Politica agricola comune: il voto del Parlamento europeo mette a rischio la biodiversità, il clima e la sostenibilità alimentare
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Oggi il Parlamento europeo ha spianato la strada a una legislazione antidemocratica, antiambientale e soprattutto contraria agli agricoltori, cedendo alle lobby dell'agrobusiness.
Con una fortissima maggioranza, il Parlamento ha deciso, pochi minuti fa, di indebolire le Buone condizioni agricole e ambientali (BCAA), che hanno lo scopo di salvaguardare la biodiversità e la salute del suolo, due elementi cruciali per la produzione alimentare e il sostentamento degli agricoltori.
Si tratta della revisione del regolamento della Politica Agricola Comune (PAC) , che elimina le già deboli misure ambientali in nome di una presunta semplificazione che non avrà alcun reale impatto sul carico burocratico degli agricoltori.
Questo risultato segue il voto di ieri sulla BCAA 1, in cui il Parlamento ha votato per consentire una più facile conversione dei prati in seminativi in grado di avere un impatto negativo sul clima, poiché i prati stabili conservano una grande quantità di CO2, sulle risorse idriche e sulla biodiversità, in particolare sugli uccelli che da essi dipendono.
Proprio queste specie, come l’allodola, il saltimpalo, la cutrettola, sono quelle che stanno subendo un calo più drastico, come confermano i dati del progetto Farmland Bird Index che la Lipu conduce dal 2009 per conto del Masaf nell’ambito della Rete Rurale Nazionale.
La perdita di elementi naturali del paesaggio, la diminuzione della fertilità del suolo e gli effetti negativi sul clima che l’abolizione di queste norme porteranno colpiranno negativamente gli agricoltori stessi e mineranno la resilienza del nostro sistema produttivo, portando ad un potenziale aumento dell’utilizzo di sostanze di pesticidi e fertilizzanti di sintesi. Di fatto i risultati di queste votazioni rappresentano una significativa battuta d'arresto negli sforzi dell'Unione Europea per promuovere un'agricoltura sostenibile e combattere il cambiamento climatico, che fanno sfumare anni di piccoli miglioramenti in un solo mese.
L’intero processo di riforma è, infatti, stato completato in poche settimane, dalla proposta della Commissione del pacchetto di semplificazione a marzo fino al voto odierno del Parlamento, attraverso una procedura d'urgenza che ha permesso di evitare le consultazioni delle parti interessate o le valutazioni d'impatto. Il Consiglio europeo ha già espresso il proprio sostegno a questa proposta legislativa e probabilmente la approverà ufficialmente prima delle elezioni europee di giugno, rendendo cogente il regolamento entro l’estate.
L'“urgenza politica”, giustificata dall’esigenza di rispondere alle “proteste degli agricoltori”, è estremamente preoccupante poichè mina l'integrità del processo decisionale senza tenere conto di oltre tre anni e mezzo di lavoro collaborativo delle parti interessate su questi dossier legislativi senza soprattutto affrontare il vero problema: la distribuzione sproporzionata dei sussidi della PAC, i cui fondi vanno all'80% al 20% più ricco degli agricoltori.
Federica Luoni, responsabile agricoltura di Lipu-BirdLife Italia conclude: “Oggi il Parlamento europeo ha spianato la strada a una legislazione antidemocratica, antiambientale e soprattutto contraria agli agricoltori, cedendo alle lobby dell'agrobusiness. La sicurezza alimentare, il futuro degli agricoltori e dei cittadini sono stati sacrificati in nome di profitti a breve termine e calcoli politici. Gli agricoltori non possono produrre cibo senza far prosperare la natura, e i profitti non possono essere realizzati quando i raccolti vanno persi a causa di inondazioni, siccità o incendi aggravati dal cambiamento climatico”.