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La pernice bianca, bellezza delle montagne italiane

La pernice bianca, bellezza delle montagne italiane
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Candida come la neve durante l’inverno e scura come la terra durante l’estate. La pernice bianca, con la sua straordinaria capacità di cambiarsi d’abito a seconda delle stagioni, è da sempre uno dei simboli della bellezza delle montagne italiane, ma oggi “rischia le penne” soprattutto a causa dei cambiamenti climatici e della caccia.

La Pernice bianca vive nelle praterie alpine, anche oltre i 2mila metri, in zone impervie e rocciose, tra le pietraie e le vette innevate dove crescono i germogli e i frutti delle piante erbacee e dei piccoli arbusti di cui si nutre, come i mirtilli e il rododendro. Il suo volo è elegantissimo, un veloce frullo di ali seguito da una spettacolare planata ad ali tese, vicino al suolo. La pernice bianca può essere considerata insieme all’aquila reale la regina delle montagne italiane.

La pernice “piede di lepre”

Il nome scientifico della pernice bianca è Lagopus muta. “Lagopus” in greco significa piede di lepre, un appellativo che nasce dalle particolari caratteristiche di questa specie che ha le zampe coperte di piume. Il termine “muta” invece è riferito al particolarissimo canto del maschio, un rauco "kroo rr kkkk" che può apparire strozzato ed è molto riconoscibile quando riecheggia nel silenzio degli alpeggi.

Uno spettacolare mimetismo

Ma la particolarità che rende davvero unica la pernice bianca sta nella sua capacità di “cambiarsi d’abito” a seconda delle stagioni per mimetizzarsi con l’ambiente circostante e sfuggire così alle attenzioni dei suoi predatori naturali come l’aquila reale, la volpe o il corvo imperiale. Durante l’estate i maschi presentano l’intera parte superiore del corpo (dalla testa al petto) picchiettate di marrone-nero, mentre il resto del corpo si presenta in genere di colore chiaro.

SALVIAMO LA PERNICEl'allodola, la tortora selvatica, la coturnice, la pavoncella, il moriglione e il tordo sassello: per difenderle dalla caccia, dai cambiamenti climatici, dalla perdita di habitat basta una piccola donazione.

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Salva le 7 specie

La femmina invece presenta un piumaggio più articolato, tendente al rosso. Con l’arrivo dell’autunno la pernice bianca comincia la sua trasformazione e sia il maschio che la femmina diventano grigi per poi assumere durante l’inverno un piumaggio candido che li rende praticamente invisibili sulla neve. Persino il becco, corto e robusto, partecipa a questa straordinaria trasformazione stagionale e passa dal marrone estivo al nero invernale. Gli unici dettagli che non cambiano mai nel corso di questa sorprendente muta sono la caratteristica fascia nera intorno all’occhio e al becco, tipica dei maschi, e l’estremità scura delle timoniere.

La pernice bianca è un campanello d’allarme dei cambiamenti climatici

La pernice bianca fino a pochi anni fa era ritenuta in un buono stato di conservazione; oggi è invece inserita in Italia nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione come specie "Vulnerabile". Anche a livello europeo oggi rispetto al passato è classificata come Spec 3 (specie in declino, ma non concentrata in Europa), un dato allarmante evidenziato dalla terza edizione di Birds in Europe pubblicata nel 2017 da BirdLife International. La pernice bianca è l’esempio più allarmante di come i cambiamenti climatici abbiano una conseguenza diretta sugli uccelli selvatici e sui loro habitat.

Oggi questa bellissima specie è già praticamente scomparsa dalle prealpi, spinta a quote sempre più alta dagli inverni “caldi” e senza neve, condizioni necessarie perché avvenga la caratteristica muta. Sono numerose le minacce alla sopravvivenza della pernice bianca sulle nostre Alpi, dove vive e si riproduce in aree aperte e a quote elevate, e che negli ultimi 15 anni ha fatto registrare, a livello nazionale, un trend negativo delle popolazioni pari al 30%

Le cause principali di questa situazione critica sono il riscaldamento globale, la riduzione dei pascoli ad alta quota in cui la pernice bianca da sempre si nutre e si riproduce, ma anche un turismo spesso non sostenibile che disturba questi splendidi animali nel loro habitat naturale, sia d'inverno che in estate. Ultima, ma non meno pericolosa, la caccia: la pernice bianca infatti in Italia è ancora tra le specie cacciabili nelle regioni alpine.

Fermiamo la caccia alla pernice bianca

I dati sono allarmanti. Il futuro della pernice bianca è a rischio: è quanto emerso dal convegno che la Lipu ha recentemente organizzato al MUSE di Trento. (a questo link gli atti del convegno) Per questo è assurdo che oggi la pernice bianca sia una specie cacciabile. E non è la sola, il suo destino è condiviso da altre 6 specie che, nonostante siano a rischio, sono ancora nella lista delle specie che possono rientrare per legge nel mirino dei cacciatori.

Vogliamo presentare una proposta di legge che escluda dalle specie cacciabili la pernice bianca e con lei l’allodola, la tortora selvatica, la coturnice, la pavoncella, il moriglione e il tordo sassello.

Tutte specie che già sono in uno stato di sofferenza che la caccia può solo aggravare. Nel frattempo lavoreremo anche per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni coinvolgendo le amministrazioni delle regioni dell’arco alpino per un programma di piena tutela della pernice bianca. Lavoreremo per ottenere una politica agricola migliore, che favorisca gli uccelli che vivono in campagna. Faremo pressione sui nostri parlamentari, sulle autorità europee.

SALVIAMO LA PERNICE BIANCA e le altre 6 SPECIE. Per aiutarci a difenderle basta una donazione

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Salviamo la pernice!

SALVIAMO LA PERNICE E LE ALTRE SPECIE DALLA CACCIA,
DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI E DALLA PERDITA DI HABITAT!

Vogliamo una proposta di legge che escluda queste 7 specie dall’articolo 18 della legge 157/1992, garantendo loro un regime di piena protezione. Nel frattempo lavoreremo su tutti i fronti: la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, la tutela o il ripristino di siti e habitat particolarmente adatti, le iniziative per un’agricoltura migliore, la tutela delle rotte migratorie per evitare gli abbattimenti illegali ma anche l’elaborazione di studi, monitoraggi e modelli per conoscere e tutelare ancora meglio queste specie.

Per aiutarci a difendere queste sette specie basta una donazione.

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