Lipu Onlus, natura, uccellie animali selvatici in Italia

Elezioni politiche, ecco le proposte della Lipu. Biodiversità grande tema dei nostri tempi

Piovanello pancianera - Roberto Sauli Piovanello pancianera - Roberto Sauli
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Grande opera di ripristino di habitat e specie, stop consumo suolo, agroecologia, rivoluzione verde nelle citta’. “La biodiversita’ e’ uno dei più grandi temi dei nostri tempi eppure la politica, timida e legata a visioni superate, la ignora ampiamente”.

L’associazione dell’Upupa presenta un Decalogo per il Governo e il Parlamento e la proposta di una Giornata Parlamentare della Natura, per uscire dal vecchio paradigma e affrontare seriamente la questione ambientale.


Dalla grande opera di ripristino di habitat e specie all’aumento delle aree protette, dalla legge contro il consumo di suolo alla transizione verso l’agroecologia, dalla lotta al bracconaggio alla rivoluzione verde per le nostre città, fino a una legge di regolamentazione del lobbying che favorisca la trasparenza e la piena partecipazione civica alla politica.

Sono alcune delle proposte contenute nel Decalogo Cambiare l’Italia, con la Natura al centro, che la Lipu-BirdLife Italia ha trasmesso oggi alle forze politiche in vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, anche sulla base dei programmi generali già elaborati dai partiti.

“La natura è il centro delle nostre vite ed alla base di ogni nostra azione, economica e non - afferma la Lipu - Eppure, nonostante sia persino entrata tra i principi fondamentali della Costituzione, le maggiori forze politiche italiane la ignorano o la pongono in secondo piano. E’ davvero necessario che il Governo e il Parlamento comincino ad abbandonare il vecchio paradigma e ad elaborare un piano che ripristini la biodiversità, ridando anche in tal modo benessere e serenità alle persone”.

L’Italia è un paese straordinariamente ricco di biodiversità, con quasi 60mila specie faunistiche, molte delle quali endemiche, una grande varietà di habitat e paesaggi e una notevole ricchezza di risorse naturali. La tutela di questo patrimonio non ha frenato del tutto l’impatto sulla natura di politiche e pianificazioni spesso devastanti. Il risultato è che oggi abbiamo un gran numero di specie in declino, molti habitat degradati, aree protette sottoposte a pressioni di vario tipo, risorse naturali dissipate e un inarrestabile consumo di suolo, con oltre 19 ettari persi ogni giorno, secondo gli ultimi dati di Ispra.

“Le istituzioni e gli organismi internazionali, dall’Unione europea all’Ipbes, hanno evidenziato la gravità della situazione mondiale della biodiversità e le pesanti ricadute anche sull’economia, la sicurezza e la giustizia sociale - prosegue la Lipu - L’Ipbes ha nel contempo indicato le opportunità di ripresa e vero benessere che la biodiversità offrirebbe, se messa al centro di politiche finalmente attente e innovative.

Ebbene, a fronte di tutto ciò, dalla campagna elettorale sono giunti pochi e sporadici segnali, mai ponendo il tema nel dibattito pubblico, generando così un circolo vizioso secondo cui meno ne parli e meno la gente appare interessata. Pochissime le eccezioni, tra cui i programmi di Europa Verde - Sinistra Italiana e Unione Popolare, nei quali vari e rilevanti sono i punti relativi alle politiche della natura.

“E’ invece di fondamentale importanza che la biodiversità assurga per tutti, al pari della gravissima situazione climatica, a tema centrale dei nostri tempi, intorno al quale far ruotare una pianificazione attenta, un riequilibrio delle caratteristiche dei territori, un’opera di armonizzazione tra le comunità umane e la natura come fonte di un benessere diverso e finalmente sostenibile. Solo a partire da questo approccio sarà possibile abbandonare progressivamente il paradigma in atto, legato alla crescita senza limiti e alla dissipazione delle risorse, ed aprire una nuova stagione ecologica.

