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L'illegal killing nel Mediterraneo

Un pettirosso ucciso in Sardegna (CA) Un pettirosso ucciso in Sardegna (CA)
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Una cifra spaventosa: 25 milioni di uccelli selvatici vengono catturati o uccisi ogni anno nell’intera regione del Mediterraneo.

Lo affermano gli scienziati di BirdLife International (di cui la Lipu è rappresentante per l’Italia) nell’articolo Preliminary assessment of the scope and scale of illegal killing and taking birds in the Mediterranean, pubblicato lo scorso 3 marzo nella rivista scientifica Bird Conservation International.

L'articolo è pubblicato oggi dalla Lipu sul proprio sito web in occasione della Giornata mondiale degli uccelli migratori (World Migratory Bird Day), istituita nel 2006 per sensibilizzare alla tutela degli uccelli selvatici migratori.
Nell’articolo gli autori presentano una dettagliata analisi su quanti uccelli e quali specie subiscono un impatto a causa della caccia illegale, dove si trovano le 20 peggiori aree del Mediterraneo per la caccia illegale (ove avviene la cattura o l’uccisione di 8 milioni di uccelli) e perché diverse specie vengono prese di mira nei singoli Paesi. Le cifre sono state presentate in anteprima lo scorso agosto tramite il report The Killing.

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“Siamo rimasti profondamente colpiti dallo scoprire che 25 milioni di individui di oltre 450 specie sono stimati catturati o uccisi ogni anno nella regione del Mediterraneo, principalmente a scopi alimentari (ossia per il consumo in proprio come prelibatezze o venduti a scopo di profitto), per sport o per essere utilizzati come uccelli da richiamo nella caccia.

Le stime parlano di otto milioni di uccelli uccisi o catturati all’interno di 20 zone della regione mediterranea - afferma Anne-Laure Brochet, autore principale della pubblicazione – Data l’incertezza di questi numeri, dovuta alla difficoltà di documentare le attività illegali, il totale potrebbe in realtà essere compreso tra 5 e 11 milioni”.

Le 20 aree “hotspot” della regione mediterranea a maggior intensità di illegal killing si collocano in quattro Paesi: Cipro, Egitto, Libano e Siria. Si segnalano l’area di Famagusta a Cipro, dove tra i 400mila e 1 milione di uccelli sono illegalmente uccisi o catturati ogni anno, o quella denominata El Manzala in Egitto ( fino a 1,1 milioni di uccelli).
Il più alto numero di uccelli catturati o uccisi nella regione del Mediterraneo si registra in Italia (tra i 3,4 e i 7,8 milioni di uccelli), Egitto (tra i 700mila e i 10,6 milioni), e Siria (tra i 2,9 e i 4,9 milioni). La massima densità di uccisioni/catture si registra invece a Malta (tra i 18 e i 667 uccelli ogni anno per chilometro quadrato), Cipro (146-351 per chilometro quadrato) e Libano (161-335 uccelli per chilometro quadrato).

“E’ allarmante scoprire che nonostante l’impatto positivo della legislazione europea, metà dei 10 Paesi a più alta intensità di caccia illegale sono membri dell’Unione europea – sottolinea Willem Van den Bossche, coautore dell’articolo e Responsabile della Conservazione della Flyway per Europa e Asia Centrale per BirdLife Europa – Ciò indica la necessità di sforzi maggiori per assicurare che la direttiva europea Uccelli sia pienamente implementata a livello nazionale”.
Gli uccelli colpiti dalla caccia illegale, tra le altre, includono specie come la capinera (1,2 – 2,4 milioni di individui ogni anno), la tortora selvatica (tra le 300mila e le 900mila) e il tordo bottaccio (tra i 700mila e 1,8 milioni).

I dati sono stati raccolti dai partner di BirdLife (per l’Italia lo ha fatto la Lipu) utilizzando una varietà di fonti, come il monitoraggio sulle specie target , pubblicazioni, report e stime fornite da esperti.
In molti casi, i numeri sono stati ricavati in base all’uso di reti “mist-nets”, di trappole utilizzate per l’uccellagione, di rametti (in inglese “limesticks”) cosparsi di colla per la cattura di piccoli uccelli e dai ricoveri nei centri per il recupero della fauna selvatica.
“La caccia illegale è un problema di conservazione complesso – afferma Vicky Jones, co-autore della pubblicazione e responsabile Flyway per BirdLife International – Affrontare questo tema richiede azioni a livello locale, nazionale e internazionale, coinvolgendo le forze dell’Ordine, la Magistratura, le associazioni venatorie, le autorità governative nazionali, le Ong e gli strumenti di politica internazionale”.

