Consumo di suolo: i dati Ispra confermano la necessità di approvare la legge sui ripristini ambientali
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Solo ripristinando la natura, e non distruggendo il suolo, si può tentare di far fronte ai gravi effetti dei cambiamenti climatici e tutelare la biodiversità
“Città sempre più calde, alluvioni e allagamenti, perdita di biodiversità e di terreno sia nelle aree urbane che per l’agricoltura. Di fronte a questo quadro drammatico serve il varo urgente della Nature Restoration law, già votata lo scorso luglio dall’Europarlamento, e ora all’esame del Trilogo, ossia Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio Ue”. Lo afferma la Lipu il giorno della diffusione del nuovo drammatico rapporto dell’Ispra sul consumo di suolo, che ha raggiunto, nel 2022 numeri record: 21 ettari al giorno, 2,4 metri quadrati al secondo, + 77 chilometri quadrati in soli 12 mesi, pari a oltre il 10% in più rispetto al 2021.
L’Ispra sottolinea come le città diventino sempre più calde a causa dell’impermeabilizzazione del terreno, con una differenza che va dai 4 agli 8 gradi in più nelle aree urbane di pianura rispetto alle altre zone. Inoltre il consumo di suolo determina una riduzione dei servizi ecosistemici (9 miliardi l’anno le perdite stimate da Ispra tra il 2006 e il 2022), come per esempio la capacità di assorbire l’acqua, utile per prevenire allagamenti e alluvioni. Le aree agricole andate perse, invece, ammontano a 4.800 ettari in soli 12 mesi.
“Di fronte ai cambiamenti cui stiamo assistendo a livello di clima e perdita di specie e habitat di grande rilevanza – commenta Alessandro Polinori, presidente della Lipu – diventa imprescindibile e assolutamente urgente l’approvazione definitiva della Nature Restoration Law, la prima legge che si pone obiettivi non solo di tutela, ma anche di ripristino dei territori naturali persi in questi anni. Solo così potremo affrontare l’emergenza climatica, fermare il declino della biodiversità, vivere in città più fresche e accoglienti, e avere servizi ecosistemici di maggiore qualità, con un ritorno, secondo i dati della Commissione europea, tra i 9 e i 38 euro ogni euro investito in ripristino della natura”.
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