Beccaccino
Gallinago gallinago
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
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Descrizione
Il Beccaccino è un limicolo dalle dimensioni medio-piccole e dalle forme slanciate, con ali lunghe e appuntite, coda a ventaglio e becco assai lungo, diritto e sottile. La livrea in entrambi i sessi è di color bruno-fulvo barrato e striato di nero, fulvo e marrone. Quando si alza in volo è facilmente identificabile in quanto vola velocissimo e a “zig-zag”, emettendo anche un tipico verso, un secco e aspro “ssciap”. La lunghezza è compresa tra 25 e 27 cm, l’apertura alare tra 44 e 47 cm e il peso tra 77 e 150 grammi.
Nidifica nella tundra e in varie tipologie di ambienti umidi del centro-nord Europa quali prati umidi, torbiere e cariceti. Durante la migrazione e lo svernamento frequenta zone umide con acque basse interne e costiere che si alternano ad aree fangose e asciutte, quali campi allagati, prati, pascoli, marcite, risaie, salicornieti e giuncheti radi e litorali sabbiosi.
La sua alimentazione comprende soprattutto Anellidi e Insetti, ma anche larve, Molluschi, Crostacei, semi.
Il Beccaccino è una specie artica che nidifica nella tundra in un'area estesa che va dalla Russia alla Scandinavia, le coste del Mar Baltico, i campi e i prati del centro Europa, fino alle zone umide inglesi ed irlandesi. È una specie prevalentemente migratrice, con popolazioni stanziali lungo le coste atlantiche europee. I quartieri di svernamento delle popolazioni del Vecchio Continente si estendono dalle Isole Britanniche e i Paesi Bassi fino alla Penisola Iberica, al Maghreb, al bacino mediterraneo ed all'Asia meridionale (Malesia ed Indonesia). Un numero cospicuo di individui sverna altresì in Africa a sud del Sahara, nel Golfo di Guinea e nei Paesi centro-occidentali.
In Italia il Beccaccino è migratore e svernante regolare e nidificante occasionale. La specie è frequente ed anche abbondante nel corso delle fasi migratorie e durante lo svernamento, mentre risulta solo occasionalmente nidificante, con una decina di nidificazioni note dal 1950 in aree continentali dell’Italia settentrionale (Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Emilia-Romagna). Viene osservato generalmente a quote inferiori ai 200 m, con locali presenze in praterie e ambienti umidi montani (ad es. torbiere) fino a oltre 2.500 m.
Lo Status
Il Beccaccino ha in Europa uno stato di conservazione sfavorevole ed è stato redatto un recente (2018-2028) Piano d’Azione Internazionale multi-specie per la conservazione nell’Unione Europea dei limicoli nidificanti nelle praterie umide, tra le quali è compreso il Beccaccino.
La popolazione svernante italiana è concentrata nella Pianura Padana interna, nell’Alto Adriatico, in Toscana e nel Lazio. Durante lo svernamento sono stati censiti, nell’ambito dell’IWC – International Waterbird Census, fino a oltre 4.000 individui ma si stima che la popolazione svernante sia dell’ordine di alcune decine di migliaia di individui e che il censimento durante l’IWC comprenda solo una frazione del potenziale areale di svernamento di una specie che frequenta anche ambienti agricoli oltre alle zone umide, risultando difficile da censire a causa del suo comportamento elusivo.
Le Minacce
La specie nel nostro Paese appare minacciata dalla trasformazione degli ambienti di sosta e alimentazione, dalla variazione del livello delle acque nei siti di svernamento e dalla diminuzione degli ambienti di marcita.
Ulteriore minaccia è rappresentata dal prelievo venatorio nelle aree di svernamento, essendo la specie cacciabile in Italia. Più in generale, il disturbo antropico causato dalle attività venatorie nelle zone umide rappresenta un pericolo per la specie, sia nelle fasi pre e post-riproduttiva.
La Tutela
La qualità delle informazioni sulle popolazioni svernanti è da ritenersi non sufficiente, in quanto il censimento standardizzato degli uccelli acquatici svernanti sul territorio nazionale, coordinato dall’ISPRA, fornisce solo molto parzialmente un numero reale degli uccelli svernanti nel nostro Paese.
Si tratta di una specie che non presenta uno stato di conservazione favorevole a livello europeo come svernante ed è quindi importante conservare, ripristinare e creare siti di sosta e svernamento, preservando i più importanti da varie forme di disturbo antropico, compresa l’attività venatoria che dovrebbe essere sospesa.