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Zigolo capinero © Silvio Scamperle

Zigolo capinero

Emberiza melanocephala

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Emberizidae
Nome scientifico
Emberiza melanocephala
Habitat
Steppe
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
26-30 cm
Lunghezza
16-17 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

DD - Carente di dati
Ascolta il canto

Descrizione

Emberizide sensibilmente più grande dello Zigolo giallo, con corporatura robusta e allungata e soprattutto con un piumaggio che, nel maschio, risulta particolarmente appariscente e inconfondibile per la presenza di un “cappuccio” nero sulla testa (da cui il nome), dorso marrone fulvo e soprattutto parti inferiori giallo acceso. La femmina ha un piumaggio più mimetico, color sabbia/marroncino, con striature sul dorso e ventre più chiaro. Presenta una lunghezza media di 16-17 cm, un’apertura alare compresa tra 26 e 30 cm e un peso tra 23 e 33 grammi.

Nidifica in aree a clima temperato-caldo, mediterraneo e steppico, in aree pianeggianti o collinari. Frequenta ambienti semi-aperti caratterizzati dalla presenza di cespugli e alberi sparsi, come steppe alberate, frutteti, oliveti, vigneti, boschetti in aree coltivate, boschi radi e aperti con buon sottobosco, praterie con cespugli. in Italia settentrionale nidifica in paesaggi agricoli tradizionali caratterizzati dalla presenza di un mosaico ambientale di campi coltivati, prati da sfalcio, siepi, piccole estensioni di vigneti e frutteti, macchie di arbusti e alberi isolati (utilizzati spesso come posatoi per il canto, in periodo riproduttivo) o piccoli boschetti, incolti erbacei. In contesti più propriamente mediterranei può occupare anche macchia bassa e gariga, in aree pianeggianti o in moderata pendenza, con copertura erbacea densa e presenza sparsa di alberi e arbusti, soprattutto in prossimità di coltivazioni, verosimilmente utilizzate a scopo trofico. Più diffuso tra 100 e 500 m, con presenze localizzate sia a livello del mare che a quote superiori, fino 700-800 m e massimo di 1.070 in Basilicata. Nidifica a coppie sparse o isolate, localmente raggruppate, e mostra una spiccata fedeltà al sito riproduttivo. Il nido viene ben nascosto tra cespugli e specie erbacee, generalmente a meno di 80 cm dal suolo.

La dieta consiste principalmente di semi, inclusi quelli di molte specie coltivate come grano, mais, miglio, sorgo.

Specie con distribuzione mediterranea-orientale, presente dalla Penisola Italiana al Medio Oriente. Migratore a lungo raggio, sverna in India. 

L’Italia rappresenta il limite occidentale del suo areale distributivo. Nel nostro Paese lo Zigolo capinero è specie migratrice e nidificante nelle regioni sud-orientali, con distribuzione concentrata soprattutto in Basilicata, ma nuclei isolati sono presenti anche nelle regioni settentrionali e centrali.

Lo Status

Lo Zigolo capinero ha in Italia uno stato di conservazione sconosciuto, a causa delle scarse conoscenze sull’entità delle popolazioni nidificanti e del suo habitat ottimale.

La popolazione italiana è stata stimata in 2.000-4.000 coppie, ma sono necessari approfondimenti dedicati per poter disporre di valutazioni più certe (quasi sicuramente la dimensione effettiva è inferiore); il trend appare in declino negli ultimi decenni. Anche a scala continentale è in diminuzione.

Scarsi i dati relativi al successo riproduttivo: produttività media di 2,3 giovani per coppia e successo di schiusa medio del 66%.

Le Minacce

Come per altre specie di uccelli che popolano ambienti aperti e semi aperti, lo Zigolo capinero è sensibile ai mutamenti dovuti all’intensificazione delle pratiche agricole e all’abbandono delle aree economicamente meno redditizie: la scomparsa dei paesaggi agricoli di tipo tradizionale è da considerarsi un fattore critico per la sopravvivenza della specie. L’utilizzo di pesticidi e antiparassitari nelle coltivazioni è un’altra causa verosimile del declino di questo zigolo, che in assenza di habitat idonei e con adeguate risorse trofiche ha progressivamente ristretto il suo areale, creando incertezza sul suo futuro. Le popolazioni italiane nord-occidentali appaiono particolarmente vulnerabili a causa dell’isolamento e della dimensione assai ridotta, che le rendono soggette a fattori casuali e imprevedibili a eventuali cambiamenti ambientali anche su superfici relativamente modeste.

La Tutela

Mantenere paesaggi rurali non intensivi è necessario per consentire la sopravvivenza della specie, che, verosimilmente, risente negativamente tanto dell’abbandono a lungo termine dell’agricoltura, quanto dell’intensificazione delle pratiche agricole e dell’avvento delle monocolture. Occorre garantire, quindi, un mosaico di ambienti in grado di sostenere le risorse trofiche e ambientali necessarie alla specie, incentivando la riconnessione geografica e funzionale delle residue popolazioni. 

Specie poco studiata, per la quale abbiamo informazioni puntiformi e generalmente relative a situazioni locali. Mancano studi estesi su ecologia e biologia riproduttiva e dati relativi a parametri demografici e serie storiche relative all’andamento delle popolazioni della specie. 

Si può proporre un valore di riferimento favorevole (FRV) a scala locale pari a 6 coppie per 10 ha per la popolazione meridionale; a scala di comprensorio si potrebbe proporre un valore di 10 coppie per kmq.

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Zigolo capinero © Silvio Scamperle