Passera lagia
Petronia petronia
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
La Passera lagia nell’aspetto è piuttosto simile ad una femmina di Passera d’Italia ma se ne distingue, principalmente, per le diverse sfumature cromatiche del capo e per un’evidente macchia gialla sul petto. Non esistono differenze apprezzabili tra i due sessi, che presentano una livrea di colore bruno chiaro, con strie bruno scuro e nere sia sul dorso che sulle ali. Meno accesa la tonalità del petto che, oltre alla tipica macchia gialla, presenta alcune strie di colore bruno chiaro, e giallo è anche il sopracciglio. Presenta una lunghezza media di 14 cm, un’apertura alare compresa tra 28 e 32 cm e un peso tra 28 e 35 grammi.
La specie predilige ambienti aperti, caldi e asciutti, con una netta preferenza per le vallate montane e collinari ben esposte a sud e ricche di pascoli magri e pietraie. Come le altre specie del Genere Passer, anche la Petronia petronia è praticamente onnivora, con preferenza per i semi di cereali, e in estate più ricca di insetti, particolarmente importanti per l’alimentazione dei pulcini. Per alimentarsi preferisce le aree prative con erba bassa o sfalciata e durante la stagione più fredda, si trattiene presso pascoli sassosi o cespugliati di montagna o, nelle aree planiziali, nei campi coltivati con i resti delle stoppie cerealicole. Nidifica in colonie di varia consistenza (in genere meno di 20-30 coppie), ma anche in coppie sparse o isolate. Abituata al contatto con l’uomo, tra maggio e luglio costruisce il nido ai margini di villaggi alpini e appenninici, o nei paesi collinari in Puglia e Basilicata in anfratti di vecchie abitazioni e in edifici in costruzione. Utilizza anche nidi artificiali, e presenta una spiccata fedeltà al nido. In Italia è più diffusa tra 400 e 1.200 m, con presenze localizzate fino a 1.400-1.500 m e massimo di 1.780 m sulle Alpi occidentali.
Presente in Europa, Nord Africa (dal Marocco alla Libia), Asia minore, Asia centrale e Cina; nel nostro continente la Passera lagia è distribuita prevalentemente nei Paesi dell’Europa meridionale, dalla Penisola iberica al sud della Francia, dall’Italia ai Balcani, fino alla Russia.
In Italia è specie sedentaria, parzialmente migratrice e nidificante nelle regioni centrali e meridionali e nelle Isole maggiori, con nuclei disgiunti nelle Alpi occidentali, questi ultimi quasi completamente migratori.
Lo Status
La contrazione di areale e il declino demografico della popolazione piemontese sono stati attribuiti alla progressiva trasformazione dell’habitat conseguente al diffuso abbandono delle pratiche agro-pastorali tradizionali, in particolare lo sfalcio dei prati. All’abbandono di queste attività si deve, infatti, una riduzione stagionale delle fisionomie d’habitat più favorevoli alla ricerca trofica e, sul lungo periodo, una perdita di habitat in seguito all’aumento di alberi e arbusti. Da rilevare come l’occupazione da parte della specie di cassette nido o di siti insoliti come cavità su tralicci potrebbe suggerire anche la carenza di siti adatti alla nidificazione. Anche la competizione per il sito riproduttivo con storni e altre specie di passeri, può influenzare negativamente la specie, mentre la sua spiccata preferenza per i luoghi asciutti e assolati può comportare, in annate particolarmente umide e piovose, un crollo del successo riproduttivo ed elevata mortalità dei pulcini. E’ stato recentemente scoperto che i cambiamenti climatici possano influenzare i parametri riproduttivi.
Le Minacce
La contrazione di areale e il declino demografico della popolazione piemontese sono stati attribuiti alla progressiva trasformazione dell’habitat conseguente al diffuso abbandono delle pratiche agro-pastorali tradizionali, in particolare lo sfalcio dei prati. All’abbandono di queste attività si deve, infatti, una riduzione stagionale delle fisionomie d’habitat più favorevoli alla ricerca trofica e, sul lungo periodo, una perdita di habitat in seguito all’aumento di alberi e arbusti. Da rilevare come l’occupazione da parte della specie di cassette nido o di siti insoliti come cavità su tralicci potrebbe suggerire anche la carenza di siti adatti alla nidificazione. Anche la competizione per il sito riproduttivo con storni e altre specie di passeri, può influenzare negativamente la specie, mentre la sua spiccata preferenza per i luoghi asciutti e assolati può comportare, in annate particolarmente umide e piovose, un crollo del successo riproduttivo ed elevata mortalità dei pulcini. È stato recentemente scoperto che i cambiamenti climatici possano influenzare i parametri riproduttivi.
La Tutela
In linea generale, va sottolineato come il mantenimento delle attività agricole e zootecniche tradizionali possa certamente favorire la specie, come molti altri Passeriformi legati agli ambienti aperti collinari e montani. Inoltre, dovrebbero essere conservate vecchie costruzioni in piccoli villaggi in ambito rurale, limitando gli interventi di ristrutturazione e tenendo conto delle esigenze ecologiche di questa ed altre specie legate agli ambienti agresti e ai borghi rurali. In alcuni casi, l’apposizione di cassette-nido potrebbe giovare alla specie, controllando però che questo intervento non ottenga l’effetto non voluto, ovvero quello di favorire la nidificazione di specie potenzialmente competitrici come lo Storno.
A causa delle difficoltà di rilevamento, della distribuzione puntiforme e dellla vastità delle zone potenzialmente interessate, la distribuzione in aree appenniniche e sub-appenniniche non è sufficientemente conosciuta. Inoltre per queste aree, diversamente dalle aree alpine, sono completamente mancanti le informazioni sul successo riproduttivo e sui parametri demografici e i fattori che possono influenzarli.
Trattandosi di una specie semicoloniale non è possibile formulare un valore di riferimento favorevole (FRV).