua conservazione.

La Berta maggiore del Mediterraneo (Calonectris diomedea diomedea) è una specie pelagica, tipica del Mediterraneo, che trascorre gran parte della propria vita in mare aperto e torna sulla terraferma solo per nidificare. Questo è il motivo per cui, per lungo tempo, è stato molto difficile studiare la specie e conoscerne l’ecologia e il comportamento.

Di recente, tuttavia, lo sviluppo di nuove tecnologie ha permesso di indagare importanti aspetti di questi animali che un tempo erano difficilmente valutabili.

Dal 2008 la Lipu svolge studi di telemetria della Berta maggiore utilizzando mini GPS-logger, che applicati per un breve periodo sul dorso, permettono di registrare con elevata precisione gli spostamenti effettuati da questi uccelli durante il periodo riproduttivo: dalla colonia di nidificazione in mare aperto e di nuovo il ritorno alla colonia.

Le ricerche sono state condotte sull’isola di Linosa, che ospita una delle più grandi colonie di Berta maggiore del Mediterraneo, nell’Arcipelgo alle Tremiti, nell’Arcipelgo Toscano e nell’Arcipelago de La Maddalena, ottenendo un totale di 154 tracciati, ciascuno dei quali effettuato da un singolo individuo. Grazie a tali studi, è stato possibile individuare le aree maggiormente utilizzate dalle berte maggiori in mare aperto, un’informazione importante per una più efficace conservazione di questa specie.

La Berta maggiore costruisce il nido su isolette al largo, nelle quali nidifica in colonia su coste rocciose, scogliere, falesie, pietraie laviche (Linosa) o anche in anfratti, grotte e spaccature. Depone l'unico uovo tra metà e fine maggio, che viene covato da entrambi i sessi per 51 giorni. L'involo dei piccoli avviene tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. Si nutre di pesci e crostacei. Lo sfruttamento umano delle risorse ittiche costituisce una minaccia per la specie, così come le numerose catture accidentali con reti da pesca (bycatch).

Scheda della specie
Riproduzione deposizione metà/fine maggio (un unico uovo covato da entrambi i sessi per 51 giorni); involo a fine settembre/ottobre.
Nido su isolette al largo, dove nidifica in colonia su coste rocciose, scogliere, falesie, pietraie laviche (Linosa), in anfratti, grotte e spaccature.
Alimentazione si nutre di pesci e crostacei.
Minacce sovrasfruttamento delle risorse ittiche da parte dell’uomo, cattura accidentale con reti da pesca (bycatch)
Curiosità si ipotizza che il canto lamentoso di questi uccelli abbia dato origine al mito delle sirene e del loro canto.

Martedì, 01 Ottobre 2013 09:27

Lo Stato di Conservazione delle specie

 

L'Unione Europea  si è data l'obiettivo di fermare il declino della biodiversità. Riguardo agli uccelli selvatici, tutti gli Stati membri devono agire, ad esempio fornendo una valutazione dello Stato di Conservazione delle specie e degli habitat del proprio Paese. La Lipu lo ha fatto con successo per l'Italia.

La Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (79/409/CEE) costituiscono due strumenti fondamentali per il conseguimento di questo obiettivo.

Nel 2005, il Comitato Habitat ha definito le linee guida per monitorare lo stato di conservazione delle specie e degli habitat tutelati dalla Direttiva Habitat (43/92/EU), al fine di ottemperare a precisi obblighi dettati dall’Articolo 17 della stessa Direttiva.

Lo Stato di Conservazione è considerato soddisfacente se i dati relativi alla popolazione di una specie mostrano una persistenza a lungo termine, la sua abbondanza e distribuzione risultano stabili o in incremento e gli habitat utilizzati dalla specie sono considerati sufficienti per garantire su lungo periodo la persistenza della specie.

Secondo le linee guida prodotte dal Comitato Habitat, ciascuno Stato membro dovrebbe definire il Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per ciascuna specie e ciascun habitat, al fine di valutarne, appunto, lo stato di conservazione.

La Lipu, con il supporto del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, lo ha fatto per l'Italia, consentendo in questi anni di valutare lo Stato di Conservazione delle circa 250 specie di uccelli nidificanti in Italia, descrivendo per ognuna la situazione dello Stato di Conservazione e formulando per buona parte un FRV in termini di popolazione o di densità riproduttiva.

Questo lavoro rappresenta un’esperienza unica sia a livello nazionale ed europeo; nessuno stato membro aveva sinora valutato lo Stato di Conservazione e parallelamente fissato termini di riferimento per la sua valutazione.

 

 

 

Venerdì, 27 Settembre 2013 16:23

Giù le mani dai parchi

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