Ventuno esperti di otto Paesi al Congresso internazionale dell'albero di Merano
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L'appuntamento si è svolto nella città altoatesina dal 16 al 18 giugno davanti a un pubblico di quasi 200 partecipanti, in gran parte arboricoltori e professionisti del verde nel settore pubblico e privato
di Marco Dinetti, responsabile Ecologia urbana della Lipu
C’è stato un messaggio comune che ha fatto da filo conduttore dell’evento: il verde urbano è basilare per garantire il benessere e la salute psico-fisica dei cittadini, oltre che per mantenere il paesaggio e la biodiversità. Per valorizzare questi servizi/benefici ecosistemici, gli alberi “grandi”, vale a dire quelli maturi e pure quelli senescenti e veterani, svolgono un ruolo primario, che non può essere sostituito (ma soltanto integrato) dalla piantagione di nuovi alberi. Anche la Lipu ha portato a Merano un contributo con la presentazione Alberi, rifugio per la biodiversità nelle nostre città e l'organizzazione ci ha inoltre messo a disposizione uno stand.
La gestione del verde a Merano è la dimostrazione vivente che la buona arboricoltura si può portare avanti anche in Italia. In questa città vi è una notevole presenza di grandi alberi, anche in luoghi sensibili e ad alta frequentazione del pubblico: ad esempio i giganteschi platani del corso della Libertà o gli enormi pioppi della passeggiata Lungo Passirio. A quanto pare il tutto è perfettamente compatibile con la sicurezza e con le problematiche legate agli eventi meteo avversi, quali le tempeste di vento, peraltro imperversate in Alto Adige proprio negli ultimi giorni, con raffiche fino a 100 km/h.
Sicuramente anche in questo contesto gli amministratori locali sono caricati di responsabilità civili e penali, rispetto a potenziali danni a cose e persone che si possono verificare nel caso di cedimenti di rami o di interi alberi, ma ciò non toglie di vedere in ogni parte della città autentiche gallerie verdi anche lungo strade ad alta frequentazione di veicoli e persone, viali alberati, percorsi pedonali affiancati da alberature secolari.
Evidentemente vengono implementate strategie amministrative, tecniche e gestionali che riescono a coniugare la ricerca del massimo livello di sicurezza con una dotazione verde eccezionale e in grado di garantire un ottimo livello di benefici alla comunità.
Con questi presupposti e a riguardo del sistema Italia in generale, che presenta non poche criticità verso una corretta gestione del verde urbano (consumo di suolo, abbattimenti discutibili, potature distruttive) a noi non interessa tanto la “caccia al colpevole” bensì che si riconoscano gli errori (come peraltro espresso dai rappresentanti delle stesse amministrazioni comunali al Congresso di Merano) che sono stati compiuti in molti contesti, e che si agisca per una rapida adozione delle buone pratiche. A questo punto non possiamo aspettare altri 50 anni di raccomandazioni inascoltate sull’inopportunità di capitozzature e potature drastiche, e di altri approcci non adeguati.
Il modello Merano è l’obiettivo che ci dobbiamo prefiggere, in ogni contesto del nostro Paese.
