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Parco nazionale Stelvio, servono piano e azioni coordinate

Parco nazionale dello Stelvio, A.Mazza Parco nazionale dello Stelvio, A.Mazza Andrea Mazza
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Parco nazionale dello Stelvio: manca un’idea unitaria e innovativa. Gli ambientalisti chiedono un piano e norme coordinate. Riproposte formule di sviluppo obsolete con più cemento, più infrastrutture, più impianti sciistici.

Un gioco di specchi che non restituisce un’immagine unitaria del Parco Nazionale dello Stelvio. Questa è l’impressione che si ricava dall’analisi compiuta dall’Osservatorio sul Parco Nazionale dello Stelvio delle associazioni ambientaliste, che - dal dicembre 2018 ad oggi - ha esaminato centinaia di pagine sulle proposte di piano, le zonizzazioni e le norme di attuazione (NTA) per l’area protetta, prodotte da Regione Lombardia e dalle Province di Trento e Bolzano. Proposte che offrono un’immagine frammentaria dell’area protetta, dove l’unico elemento comune sembra essere la riproposizione di formule obsolete per rilanciare l’economia alpina con più cemento, più infrastrutture di trasporto, più impianti sciistici, più bacini idrici per l’innevamento artificiale in un ambiente montano, radicalmente mutato per effetto dei cambiamenti climatici. La formula adottata, ancora una volta, per il Parco dello Stelvio favorisce la dissipazione della bellezza e lo spreco delle risorse naturali e culturali. Si crea così una situazione inaccettabile e pericolosa per la tutela della biodiversità e del fragile equilibrio dell’ambiente montano.

Troviamo che sinora emerga un pensiero debole e contraddittorio sulle linee di sviluppo future, sulla governance attuale e sulla configurazione unitaria del Parco Nazionale dello Stelvio - uno dei Parchi Nazionali storici, istituito nel 1935, più di 80 anni fa - dal puzzle costituito dagli elaborati presentati nelle tre diverse procedure di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) a cui l’Osservatorio delle Associazioni ha partecipato. La frammentazione del Parco nazionale ha inciso negativamente sul percorso di partecipazione degli enti locali e del territorio. Per questo chiediamo, se si vuole davvero rendere la partecipazione sostanziale ed efficace e prima che il Ministero dell’Ambiente dia il suo parere motivato vincolante previsto per legge, di convocare una conferenza conclusiva della VAS che serva a definire un Piano e NTA coerenti, coordinate e rispettose della normativa quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991), che permettano di confermare quella unitarietà dell’area protetta nazionale, che sinora non è stata garantita, nonostante quanto viene stabilito chiaramente dall’Intesa siglata tra Ministero ed enti locali nel 2015 e confermata dal decreto legislativo 14/2016”- dichiarano le noveAssociazioni riunite nell’Osservatorio (CAI, FAI, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano, WWF).

L’Osservatorio sul PN dello Stelvio, formato nel 2017, ritiene che solo così si possa costruire un quadro di insieme e di impegni univoci per la tutela di un’area nevralgica per il nostro ambiente alpino: con i suoi 130.700 ettari, nel cuore delle Alpi Centrali, lo Stelvio è un tipico parco montano d’alta quota, con circa tre quarti del suo territorio al di sopra dei 2000 metri e raggiunge un massimo di 3.905 m sulla cima dell’Ortles. Ed esprime tutta la sua preoccupazione per il disegno che emerge dall’approccio alla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche e allo sviluppo sostenibile dall’esame della documentazione sin qui prodotta (in allegato la Sintesi delle Osservazioni sugli aspetti più rilevanti).

