Il progetto Novara in rete nasce dalla necessità di rielaborare una rete ecologica della provincia di Novara su solide basi naturalistiche, verificare lo stato di fatto della pianificazione territoriale, rinforzare la salvaguardia della rete fluviale e dei canali. Vede come capofila la Lipu in partenariato con la Provincia di Novara, soggetto competente territorialmente, Università degli Studi di Pavia per le competenze e le esperienze maturate in materia, Regione Piemonte poiché fortemente interessata allo sviluppo di una Rete Ecologica Regionale sul modello della RER lombarda, e ARPA Piemonte per la finalizzazione e la validazione di un modello scientifico di determinazione di una rete ecologica.
Il progetto è sostenuto economicamente da Fondazione Cariplo, e nei suoi intenti da diversi enti, tra i quali Provincia di Vercelli, Ente Gestore delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, Ente Gestore delle Riserve pedemontane e delle terre d'acqua, Ente Gestore Aree Protette Valle Sesia, Consorzio di irrigazione e bonifica Est Sesia. Questo progetto rappresenta uno dei primi approfondimenti svolti in Piemonte nella definizione della Rete ecologica regionale, di cui rappresenta una componente importante per via della presenza del corridoio ecologico del Ticino, che svolge una funzione fondamentale di collegamento tra arco alpino e catena appenninica.
L’obiettivo generale del progetto è delineare una rete ecologica che colleghi le aree sorgenti di biodiversità presenti in provincia di Novara, garantendo continuità tra l’area pedemontana a nord e l’area di pianura a sud, mediante la realizzazione di uno Studio di Fattibilità.
Gli obiettivi specifici del progetto possono essere riassunti come di seguito: 1. Contrastare la perdita di biodiversità causata dalla frammentazione del territorio, così come dal degrado e dalla distruzione degli habitat, attraverso il miglioramento della funzionalità delle connessioni ecologiche e della matrice permeabile in provincia di Novara per connettere l’area prealpina alla pianura; 2. Verificare il ripristino, ove possibile, della connettività nord-sud tra bioregione alpina e continentale per specie target a diversa mobilità (più propriamente, vagilità) e di diversi taxa, completando la connessione ecologica naturale tra le Alpi e la Pianura e integrare le connessioni sulla direttrice est-ovest tra la pianura vercellese e il Parco Agricolo Sud Milano; 3. Comparare lo stato di fatto e le previsioni future della pianificazione territoriale locale con il disegno di rete individuato, per verificare che ci sia coerenza tra i diversi strumenti di gestione del territorio, ponendo particolare attenzione ai varchi critici; 4. Aumentare la consapevolezza dei portatori d'interesse (istituzioni e cittadinanza) grazie alla divulgazione dei risultati e la partecipazione attiva dei soggetti che si occupano della gestione del territorio attraverso un Tavolo di confronto.
Azioni di progetto
Il progetto prevede una serie di azioni coordinate e complementari. Si partirà dall’identificazione delle aree sorgenti di biodiversità, utilizzando il metodo expert based già applicato in Regione Lombardia (Bogliani et al., 2007).
Successivamente, verranno individuate le connessioni, corridoi, stepping stone e aree permeabili, che collegano tra loro le aree sorgenti. A questo lavoro seguirà la ricognizione delle situazioni di maggiore criticità, come restringimenti, previsioni urbanistiche in contrasto o infrastrutture ad alto impatto, senza trascurare le fragilità presenti nella matrice diffusa e nelle stesse aree sorgenti.
Un passaggio centrale sarà l’analisi della rete ecologica già definita dal PTP, condotta a partire dalle componenti faunistiche e vegetazionali, sulla base dei dati emersi dagli approfondimenti precedenti. Parallelamente verrà avviato il monitoraggio delle componenti faunistiche e vegetazionali di maggior rilievo, utile a verificare lo stato di salute degli ecosistemi.
Il progetto comprenderà anche uno studio di fattibilità per individuare possibili interventi di deframmentazione del territorio, in particolare in presenza di infrastrutture viarie o insediative che gravano sui varchi critici.
Un aspetto fondamentale sarà infine la divulgazione dei concetti tecnico-scientifici alla base della Rete Ecologica, emersi anche dallo studio di fattibilità, presso tutti i soggetti coinvolti nella pianificazione territoriale. Accanto a questo, verrà sviluppato un piano di comunicazione rivolto alla cittadinanza, per promuovere consapevolezza e partecipazione attiva.