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Le zone calde del bracconaggio in Italia

Le zone calde del bracconaggio in Italia Bracconaggio in Sardegna (foto L. Sarzi)
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In Italia il bracconaggio è diffuso in modo uniforme in tutto il territorio del Paese, sebbene leggermente più presente nelle regioni meridionali, principalmente a causa della scarsità di controlli.

In alcune zone il fenomeno del bracconaggio e della caccia illegale è così diffuso e radicato sul territorio ad un livello così profondo che è possibile disegnare una vera e propria mappa delle zone calde (dette anche hot spots) del bracconaggio in Italia.

Ogni zona ha sviluppato un diverso tipo di bracconaggio, rivolto a specie differenti. Conoscere e capire la diffusione e le caratteristiche del fenomeno ci può aiutare a combatterlo.

Ecco la mappa degli hot spots del bracconaggio in Italia:

Le Valli del bresciano e del bergamasco

Nelle valli del bergamasco e del bresciano il problema del bracconaggio riguarda sopratutto i piccoli uccelli, passeriformi protetti come pettirossi, cince, merli, usignoli, e tante altre specie. Vengono catturati con dei veri e propri strumenti di tortura chiamati archetti, che spezzano le zampe agli uccellini mantenendoli però integri in modo da essere utilizzati nel piatto tipico della Polenta e Osei.;

Il Basso Sulcis in Sardegna

In provincia di Cagliari ogni anno tra i 300.000 e i 600.000 pettirossi, merli e tordi sono cacciati illegalmente con reti e trappole. Gli animali catturati, sono venduti ai ristoranti della zona per la preparazione delle cosiddette “grive”, gli spiedini di uccelli.

Lo Stretto di Messina

Lo Stretto di Messina è il punto di passaggio di tantissimi uccelli migratori come Falchi e Cicogne di ritorno dall’Africa. Purtroppo ad attenderli, ogni primavera, ci sono centinaia di bracconieri che sparano a questi bellissimi volatili uccidendone a centinaia. Il Falco Pecchiaiolo (chiamato Adorno nel dialetto locale) è vittima della violenza dei bracconieri a causa di una stupida superstizione. Si pensa infatti che appendere un falco in casa salvi dal tradimento e dall'infedeltà coniugale.

Le Isole tirreniche (arcipelago ponziano e campano)

Le isole di Lazio e Campania sono posti importantissimi per la migrazione, soprattutto dei piccoli uccelli che qui si fermano per ristorarsi nel corso delle lunghe tratte in mare. I bracconieri catturano illegalmente i passeriformi in migrazione per mangiarli. Anche qualglie e tortore sono uccise illegalmente. Sull'isola di Ischia in particolare sono centinaia i piccoli uccellini catturati con le trappole. Anche i Falchi vengono abbattuti per essere esibiti come macabri trofei.

Le Isole circumsiciliane

Anche nelle Isole attorno alla Sicilia si catturano e si abbattono con mezzi non consentiti passeriformi in migrazione, quaglie e tortore in primavera, si abbattono inoltre rapaci in migrazione per puro divertimento. Un caso particolare è quello dell'Acquila del Bonelli di cui esistono pochissime coppie. In Sicilia ogni anno in primavera i bracconieri si appostano per rubarne i piccoli e venderli al mercato illegale per ragioni legate al collezionismo di animali selvatici. Un'aquila può valere anche 10.000€.

Le Zone umide del Delta del Po

Sul Delta del Po' il bracconaggio riguarda l’abbattimento di uccelli acquatici con mezzi non consentiti e l’abbattimento di specie protette. Gli animali sono utilizzati per consumo gastronomico personale o abbattuti per puro divertimento.

Le Zone umide della Puglia

In Puglia i bracconieri uccidono diverse specie di uccelli, alcuni dei quali protetti, con mezzi non consentiti e abbattimento di specie protette. Gli animali sono utilizzati per consumo gastronomico personale o uccisi per puro divertimento.

Le Zone umide del Litorale Domitio

Sul litorale domitio ogni anno sono abbattuti uccelli acquatici con mezzi non consentiti. Inoltre si pratica la caccia in primavera (ovviamente illegale). Gli animali uccisi sono utilizzati per consumo gastronomico personale o abbattuti per puro divertimento. In questa zona è forte la presenza della criminalità organizzata che gestisce diversi appostamenti fissi abusivi.

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