“E’ a questo che guarda il Decalogo che abbiamo trasmesso alle forze politiche per le prossime elezioni - sottolinea la Lipu - con alcuni tra i punti più importanti da affrontare: il ripristino della biodiversità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’aumento delle aree protette, il mantenimento della potestà statale sulla biodiversità (rispetto ai progetti di federalismo e autonomia differenziata), la legge contro il consumo di suolo, la transizione agroecologica, la lotta al bracconaggio, l’ecologia urbana, la regolamentazione del lobbying e la partecipazione alla vita politica.

“E’ altresì necessario che sia avviata, a partire da Governo e Parlamento, una grande opera di sensibilizzazione sui bisogni naturali del pianeta e delle persone, anche attraverso un maggiore investimento nei programmi scolastici e nella formazione permanente, e sia favorita l’adozione di stili di vita giusti e realmente sostenibili, a partire dal buon uso delle risorse e dalla gestione dei rifiuti (vedasi, tra gli altri, il tema della plastica e dei vuoti a perdere). Sotto il profilo culturale e politico sarebbe in tal senso di grande valore la realizzazione di una Giornata Parlamentare della Natura, con il coinvolgimento di scienziati, organizzazioni, movimenti, figure della cultura e della società civile, comitati tra cui quelli del Capitale naturale e del Verde pubblico. Un evento concreto e simbolico di conoscenza e impegno politico, che dia il segno della volontà di uscire dalla vecchia cultura grigia e prendere finalmente la strada della cultura ecologica e dell’armonia con la natura”.

 

“Cambiare l’Italia, con la Natura al centro”.

IL DECALOGO DELLA LIPU PER LA NUOVA LEGISLATURA 2022-2027

1. Ripristinare la natura e aumentare le aree protette, nel contesto della piena potestà statale sulla biodiversità.

La grave situazione relativa agli habitat naturali e a molte specie animali, tra cui gli uccelli, ha spinto l’Europa a una proposta di legge per il ripristino della natura (Restoration Law) dalle ambizioni senza precedenti e in generale ad una Strategia per la biodiversità al 2030 che include anche una maggiore estensione e qualità delle aree protette. Su questo fronte l’impegno italiano deve essere massimo, anche nel contesto del mantenimento e rafforzamento della potestà esclusiva dello Stato sulla biodiversità, oltre ogni possibile progetto di federalismo e autonomia differenziata.
Governo e Parlamento, nel mantenere e rafforzare la potestà esclusiva dello Stato sulla biodiversità, si impegnino all’approvazione della Restoration Law europea e alla sua piena attuazione italiana, così come all’attuazione della nuova Strategia per la biodiversità, incluso l’aumento ad almeno il 30% del territorio nazionale protetto, con un 10% di protezione rigorosa.

2. Impedire che le opere del Pnrr arrechino danni significativi alla biodiversità

Fortemente deficitario sul fronte della tutela e della buona valorizzazione della natura, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede un gran numero di opere ed infrastrutture che rischiano di produrre un considerevole impatto sulla biodiversità italiana.
Governo e Parlamento si impegnino a far sì che le opere del Pnrr favoriscano il ripristino degli ecosistemi e siano realizzate nel massimo rispetto delle norme di tutela della biodiversità, in coerenza con il principio del “Non danno significativo” (“Do not significant harm”) posto dall’Europa come condizione vincolante per l’utilizzo dei fondi del Next Generation Eu.

3. Fermare il consumo del suolo con una legge rigorosa

La perdita di suolo ha raggiunto in Italia livelli spaventosi, con il cemento che ricopre ormai 21.500 chilometri quadrati di territorio e un costo valutato da Ispra in 8 miliardi di euro l’anno.
Governo e Parlamento si impegnino ad approvare una legge contro il consumo del suolo dagli obiettivi ambiziosi e strettamente vincolanti, che porti progressivamente a zero la perdita di suolo, sia agricolo che interessato da habitat naturali e seminaturali, e impedisca un’ulteriore espansione e densificazione delle aree urbane.

