Cosa lega le guerre, i problemi ambientali e la scomprsa di una specie? Ecco perché dobbiamo proteggere gli uccelli per combattere i cambiamenti climatici.
A novembre 2015 la Lipu, assieme a Birdlife e ad altri partner europei, ha seguito il Vertice mondiale di Parigi sul clima (Cop 21). La conferenza si è conclusa con un accordo storico: i grandi della terra si sono impegnati a mantenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi centigradi entro il 2050. Nonostante i dati mondiali sulla perdita di biodiversità siano molto negativi (come spiega il recente report di Birdlife) esiste ancora una speranza di fermare i cambiamenti climatici e questa speranza viene proprio dalla natura.
Perché proprio la natura può salvarci dai cambiamenti climatici.
Il modo migliore per rendersi conto che la natura può aiutarci ad adattarci al riscaldamento globale è fare due passi in un bosco: il bosco è sempre più fresco di qualsiasi quartiere di città coperto di cemento e vetro.
Gli ecosistemi sani sono in grado di autoregolarsi ed adattarsi, entro certi limiti, ai grandi cambiamenti del pianeta. La natura può aiutarci davvero a combattere i cambiamenti climatici ma questo succede solo se conserviamo gli ecosistemi in buono stato di salute. Un ecosistema dove si susseguono estinzioni di specie è sotto stress e quindi non è più capace di reagire spontaneamente ai cambiamenti causati dall’uomo. Come dicono gli scienziati, non è più resiliente.
Il ruolo delle foreste come veri e propri “contenitori di carbonio” è fondamentale. Incendiarle significa dunque rilasciare enormi quantità di gas ad effetto serra in atmosfera. Ma il ruolo delle foreste non finisce qui: altrettanto essenziale è proteggere la biodiversità che vive in esse e che ci può aiutare ad affrontare i cambiamenti già in atto.
Cosa c'entrano le guerre e le grandi migrazioni umane con la scomparsa di una specie?
La salute delle specie e degli ecosistemi è legata da un filo sottilissimo agli equilibri delle società umane. Gli ecosistemi in buona salute forniscono acqua e cibo. Le popolazioni della terra da sempre si muovono alla ricerca di queste risorse.
La desertificazione, la mancanza di terreno coltivabile e presto anche l'innalzamento degli oceani (come si prevede possa succedere alle Maldive e in altre parti del mondo) costringono le persone a spostarsi, spesso a migrare in massa, causando conflitti e problemi sociali che ormai sono sotto gli occhi di tutti. Non a caso negli ultimi anni è stato coniato il termine “ecorifugiato” per identificare quei migranti che fuggono da un ambiente che non è più adatto ad ospitare l'uomo.
Tutte le specie sono importanti. Allora perché proprio gli uccelli?
Combattiamo i cambiamenti climaticiDopo la conferenza #Cop21 è sempre più chiaro al mondo che difendere la biodiversità è un obiettivo comune. La Lipu lo fa da 50 anni, per il bene di tutti.
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L'equilibrio di un ecosistema è come un grande coro all'interno del quale ogni organismo fa sentire la sua voce: dal batterio all’insetto, dalla farfalla alla volpe. Gli uccelli però sono importantissimi indicatori della salute degli ecosistemi e sono utilissimi per gli scienziati. Rispetto ad altre specie sono facili da individuare, seguire e studiare. Inoltre spostandosi velocemente da un luogo all'altro sono i primi in grado di segnalarci i reali cambiamenti in atto.
Gli uccelli sono una coloratissima "infografica" naturale a disposizione di chi sa leggerla e interpretarla. Studiando la loro migrazione, la presenza o l'assenza di una specie in una determinata zona geografica possiamo renderci conto del reale stato di emergenza causato dai cambiamenti climatici. Gli uccelli sono i messaggeri dei cambiamenti climatici, proteggerli significa proteggere il prezioso equilibrio degli ambienti naturali di cui fanno parte.
Cosa fa la Lipu per combattere i cambiamenti climatici?
La Cop21 ci ha regalato una promessa nuova. La Lipu, assieme a BirdLife International, vigilerà perché venga mantenuta. Dopo la conferenza di Parigi è sempre più chiaro al mondo che difendere la biodiversità non è solo un capriccio di qualche ambientalista, ma un grande obiettivo comune. Proteggere un piccolo scricciolo, così come la berta o il capovaccaio è un gesto fondamentale per salvare il futuro di uomini, animali, piante. Quello che la Lipu fa da 50 anni.
.@LaurentFabius "il reste à travailler le jour, la nuit pour arriver à l'accord que le monde attend" #COP21 pic.twitter.com/XgsjIrZlxs
— COP21 - Paris 2015 (@COP21) 8 Dicembre 2015
