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Usignolo © Marco Veneziani

Usignolo

Luscinia megarhynchos

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Muscicapidae
Nome scientifico
Luscinia megarhynchos
Habitat
Mosaici mediterranei
- altri habitat
Zone umide
Coltivi
Arbusteti
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
23-26 cm
Lunghezza
15-16,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
Ascolta il canto

Descrizione

L’esemplare adulto misura dal becco alla punta della coda circa 17 cm. La colorazione è variabile dal marrone chiaro al grigio scuro sul ventre, mentre dorso e ali sono brunastre e la coda color ruggine. Caratteristiche che lo rendono simile all’Usignolo maggiore, che però presenta sfumature più tendenti al grigio.

Nel periodo che va da metà maggio a metà giugno, l’Usignolo depone le uova – generalmente 4 o 6 – che vengono covate dalla femmina per 13 o 14 giorni. I pulcini, di cui si occupano entrambi i genitori, lasciano il nido dopo 11 o 12 giorni, ma continuano a essere curati per le successive due settimane. In annate caratterizzate da condizioni climatiche particolarmente favorevoli, le covate possono essere anche due.
Il canto dell’Usignolo è unanimemente riconosciuto come uno dei più belli tra tutti quelli degli uccelli canori.

L’Usignolo predilige generalmente foreste o boscaglie poco umide, dove costruisce un nido composto di fogliame, muschio e spighe. Si nutre di invertebrati, frutta e bacche. 

Si tratta di una specie diffusa nell’Europa occidentale, centrale e meridionale, ma anche in Asia Minore e Africa del Nord. In Italia è molto diffuso nella stagione estiva; sono rari invece i casi di usignoli che svernano nella nostra penisola.
 

Lo Status

L’usignolo ha stato di conservazione favorevole, a causa di una espansione di areale e di popolazione. BirdLife International stima che la popolazione di usignoli dell’Unione europea vada dai 2 a 6 milioni di coppie, mentre quella italiana da 1 a 1,5 milioni di coppie. Quasi la metà della popolazione continentale, e una frazione compresa tra il 25 e il 49% di quella globale, nidifica entro gli attuali confini dell’Unione europea. Un dato positivo, visto che la popolazione italiana – pari, secondo le stime, a un quarto di quella continentale e al 7% di quella globale – svolge un ruolo decisivo nella conservazione della specie.

I dati del progetto Mito/FBI mostrano per il periodo compreso tra il 2000 e il 2020 una tendenza alla stabilità per quanto riguarda la popolazione italiana di questa specie, con lievi variazioni sia positive che negative a carattere locale.

Le Minacce

L’Usignolo, che generalmente occupa territori a metà via tra la fitta boscaglia e i prati aperti, non è esposto a particolari minacce in Italia, se non quelle legate alla distruzione degli ambienti in cui nidifica.

Altre minacce sono determinate dalle condizioni climatiche e della vegetazione che la specie può trovare nelle zone di svernamento o nelle aree di sosta durante la migrazione.
 

La Tutela

Occorre monitorare le zone che ospitano le popolazioni più significative, al fine digarantire il mantenimento di habitat idonei anche nel caso di mutamenti della vegetazione dovuti sia a fattori naturali che a interventi da parte dell’uomo.

Altro elemento che incide fortemente sulla conservazione della specie è la variazione climatica in atto nelle aree africane di svernamento. Negli anni più aridi la probabilità di sopravvivenza degli individui è nettamente inferiore scendendo a una percentuale compresa tra il 19 e il 40% rispetto al 50% che si registra in condizioni normali.

L’usignolo non è stato ad oggi oggetto di studi significativi, nonostante la popolazione italiana abbia un peso molto rilevante per la conservazione della specie. Per questo sarebbe auspicabile l’avvio di ricerche approfondite sull’ecologia riproduttiva, ma sarebbe importante anche proseguire quelli sulle dinamiche delle popolazioni e sui fattori influenzanti la sopravvivenza della specie.

I dati raccolti permettono di stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per l’Usignolo – ovvero il numero di individui in grado di garantire alla specie una buona probabilità di sopravvivenza per i prossimi cento anni – pari a 19 coppie per 10 ettari. In zone caratterizzate da un ambiente non particolarmente favorevole, può essere considerata accettabile anche una densità di 5 coppie ogni 10 ettari.

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Usignolo © Marco Veneziani