Giornata mondiale degli animali negli allevamenti. Già 10 comuni approvano la mozione
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Terra!, Greenpeace Italia, Lipu, WWF Italia e ISDE: «In pochi mesi sono già una decina i comuni italiani che hanno approvato mozioni a sostegno della proposta di legge Oltre gli allevamenti intensivi - Per una transizione agroecologica della zootecnia»
La PdL chiede una profonda revisione dell’attuale sistema di allevamenti intensivi, verso un modello più sostenibile per salute, ambiente e per gli stessi allevatori
Le associazioni: «L’adesione di Slow Food Italia al Manifesto che sostiene questo percorso di transizione rafforza la nostra battaglia contro l’attuale sistema zootecnico intensivo che è concausa della chiusura di migliaia di aziende agricole».
Alla vigilia della Giornata mondiale degli animali negli allevamenti, le associazioni Terra!, Greenpeace Italia, WWF Italia, Lipu e ISDE - Medici per l’ambiente denunciano l'impatto devastante degli allevamenti intensivi su animali, ambiente, piccole aziende e salute pubblica e invitano la politica ad avviare l’iter legislativo della proposta di legge Oltre gli allevamenti intensivi - Per una transizione agroecologica della zootecnia, presentata dalle stesse associazioni a Montecitorio nel marzo 2024 e oggi ferma in attesa di calendarizzazione in Commissione Agricoltura.
Una proposta di legge che sta facendo sempre più breccia nei comuni italiani. Continuano ad aumentare, infatti, le mozioni approvate a livello locale per riconvertire il sistema degli allevamenti intensivi verso un modello agroecologico. In pochi mesi già nove comuni - Castenedolo (BS), Spoltore (PE), San Vito al Tagliamento (PN), Stanghella (PD), Bastia Umbria (PG), Fabbrico (RE), Rivalta (TO), Empoli (FI), Città di Castello (PG) - hanno scelto, con questi atti formali, di supportare la proposta di legge 1760 promossa dalla coalizione di associazioni, firmata da 23 parlamentari di cinque forze politiche diverse, e sostenuta da decine di associazioni e comitati, e ora anche da Slow Food.
“Non è possibile continuare ad obbligare le comunità locali a sopportare il peso degli allevamenti intensivi. Le mozioni approvate rappresentano un segnale importante, a dimostrazione dell’importanza cruciale dei territori nella battaglia a favore di un sistema di produzione sano, che tuteli la salute collettiva, il benessere animale e i redditi dei piccoli allevatori, schiacciati da allevamenti sempre più grandi e intensivi e filiere inique, che in questi anni hanno devastato territori e economie locali - commenta la coalizione - Ci auguriamo che il numero delle mozioni approvate continui a crescere e che si sviluppi una nuova sensibilità verso modelli di produzione e consumo in grado di garantire sostenibilità a lungo termine, tutelando l’ambiente, la salute e la vitalità delle nostre aziende agricole”.
A riprova di un sistema che va cambiato, ieri è arrivata puntuale come ogni autunno la segnalazione del primo caso di influenza aviaria. Il contagio è avvenuto in provincia di Udine, in uno stabilimento di polli broiler. A causa dell'aviaria durante la scorsa stagione sono stati abbattuti milioni di capi e spesi milioni di euro in ristori agli allevatori.
A rafforzare il lavoro sulla proposta di legge, arriva anche il sostegno per una necessaria transizione di Slow Food Italia, realtà attiva nella tutela di presidi territoriali e delle piccole aziende.
“Accogliamo con entusiasmo l’adesione di Slow Food Italia al Manifesto a sostegno della PDL - dichiarano le associazioni - convinti che l’alleanza con i piccoli produttori che privilegiano metodi agroecologici rafforzi il necessario percorso verso una transizione che ci faccia lasciare alle spalle il sistema degli allevamenti intensivi e i relativi impatti”.
La proposta di legge "Oltre gli allevamenti intensivi - Per una transizione agroecologica della zootecnia", presentata dalle cinque organizzazioni ambientaliste, ha l’obiettivo di stabilire un piano di uscita graduale dal modello degli allevamenti intensivi entro il 2040; sostenere la riconversione degli allevamenti verso modelli estensivi, biologici, e agroecologici; tutelare la salute pubblica; introdurre incentivi economici per chi investe in pratiche sostenibili e nel benessere animale: ridurre i consumi eccessivi di carne e derivati, promuovendo una dieta equilibrata e sostenibile; nell’attesa della formalizzazione del piano di conversione, bloccare l'espansione di nuovi allevamenti intensivi e l’ampliamento di quelli esistenti.