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Baccafico © Luigi Sebastiani

Beccafico

Sylvia borin

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Silividae
Nome scientifico
Sylvia borin
Habitat
Arbusti
- altri habitat
Praterie
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
21-24 cm
Lunghezza
13-14,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

VU - Vulnerabile
Stato di conservazione
Cattivo
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Descrizione

Specie piuttosto schiva, il Beccafico raggiunge una lunghezza di 13-14,5 cm e un’apertura alare di 21-24 cm, per appena 22 grammi di peso. Maschi e femmine presentano la stessa colorazione: la parte superiore è olivastra e quella inferiore è di colore marrone chiaro. 
Gli ambienti prediletti dal Beccafico sono le boscaglie di ontano verde, dove la specie è presente anche oltre i 2.000 metri di quota, ma frequenta anche, a quote molto più basse, arbusteti ombrosi e umidi, spesso vicino all’acqua, talvolta anche cedui su suoli caldi e asciutti. Il nido, a forma di ciotola, è costruito con erbe, radici, peli e fili d’erba ed è nascosto quasi sempre nel sottobosco fitto, vicino al suolo. La femmina depone dalle 4 alle 5 uova bianche con macchie brune, che vengono covate a turno da entrambi i genitori. Una volta nati, i pulcini restano all’interno del nido per circa 10-12 giorni.

Diffuso in gran parte d’Europa nidifica in Italia sia sull’arco alpino sia in aree planiziali, specialmente nei boschi golenali di Ticino, Po, Adige e nel Carso Triestino. È presente inoltre in alcuni settori dell’Appennino tosco-emiliano e lombardo, con popolazioni isolate sul Gran Sasso. Mentre la sottospecie nominale Sylvia b. borin  abita ampie porzioni dell’Europa occidentale, Italia compresa, la sottospecie Sylvia  b. woodwardi  è diffusa in Europa orientale e nei territori dell’ex Urss.

Nidificante e migratrice, la specie trascorre l’inverno nell’Africa sub-sahariana. I soggetti inanellati segnalati in Italia provengono da un’area geografica molto vasta, che si estende dalla Russia europea al Baltico, dai Paesi dell’Europa orientale e centro-settentrionale alle coste mediterranee francesi, dalla Finlandia centrale alla Tunisia fino al bacino dell’Onega, in Russia.

Lo Status

Il Beccafico ha stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione della popolazione e del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 30.000-60.000 coppie e il trend appare in declino negli ultimi decenni. 

La popolazione dell’Ue è stimata in 6.100.000-13.000.000 coppie, pari al 36-42% della popolazione continentale della specie e a una frazione compresa tra il 25% e il 49% di quella globale. La popolazione italiana è inferiore all’1% di quella dell’Unione europea e non appare significativa a livello continentale. In termini percentuali, il successo riproduttivo della specie nel nostro Paese si mostra in linea – e lievemente superiore – a quello registrato in altre aree d’Europa (2,5 pulcini involati per nido, a fronte della media registrata nel Regno Unito, pari a 2,1).

Più significativi i dati sulla popolazione “in transito”: il Beccafico risulta inanellato in una vasta rete di siti, con numeri molto elevati nelle regioni settentrionali prealpine, in particolare in Friuli, Veneto e Lombardia. Diverse le isole sulle quali vengono censiti numeri elevati, nell’ambito degli spostamenti ad ampio raggio che portano i beccafichi ad attraversare l’intero Mediterraneo centro-occidentale.

Le Minacce

Dal punto di vista delle minacce che possono, in linea di principio, avere un impatto negativo sulla specie, va sottolineata l’eliminazione e l’evoluzione verso cenosi forestali dei consorzi dominati da arbusti, dei margini dei boschi e di altri ambienti ecotonali strutturalmente simili. Tali modificazioni dell’habitat possono avere effetti importanti specialmente in periodo riproduttivo.

Ulteriore pericolo è rappresentato dai predatori che, in base ai dati disponibili, sono responsabili del 51% dei fallimenti nella riproduzione (a fronte di un 29% per abbandono, 3% per parassitismo del Cuculo, 1% per sfalcio).

La Tutela

Dal punto di vista conservazionistico, appare essenziale per il futuro mantenere gli ambienti in condizioni idonee alla specie, soprattutto nelle zone dove la popolazione appare maggiormente in regresso o a rischio, e cioè nelle aree subcontinentali. Ad influenzare l’andamento delle popolazioni sono poi le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa.
Specie poco conosciuta e studiata in Italia, sarebbe auspicabile avviare studi che possano approfondire ecologia e biologia riproduttiva oltre alle dinamiche di popolazione.

Importante è anche la tutela dei siti utilizzati dalle popolazioni in migrazione, dato il ruolo non secondario del nostro Paese come sito di passaggio da e per i quartieri di svernamento. Da rilevare la necessità di predisporre studi più approfonditi che consentano il calcolo di una Minima Popolazione Vitale (MVP) per la specie, da utilizzarsi come valore target per le popolazioni isolate.

Sulla base dei dati rilevati su presenza e successo riproduttivo, si può proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 5 coppie per 10 ettari su scala locale e a 25 coppie per kmq a scala di comprensorio.

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Baccafico © Luigi Sebastiani