Nocciolaia
Nucifraga caryocatactes
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Possiede caratteristiche forme compatte, con un grosso becco nero, a pugnale, la coda è corta e tronca, le ali, ampie e arrotondate. Il corpo è bruno scuro, finemente macchiettato di bianco; le ali sono nere. La coda, nera ad apice bianco, contrasta con il sottocoda anch'esso bianco. Simile nelle forme alla Ghiandaia, ha però la testa molto più esile ed è da quest’ultima ben differenziata.
In Italia nidifica sulle Alpi prediligendo per la costruzione del nido gli alberi sempreverdi più folti. Le risorse trofiche più importanti sono i semi degli alberi dei climi principalmente freddi (estremo nord e altitudini elevate), caratterizzati da semi grandi, in primis il Pino cembro. Vengono mangiati anche insetti e uova di uccello e pulcini dai nidi. Scava anche nidi di vespe e api per raggiungere le larve.
Il nido viene costruito di solito in alto nelle conifere (a volte vengono utilizzati anche alberi a foglia larga) e di solito nella parte soleggiata. Vengono deposte normalmente 2-4 uova e covate per 18 giorni. Entrambi i sessi nutrono i giovani che vengono solitamente curati per 23 giorni.
La Nocciolaia è un residente diffuso nella fascia boreale e si distribuisce in maniera più frammentaria sulle montagne dell’Europa centrale e sud orientale.
Lo Status
La specie presenta uno stato di conservazione favorevole in Italia e a livello continentale.
La popolazione europea non ha subìto decrementi negli anni 1970-1990 ed è attualmente considerata stabile, stimata tra le 400mila e le 860mila coppie.
La popolazione europea totale è valutata sopra le 400mila coppie, con le maggiori densità riscontrabili in Russia, Romania, Bulgaria e Paesi alpini. In Italia sono stimate circa 8.000-20.000 coppie. La specie viene considerata stabile a livello italiano con alcune migliaia di coppie in Trentino e 1.000-1.500 coppie in Lombardia.
Le Minacce
In alcuni settori, come ad esempio il Trentino, la specie ha ampliato i propri effettivi in quanto favorita dalle moderne pratiche selvicolturali che hanno privilegiato le conifere ai boschi di latifoglie. La conservazione della specie rimane comunque strettamente legata alla tutela e alla corretta gestione dei complessi forestali idonei tra cui, in primo luogo, le cembrete.
Occasionalmente, interventi selvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono provocare episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo.
La Tutela
La specie non necessita dell’adozione di particolari misure di conservazione. In linea generale vanno evitati drastici interventi selvicolturali in pieno periodo riproduttivo.
La Nocciolaia è sufficientemente studiata per quanto riguarda la sua distribuzione ed ecologia forestale.
Sono tuttavia ancora scarse le informazioni quantitative sulla densità e il successo riproduttivo. Per gli ambienti forestali più idonei quali, ad esempio, le cembrete continue, si possono considerare come valori di riferimento favorevoli densità riproduttive pari a 10 coppie per km², con massimi registrati sulle Alpi centrali ancora più elevati. Densità inferiori a questo intervallo si possono riscontare in contesti sub ottimali quali aree prealpine e a più bassa quota, siti caratterizzati dalla presenza di boschi misti a latifoglie e dalla generale scarsità del Pino cembro.