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Agricoltura: la plenaria dell'Europarlamento bocci la proposta dei nuovi Ogm

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Organizzazioni contadine e società civile criticano l’accordo politico al Trilogo europeo per la deregolamentazione degli organismi geneticamente modificati ottenuti con nuove tecniche genomiche. “Ora la plenaria dell’Europarlamento bocci la proposta e i governi la rifiutino”

Le organizzazioni contadine, dell’agricoltura biologica, ambientaliste, in difesa dei consumatori e della società civile che in Italia si battono contro la deregolamentazione dei nuovi OGM condannano senza appello l’accordo raggiunto nella serata di ieri da Commissione Europea, Parlamento e Consiglio UE sul regolamento relativo alle cosiddette Nuove Tecniche Genomiche (ribattezzate TEA – Teniche di Evoluzione Assistita – dalla propaganda italiana).

L’accordo prevede l’accettazione dell’arbitraria divisione in due categorie di OGM: NGT1 e NGT2. La prima, che include prodotti di laboratorio considerati equivalenti a quelli della natura, eliminerebbe gli obblighi di etichettatura, tracciabilità e valutazione del rischio. In questa categoria, attualmente ricade il 94% dei nuovi OGM in fase di studio. Nella categoria NGT2 dovrebbero finire soltanto OGM ottenuti con modifiche di parti del genoma più ampie di una soglia arbitraria di 20 nucleotidi, o quelli con caratteristiche come la resistenza agli erbicidi o la produzione di tossine insetticide. Per questo gruppo ristretto di nuovi OGM si profila una legislazione simile a quella oggi esistente, compresa la possibilità degli Stati membri di un “opt out”, ovvero una moratoria sulla coltivazione.

La liberalizzazione delle NGT1, dietro la falsa premessa di un’equivalenza con i prodotti naturali, aprirebbe di fatto la strada alla diffusione senza tracciabilità né responsabilità. La contaminazione in campo sarebbe dunque incontrollata ed esporrebbe l’agricoltura biologica o libera da OGM alla perdita della certificazione o del suo status sul mercato, oltre a determinare una potenziale perdita per la grande biodiversità agraria del paese. La migrazione di geni brevettati, inquinando i campi degli agricoltori che non hanno acquisito la semente, esporrebbe questi ultimi alla richiesta di danni da parte delle multinazionali proprietarie dei brevetti. Per chi fa selezione di sementi convenzionali o per il biologico, il rischio di utilizzare materiale brevettato renderebbe difficile continuare ad operare. Ciò porterebbe all’auto-esclusione di alcuni attori da determinate colture o pool genetici dove si concentrano molti brevetti, per la paura di cause legali da parte dei colossi dell’agrochimica che li detengono.

I consumatori, in tutto questo, sarebbero lasciati all’oscuro, senza alcuna etichetta – oggi obbligatoria per i prodotti OGM – sulla quale basare le proprie scelte di acquisto, prendersi cura della propria salute e dell’ambiente. Il silenzio assordante delle catene dei supermercati e il favore delle grandi associazioni di categoria non aiuta il pubblico a farsi un’idea. La scarsa reattività e conoscenza del tema da parte della maggior parte delle forze politiche italiane è altrettanto disarmante.

Dopo questo accordo, sono attesi un passaggio di approvazione in Consiglio UE, dove siedono i Ministri dell’Agricoltura dei 27, e un voto di ratifica del Parlamento Europeo. Le maggioranze sono ancora aperte in questi spazi. Pertanto, le organizzazioni firmatarie chiedono alla politica di mobilitarsi e far naufragare, al momento dei voti decisivi, questo pessimo accordo per le persone, l’agricoltura e il pianeta. I TEA sono OGM e come tali devono essere regolamentati.

Comunicato stampa firmato da:
Centro Internazionale Crocevia, Associazione Rurale Italiana, Federbio, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, FIRAB, Fairwatch, Federazione Nazionale Pro Natura, LIPU, Movimento Consumatori, Navdanya International, Terra!, Slow Food Italia, Legambiente, Greenpeace
 

Immagine
Campo grano © Lipu