Fischione
Mareca penelope
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Ascolta il canto
Descrizione
Il Fischione è un’anatra di medie dimensioni, molto colorata nel piumaggio del maschio in abito nuziale, che presenta petto bruno-rosato, fianchi e dorso grigi, ventre e parte anteriore delle ali bianchi, coda bianca e nera e, quando è in volo, specchio alare verde e nero. Il piumaggio della femmina vira invece verso tonalità più calde: bruno-rossiccio è il colore predominante. La lunghezza può raggiungere il mezzo metro, l’apertura alare è compresa tra 75 e 86 cm e il peso tra 465 e 930 grammi. Deve il suo nome al caratteristico verso rumoroso e “fischiato” che emette il maschio.
Durante la nidificazione frequenta la zona boreale e subartica, dove predilige acque dolci poco profonde, ampie, aperte, né fortemente eutrofizzate né oligotrofe, con vegetazione sommersa o flottante ma senza aggregazioni di piante troppo dense. Costruisce il nido vicino a corsi d’acqua e in luoghi riparati. D’inverno è frequente soprattutto lungo coste con acque poco profonde e riparate, estuari, lagune salmastre, praterie allagate.
La specie si ciba soprattutto di piante acquatiche, ma non disdegna alimenti proteici quali vermi, Insetti e Crostacei.
Le popolazioni europee numericamente più importanti sono localizzate in Islanda, Scozia e Scandinavia, mentre meno frequente è la presenza lungo le sponde del Baltico. Specie spiccatamente migratrice, solo le popolazioni che nidificano nel Regno Unito sono in parte residenti ed effettuano spostamenti ridotti. Vastissimo è l’areale di svernamento, che abbraccia gran parte dell’Europa interessando anche il Nord Africa, con contingenti che si spingono nella fascia del Sahel.
In Italia è migratore e svernante regolare, nidificante irregolare, con l’ultima riproduzione accertata nel 2019 nel Delta del Po. E’ regolarmente presente in inverno con popolazioni numericamente significative; le aree principali di svernamento sono rappresentate dalle lagune costiere dell’Alto Adriatico e dai laghi costieri del Centro Italia, della Puglia settentrionale e della Sardegna.
Lo Status
Il Fischione in Europa ha uno stato di conservazione favorevole.
Coste europee nord-occidentali e inglesi, coste del Mar Baltico settentrionale e coste orientali del Mar Nero e del Mar Caspio e zone orientali degli Urali sono le principali aree di origine dei fischioni segnalati in Italia.
In inverno nel nostro Paese la specie è abbondante (la terza tra le anatre, la sesta in assoluto) con distribuzione relativamente continua anche nell’entroterra. In condizioni ottimali (soprattutto nelle zone costiere) forma concentrazioni anche di svariate migliaia di individui. La popolazione svernante in Italia è stimata intorno agli 80.000 individui e il nostro Paese rappresenta una delle aree più importanti a livello continentale per lo svernamento della specie. L’Italia ospita altresì ben 6 siti di importanza internazionale per lo svernamento: Delta del Po, Laguna di Grado, Marano e Panzano, Laguna di Venezia, Zone umide di Manfredonia – Margherita di Savoia, Maremma Grossetana, Laghi Pontini.
Le Minacce
La caccia appare in grado di modificare sensibilmente presenza, abbondanza e abitudini della specie; una corretta gestione dell’attività venatoria è quindi condizione imprescindibile per la conservazione della specie.
La specie è inoltre soggetta a disturbo da attività ricreative, inquinamento (incluse contaminazioni da tallio e versamenti di petrolio), bonifica, estrazione di torba, cambiamenti nelle pratiche gestionali delle aree umide (es. declino del pascolo e dello sfalcio con crescita eccessiva di arbusti), incendio e sfalcio del canneto. Il Fischione è potenzialmente soggetto anche a influenza aviaria e avvelenamento da piombo dovuto a ingestione di pallini da caccia.
La Tutela
Specie ben monitorata durante lo svernamento. Appare indubbiamente importante valutare accuratamente gli effetti diretti ed indiretti dell’attività venatoria (es. spostamento dei gruppi da una località all’altra, cambiamenti nelle abitudini, numero di individui abbattuti, ingestione di pallini, disturbo da rumore, somministrazioni artificiali di cibo da parte di Aziende Faunistiche Venatorie).
Occorre favorire condizioni idonee allo svernamento della specie (soprattutto attraverso la limitazione del disturbo antropico e dell’attività venatoria) nelle aree di maggior importanza.