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Glifosato, serve il principio di precauzione

M.Fornaciari M.Fornaciari
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Prima di decidere se mantenere il glifosato nell’elenco Ue delle sostanze attive approvate, è necessario che si faccia chiarezza. In mezzo alle due posizioni opposte dell’Efsa e dello Iarc c’è infatti la salute dei cittadini.

E’ questa la posizione del Tavolo delle 31 associazioni nazionali ambientaliste e dell’agricoltura biologica che firmano la campagna “STOP Glifosato”, partita da un’iniziativa di Aiab e Firab.
E di ieri infatti la notizia che l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo del glifosato. Una conclusione che vuole essere utilizzata dalla Commissione europea per decidere se mantenere o meno il pesticida nell’elenco Ue edelle sostanze approvate, e dagli Stati per valutare ex novo la sicurezza dei prodotti fitosanitari contenenti glifosato.
Nel marzo scorso però lo IARC, agenzia per la ricerca sul cancro, che fa capo all’OMS, ne aveva invece decretato, la cancerogenicità. Tanto che il Tavolo delle associazioni, il 12 settembre scorso, aveva inviato una lettera al Governo italiano chiedendo la rimozione del prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e l’esclusione da qualsiasi premio nei PSR per le aziende che ne fanno uso. Il governo però non ha ancora dato nessuna risposta a riguardo.
La decisione dell’EFSA era già nell’aria come si legge in una lettera inviata alla Commissione europea il 29 ottobre scorso da numerose associazioni a livello europeo – dice Maria Grazia Mammuccini, portavoce del Tavolo – nella quale si mette in evidenza che la relazione dall'Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) a supporto delle decisioni dell’EFSA non tiene in considerazione una vasta gamma di studi scientifici pubblicati da riviste internazionali indipendenti che sono stati invece valutati e considerati rilevanti dallo IARC; minimizza, inoltre, senza adeguata giustificazione, i risultati positivi di cancerogenicità sugli animali; infine, si base in gran parte su studi mai pubblicati forniti dalle multinazionali che producono il glifosato. Un elemento quest’ultimo, molto preoccupante, e che dovrebbe di per sé spingere i governi a prendere le distanze dalla posizione dell’Agenzia.
“Il primo obiettivo è la salute dei cittadini. Per tutelarla – dice Maria Grazia Mammuccini – occorrono strumenti seri, scientifici e indipendenti. I due pareri sono troppo divergenti per non richiedere l’applicazione del principio di precauzione e un approfondimento su più fronti. Nel frattempo, però, rafforziamo la nostra richiesta al Governo italiano di vietare la produzione, l’utilizzo e la commercializzazione di tutti i prodotti a base di glifosato.”.
Del Tavolo fanno parte: Aiab, Associazione per l'Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio, Firab, Italia Nostra, ISDE – Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Navdanya International, PAN Italia, Slowfood, Terra Nuova, Touring Club Italiano, Associazione Pro Natura, UpBio, WWF, AnaBio, MdC, Infanitalia, Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, Asso-Consum, WWOOF Italia, NUPA, il Test, UNA.API, Greenpeace, VAS, l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e il coordinamento Zero OGM.
 

Venerdì, 13 Novembre 2015 16:42

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