Occhione
Burhinus oedicnemus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
L’Occhione è un limicolo dalla corporatura robusta, con collo corto, testa grossa, becco giallo con l’apice nero, grandi occhi vistosi, dai quali deriva il suo nome. Ha abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne e presenta un piumaggio mimetico, che lo rende difficilmente individuabile al suolo, mentre in volo mostra evidenti barre alari bianche. Sul terreno cammina furtivo, con rapide e brevi corsette ed arresti improvvisi. La lunghezza è compresa tra 40 e 44 cm, l’apertura alare tra 77 e 85 cm e il peso tra 285 e 495 grammi.
In tutte le stagioni abita terreni aperti con ampia visibilità e possibilità di correre al suolo. Tra gli ambienti che rispondono a questi requisiti vi sono brughiere con chiazze di erba bassa e terreno nudo, pascoli magri anche parzialmente cespugliati o pascoli rocciosi, dune e altre aree sabbiose con erba bassa, aree umide asciutte durante la stagione estiva, ghiareti, isole sabbiose e banchi di ghiaia o sabbia lungo fiumi, laghi o coste marine. Frequenta le tipiche aree steppiche, coltivazioni estensive con alternanza di campi arati ed aree a riposo o con vegetazione bassa o rada a causa di attività antropiche, cave abbandonate. In Italia l’Occhione nidifica spesso nelle porzioni più ampie dei greti fluviali, dove si riscontrano condizioni particolarmente aride pur essendo in prossimità di corsi d’acqua; gran parte dell'attività della specie risulta concentrata entro fasce di greto non vegetate o colonizzate da vegetazione pioniera erbacea o arbustiva, oppure in terrazzi fluviali più recenti, sottolineando l'importanza della dinamica fluviale per la conservazione della specie. Si ciba di Invertebrati e piccoli Vertebrati terrestri.
L'Occhione nidifica in un vasto areale che si estende dall'Inghilterra alla Russia, e dalla Penisola Iberica all'Italia, ai Balcani ed al Caucaso. Circa il 95% dell'intera popolazione europea si riproduce nella Penisola Iberica, in Francia e in Russia. Le popolazioni che hanno i quartieri riproduttivi posti più a nord e ad est sono prevalentemente migratrici, mentre quelle che abitano le regioni climaticamente più calde hanno comportamento parzialmente migratorio (Francia) o sono sedentarie (Penisola Iberica).
In Italia è migratore regolare, nidificante e svernante parziale. La distribuzione risulta piuttosto frammentaria: nell'Italia settentrionale l’Occhione è limitato ai greti di alcuni fiumi e torrenti della Pianura Padana centro-occidentale e di quella friulana. Nell'Italia peninsulare presenta una maggiore diffusione lungo il litorale tosco-laziale e in Puglia si rinviene nel Gargano e nelle Murge, mentre è più localizzato in Basilicata e Calabria. È relativamente ben distribuito nelle zone pianeggianti, collinari e anche su alcuni rilievi della Sicilia e della Sardegna. Più frequente dal livello del mare fino ai 300 m, con presenze occasionali fino a 600 m e massima altitudine di 900 m in Sicilia.
Lo Status
L’Occhione ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, a causa del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana, pari al 3% della popolazione continentale, conta 3.600-6.600 coppie e il trend appare in forte aumento negli ultimi decenni. Per quanto concerne i parametri riproduttivi, in Italia è stato rilevato un tasso d’involo di 1,4-1,6 giovani per coppia.
La popolazione svernante in Italia è stimata in 200-300 individui.
Le Minacce
Nei greti fluviali, il disturbo diretto ad opera soprattutto di fuoristrada e moto da cross, oppure di greggi al pascolo, può avere effetti negativi sulle popolazioni locali. Un pericolo tuttavia molto più grave è rappresentato dagli interventi di regimazione degli alvei fluviali, che spesso portano al degrado o alla perdita degli ambienti di greto marginali al corso principale del fiume che costituiscono uno degli habitat d’elezione della specie. La naturale dinamica del fiume è necessaria per la formazione e il mantenimento degli ambienti scarsamente consolidati e poco colonizzati dalla vegetazione in cui nidifica. Accanto alla conservazione degli ambienti di greto (attraverso la tutela dal disturbo antropico e il mantenimento dei processi naturali dei fiumi), è importante mantenere forme di agricoltura e pastorizia estensive nelle aree agricole abitate dalla specie favorendo il pascolo brado delle praterie e il mantenimento di isole di vegetazione spontanea e di elementi marginali a lato dei campi coltivati.
La Tutela
Fermare la regimazione dei corsi fluviali, innescandone un processo di rinaturalizzazione, consentirebbe un’inversione di tendenza riguardo la disponibilità di habitat per la specie. Occorre, inoltre, tutelare gli alvei e i greti fluviali che la ospitano e impedire attività non compatibili, quale ad esempio l’accesso a mezzi motorizzati negli ambiti fluviali.
Non esistono sufficienti dati per calcolare il valore di riferimento favorevole (FRV) per questa specie.