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Caccia, associazioni: nessun emendamento nella Legge di bilancio

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Ha prevalso il buon senso, evitando infrazioni comunitarie, caos gestionale e gravi danni alla natura. “Ora stop ad ogni tentativo di blitz”.
 

“Nessuno degli emendamenti alla Legge di Bilancio riguardanti la caccia è rientrato nel fascicolo degli emendamenti segnalati, che andranno al voto. I tentativi di forzare la legge sulla tutela della fauna sono falliti”.

Così 57 associazioni commentano il tentativo di utilizzare la Manovra 2026 come scorciatoia per la modifica della normativa sull'attività venatoria, decaduto con l'esclusione dei tre emendamenti dalle proposte emendative che andranno al voto.

Particolare preoccupazione destava l’emendamento a firma Bergesio e altri (Lega) che puntava a riscrivere l’articolo 18, comma 1-bis, della legge 157/92, il cuore della regolamentazione dei calendari venatori, addirittura assegnando alle regioni la potestà di decidere le date di avvio della migrazione preriproduttiva degli uccelli.

Una concessione tanto illogica quanto clamorosa, che avrebbe di conseguenza consentito alle amministrazioni regionali di stabilire l’allungamento della stagione venatoria in periodi rigorosamente vietati dalla normativa europea. Non solo, dunque, una chiara violazione della direttiva Uccelli ma lo stravolgimento dell’impianto normativo che nel 2010 aveva rimesso l’Italia in regola dopo la condanna definitiva inflitta dalla Corte di Giustizia europea nella procedura di infrazione 2006/2131.

“Ci auguriamo - dichiarano le 57 associazioni - che la questione caccia in Legge di Bilancio sia definitivamente chiusa e che con essa siano terminati questi blitz venatori, scomposti e scorretti, che fanno male alle regole, al diritto e soprattutto agli animali e alla natura”.
 

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Beccaccini © Marco Venanzi