4. Favorire una seria transizione all’agroecologia
L’insostenibilità dell’attuale modello agricolo-alimentare è ormai chiaramente dimostrata da numerosi fattori: il declino degli impollinatori e degli uccelli di ambiente agricolo, che dal 2000 ad oggi hanno perso in Italia quasi un terzo delle popolazioni (-28,8%); l’inquinamento dei corsi d’acqua e delle falde; l’aumento dei gas climalteranti come il metano ma anche il calo del numero di aziende e di impiegati in agricoltura. Una crisi generale che richiede un cambiamento radicale.
Governo e Parlamento si impegnino a favorire una transizione in senso agroecologico della nostra agricoltura e il rispetto dei target della Strategia Europa “from farm to Fork”, attraverso un’efficace
attuazione del Piano di sviluppo nazionale della PAC 2023-27, la revisione del Piano Pesticidi con la riduzione dell’uso e del rischio di almeno il 50%, la salvaguardia delle biodiversità agricola, il no agli OGM anche di nuova generazione, il sostegno convinto all’agricoltura biologica, un impegno forte sul benessere animale e sulla riduzione del carico zootecnico, la promozione di modelli alimentari realmente sostenibili.

5. Limitare fortemente l’attività venatoria, verso la sua abolizione
Pur maggiormente contenuta che in passato, l’attività venatoria in Italia continua a risultare oltremodo impattante, agendo ancora su specie in declino, colpendo gli uccelli selvatici durante la migrazione prenuziale, prevedendo tuttora pratiche esecrabili come l’utilizzo dei richiami vivi, e svolgendosi in condizioni di scarsissimo controllo e verifiche.
Governo e Parlamento si impegnino a ridurre fortemente l’attività venatoria, tra le altre cose escludendo dalla lista delle cacciabili tutte le specie in declino, contenendo la stagione venatoria tra il 1° ottobre e il 31 dicembre, vietando la cattura e l’utilizzo dei richiami vivi e creando le condizioni per un maggiore monitoraggio dei suoi effetti, per avviarsi verso l’abolizione di questa pratica ambientalmente e culturalmente non più tollerabile.

6. Cambiare passo nella lotta al bracconaggio
Il bracconaggio continua ad essere una delle principali minacce per la conservazione di molte specie di uccelli e mammiferi, anche alla luce della posizione della penisola italiana quale ponte tra Africa ed Europa. Ancora oggi numerosi sono i casi di bracconaggio che interessano il nostro Paese, con la cattura e l’uccisione di migliaia di uccelli, spesso appartenenti a specie inserite in programmi di conservazione nazionali e internazionali. La mancata o carente applicazione del Piano nazionale antibracconaggio sugli uccelli selvatici rende urgente la necessità di interventi decisi e finalmente efficaci.
Governo e Parlamento inaspriscano le sanzioni penali e amministrative contro il bracconaggio, introducendo i delitti per le fattispecie più gravi, il concetto di furto venatorio e norme rigorose e innovative quali il daspo venatorio. Inoltre, adottino misure che consentano alle amministrazioni centrali e locali di aumentare il personale dedicato alla vigilanza sul territorio.

7. Riempire le nostre città di natura
Le aree urbane, che ospitano la maggior parte della popolazione umana, devono essere il centro di una vera e propria rivoluzione naturalistica che favorisca la tutela della biodiversità e del paesaggio e una maggiore fornitura di servizi e benefici ecosistemici, con il miglioramento del microclima, il contrasto all’inquinamento atmosferico, la protezione idrogeologica, il risparmio energetico e il benessere e la salute dei cittadini.
Governo e Parlamento approvino una legge per le città verdi che intensifichi e tuteli seriamente la presenza di alberi e biodiversità urbana, sia botanica che faunistica, favorisca la presenza di oasi naturalistiche, vieti abbattimenti ingiustificati degli alberi maturi e potature drastiche delle piante e promuova la conoscenza della natura e la convivenza armoniosa con essa.

