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La garzetta e lo sparviere: cronache dai centri recupero

La garzetta e lo sparviere: cronache dai centri recupero
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Ore 10, incrocio tra via Boccea e via Casal Selce, periferia nord ovest di Roma. 

L’area è densamente popolata, e migliaia di mezzi scorrono ogni giorno attraverso le sue strade. Sul selciato giace, agonizzante, una garzetta. L’ala sinistra è fratturata: qualcuno gli ha sparato a distanza ravvicinata con un fucile ad aria compressa. Il proiettile è un calibro 4,5, di tipo “Diablo”, sparato con tutta probabilità dal balcone o dal giardino di casa. Un fatto inquietante, imprevedibile, ed estremamente crudele. Quando non arriva il cacciatore “distratto”, arriva la noia, la superficialità, l’indifferenza. E l’idiozia.La radiografia della garzetta che evidenzia il pallino)La radiografia della garzetta che evidenzia il pallino)

A due passi, il traffico scorre regolarmente, intenso e rumoroso come ogni giorno…Il povero animale viene raccolto e portato da mani pietose al Centro recupero Lipu, accanto al Bioparco.
Sta molto male. La radiografia evidenzia una frattura all’omero dell’ala sinistra. L’arto viene immobilizzato, l’animale va reidratato di continuo, gli antibiotici somministrati a cadenze regolari. Ma tutti gli sforzi di veterinari, staff e volontari si rivelano inutili. 24 ore dopo il ricovero la garzetta muore. Non c’è il tempo di riprendersi che il giorno dopo una poiana, impallinata a Santa Marinella, viene ricoverata. Oggi è ancora in cura antibiotica e in attesa di essere operata: occorre togliere uno dei due pallini da caccia che ha provocato un’infezione e potrebbe compromettere la saldatura della frattura scomposta del radio e dell’ulna dell’ala destra.


Ma, tempo un paio di giorni, arriva uno splendido sparviere. Dopo una settimana di cure e speranze, l’animale però non ce la fa. Aveva una frattura scomposta ed esposta del radio e dell’ulna dell’ala sinistra, oltre a 6 pallini di piombo che gli hanno causato gravi lesioni.

Emergenza Centri Recupero!Proprio in questo momento tanti animali in difficoltà hanno bisogno di te. I Centri Recupero Lipu rischiano di chiudere. Non permettere che volpi, ricci, rapaci caduti dal nido e gli altri animali selvatici feriti restino senza cure

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In pochi giorni, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, sono tre i rapaci colpiti e arrivati nel centro recupero di Roma gestito dalla Lipu. Una goccia in un mare di animali impallinati, caduti di nidi o che hanno impattato contro mezzi o superfici. Ogni anno il centro di Roma ricovera 5mila animali selvatici, bisognosi di cure, medicine, garze e disinfettanti e, spesso, operazioni chirurgiche. Se ne salvano tanti, grazie all’impegno di tanti volontari e dello staff. Ma gli enti locali non ci danno più contributi per far fronte alle spese. E non soltanto a Roma, anche a Livorno, col “Cruma”, e Pontevecchio di Magenta per il centro “La Fagiana” ci troviamo nelle stesse condizioni. Nonostante lo sforzo di centinaia di operatori e volontari, i centri hanno curato migliaia di animali in difficoltà per 365 giorni all’anno.

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Lunedì, 16 Novembre 2015 16:49

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