I Piani d’azione nazionali per fronteggiare la caccia illegale sono stati di recente sviluppati grazie a un vasto numero di stakeholders in Egitto/Libia e a Cipro, con lo scopo di rafforzare la legislazione e la sua applicazione, sviluppando il monitoraggio e sostenendo gli sforzi per intraprendere azioni a favore di singole specie.
“Lo sfruttamento insostenibile è una delle maggiori minacce agli uccelli mondiali, e buona parte di esso è illegale – afferma Stuart Butchart, coautore della pubblicazione e Direttore Scienza a BirdLife International – Il nostro studio è il primo a compilare stime quantitative dettagliate del problema nel Mediterraneo. L’identificazione da noi operata degli “hot spots” della caccia illegale ci aiuterà a mettere a fuoco gli sforzi da mettere in atto sul campo per fronteggiare questo problema”.

L’ITALIA - I dati sull'Italia parlano di una strage di fringuelli (tra i due e i tre milioni), pispole (500/900mila esemplari), pettirossi (300/600mila), frosoni (200mila/1 milione) e storni (100/500mila).
Le specie minacciate di estinzione più colpite dalla caccia illegale nel nostro Paese sono l'anatra marmorizzata, da 1 a 5 esemplari colpiti (pari 50% della popolazione nidificante), il nibbio reale, da 50 a 150 esemplari coinvolti (pari al 30% della popolazione nidificante) e il capovaccaio, tra 1 e 5 esemplari colpiti (20% popolazione nidificante). “Gli uccelli selvatici, un immenso patrimonio di tutti e che non conosce confini nazionali o internazionali – aggiunge Claudio Celada, direttore Dipartimento di Conservazione natura della Lipu-BirdLife Italia – si meritano delle rotte migratorie, dette flyways, più sicure. Chiediamo dunque che l’Europa e l’Italia, quest’ultima in particolare con un Piano antibracconaggio nazionale e un inasprimento delle norme, incrementino gli sforzi per la conservazione e la condanna delle illegalità, prima che sia troppo tardi”.

LE SPECIE NELLA REGIONE MEDITERRANEA - Tra le vittime più frequenti dell’illegal killing nel Mediterraneo compaiono il fringuello (2,9 milioni di esemplari uccisi ogni anno), la capinera (1,8 milioni), la quaglia (1,6 milioni) e il tordo bottaccio (1,2 milioni), oltre a specie classificate come Vulnerabili dalla Lista rossa come il chiurlo maggiore.
In Spagna e in Italia tra le specie minacciate che risultano vittime della caccia illegale ci sono il capovaccaio e il nibbio reale, oltre che l’aquila imperiale spagnola (in Spagna) e l’anatra marmorizzata (in Italia).

 

SCHEDA
L’ILLEGAL KILLING NEL MEDITERRANEO

Uccelli illegalmente uccisi/catturati ogni anno (min – max)
1. Egitto 5,700,000 (741,000 – 10,600,000)
2. Italia 5,600,000 (3,400,000 – 7,800,000)
3. Siria 3,900,000 (2,900,000 – 4,900,000)
4. Libano 2,600,000 (1,700,000 – 3,5000,000)
5. Cipro 2,300,000 (1,300,000 – 3,200,000)
6. Grecia 704,000 (485,000 – 922,000)
7. Francia 522,000 (149,000 – 895,000)
8. Croazia 510,000 (166,000 – 855,000)
9. Libia 503,000 (325,000 – 680,000)
10. Albania 265,000 (206,000 – 325,000)
11. Spagna 254,000 (103,000 – 405,000)
12. Tunisia 139,000 (50,400 – 227,000)
13. Serbia 133,000 (104,000 – 163,000)
14. Montenegro 130,000 (64,000 – 197,000)
15. Malta 108,000 (5,800 – 211,000)
16. Territori Autorità palestinese 89,700 (70,000 – 109,000)
17. Portogallo 82,400 (32,400 – 133,000)
18. Marocco 74,400 (23,400 – 125,000)
 

Martedì, 10 Maggio 2016 13:11

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