8. Congiungere le due crisi, combattendo i cambiamenti climatici senza danneggiare la biodiversità
La crisi del clima e la crisi della biodiversità sono strettamente legate. I cambiamenti climatici danneggiano la natura e gli ecosistemi in salute aiutano a far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici. È quindi indispensabile che le politiche e i programmi assunti per affrontare l’emergenza climatica, e in special modo le infrastrutture per le energie rinnovabili nello svolgere la loro essenziale funzione, non aggravino il declino della biodiversità, creando un corto circuito fallimentare. Non è più rimandabile l’implementazione di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici che tuteli la biodiversità, le risorse naturali e protegga le comunità umane dall’aggravarsi della crisi ecosistemica, inclusa quella idrica.
Governo e Parlamento si impegnino a congiungere la gestione delle due crisi, clima e biodiversità, facendo sì che la transizione energetica avvenga nel massimo rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, attraverso la pianificazione integrata della localizzazione degli impianti, valutazioni ambientali approfondite, monitoraggi sull’adattamento degli habitat e delle specie ai cambiamenti climatici, l’esclusione delle biomasse non di scarto e concrete politiche di riduzione dei consumi. Inoltre, si impegnino a mettere al centro delle politiche economiche e di sviluppo, implementandolo rapidamente, un ambizioso piano di adattamento ai cambiamenti climatici a tutela delle comunità umane, dell’agricoltura e degli ecosistemi da cui esse dipendono.

9. Rifinanziare il Fondo per il soccorso della fauna e produrre linee guida gestionali
Il soccorso della fauna selvatica, che riguarda anche specie di alto valore conservazionistico, è un’attività importante ed impegnativa, che vede ogni anno la cura di decine di migliaia di animali e il coinvolgimento di un gran numero di cittadini, pur a fronte di una normativa disomogenea, di finanziamenti incerti e carenti e dell’assenza di standard gestionali generali.
Governo e Parlamento si impegnino a rifinanziare il Fondo nazionale per la fauna selvatica del ministero della Transizione ecologica, estendendo la platea dei beneficiari alle associazioni di volontariato che abbiano la tutela della fauna come missione, e producendo linee guida atte ad armonizzare ed elevare la qualità gestionale dei centri recupero.

10. Approvare una legge per la regolamentazione del lobbying e la partecipazione alla politica
Mai l’Italia ha avuto una normativa sulle attività di lobbying, lasciando le azioni svolte dai portatori di interesse a pochi regolamenti disconnessi e all’opacità del dietro le quinte, che favorisce solitamente gli interessi peggiori. I grandi cambiamenti in corso nelle nostre società richiedono una nuova stagione di chiarezza della politica, per fare della politica un esercizio di maggiore qualità e migliore partecipazione democratica.
Governo e Parlamento approvino una legge per la regolamentazione del lobbying e la partecipazione alla politica, che preveda trasparenza per le attività di policy svolte dai portatori di interesse e un sistema di reciprocità tra politica, amministrazioni e cittadini.

E’ altresì necessario che sia avviata, a partire da Governo e Parlamento, una grande opera di sensibilizzazione sui bisogni naturali del pianeta e delle persone, anche attraverso un maggiore investimento nei programmi scolastici e nella formazione permanente, e sia favorita l’adozione di stili di vita giusti e realmente sostenibili, a partire dal buon uso delle risorse e dalla gestione dei rifiuti (vedasi, tra gli altri, il tema della plastica e dei vuoti a perdere). Sarebbe in tal senso di grande valore, sotto il profilo culturale e politico, la realizzazione di una Giornata Parlamentare della Natura, con il coinvolgimento di scienziati, organizzazioni, movimenti, figure della cultura e della società civile, comitati tra cui quelli del Capitale naturale e del Verde pubblico. Un evento concreto e simbolico di conoscenza e impegno politico, che dia il segno della volontà di cambiare davvero l'Italia, uscendo dalla vecchia cultura grigia e prendendo finalmente la strada della cultura ecologica e dell’armonia con la natura.

 

Martedì, 30 Agosto 2022 10:07

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