Per l’Osservatorio delle Associazioni sul PN dello Stelvio è indispensabile costruire un quadro unitario, coerente e dinamico che serva a far conoscere ed amare il capitale naturale costituito da specie e habitat caratteristiche dell’ambiente montano delle Alpi centrali. Inoltre le Associazioni ritengono che il Parco possa diventare un laboratorio di eco-sostenibilità e di promozione di tecniche agricole e zootecniche ”a prova di clima” e biologiche; servizi coordinati di informazione e gestione di flussi turistici differenziati per tipologia di domanda (sci, sentieristica-trekking, naturalistica, termale); sharing economy nel settore della mobilità, con partenariati su area vasta (tra Comuni di valle e montani e centri urbani maggiori) per offrire servizi integrati; sostegno ad attività imprenditoriali pilota di green e circular economy che producano nuova ricchezza per le comunità locali; diffusione di competenze e strumenti volontari per la gestione equilibrata del patrimonio forestale (Contratti di Foresta, Certificazione dei servizi ecosistemici forestali, ecc.) con il coinvolgimento di comunità montane tradizionalmente marginali. Un Parco, insomma, sottolineano gli ambientalisti, che sia più simile ad un soggetto di eccellenza nel campo della tutela della biodiversità e dello sviluppo sostenibile, piuttosto che una Super Pro Loco.

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Box - Il Parco Nazionale dello Stelvio

Collocato, con i suoi 130.700 ettari, nel cuore delle Alpi Centrali, lo Stelvio è un tipico parco montano d’alta quota: per circa tre quarti il suo territorio è al di sopra dei 2000 metri e raggiunge un massimo di 3.905 m sulla cima dell’Ortles. Grazie alle elevate quote medie è caratterizzato da un susseguirsi di cime impervie e di vastissime superfici glaciali. Il gruppo dell’Ortles-Cevedale, sul confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige, ne costituisce il cuore geografico.
Le aree di fondovalle sono caratterizzate dalla presenza di prati da sfalcio mentre i versanti sono dominati da boschi di conifere; salendo ancora, si raggiunge la prateria alpina che, con l’aumento della quota, si fa sempre più discontinua per cedere il passo a quelle specie che crescono, come esemplari isolati, anche a quote elevatissime. La fauna conta, solo tra i vertebrati, oltre 260 specie. Meritano di essere ricordate, per riassumere all’estremo la ricchezza faunistica del Parco, l’importante presenza di grandi rapaci (aquila reale e gipeto), le ricche popolazioni di ungulati (soprattutto cervo e stambecco) e la presenza di molte specie tipiche degli habitat montani (galliformi alpini, marmotta, lepre bianca, ermellino, ecc.). A loro si aggiunge la miriade di invertebrati che vivono anch’essi, talora, in condizioni estreme.

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Box – Governance e procedure

A seguito di una modifica normativa introdotta nella Legge finanziaria 204 (legge n. 116/2014) è stato dato il via ad una nuova governance del Parco Nazionale dello Stelvio poi definita nell’intesa sosttoscritta l’11 febbraio 2015 tra il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, la Regione Lombardia e le due Province Autonome di Trento e Bolzano e codificata nel decreto legislativo del 13 gennaio 2016 n. 14. Il Dlgs stabilisce che la configurazione unitaria del Parco Nazionale sia assicurata da un Comitato di coordinamento e di indirizzo che dura in carica 5 anni (composto da rappresentanti del Ministero, Regione, Province Autonome, nonché da 3 rappresentanti dei Comuni, per le diverse aree amministrative interessate, e da un rappresentante delle associazioni ambientaliste riconosciute). Il Comitato ha il compito di redigere linee guida e di indirizzo (che sono state approvate dal Comitato di Coordinamento definitivamente il 19 gennaio 2017) a cui le proposte di piano e di regolamento elaborate dalla Regione e dalla due Province si devono conformare. Le tre diverse proposte di piano e di regolamento, sottoposte a procedure partecipative di Valutazione Ambientale Strategica (iniziate nel dicembre 2018 e continuate sino a metà agosto 2019), prima della loro approvazione definitiva da parte della Regione e delle due Province, sono sottoposte al parere preventivo e vincolante del Ministero dell’Ambiente che verifica la conformità alle linee guida e agli indirizzi approvati dal Comitato in coerenza con la normativa nazionale di riferimento (legge n. 394/1991) e con l’ordinamento statutario delle Province autonome. 

Venerdì, 20 Settembre 2019 11:33

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