L’uccisione illegale di uccelli selvatici protetti dalla Direttiva Uccelli e dalle legislazioni nazionali è un fenomeno ancora diffuso in varie regioni europee, dove è spesso considerato poco importante e, in taluni casi, persino accettabile. E’ quanto accade, ad esempio, in alcune aree di Italia, Spagna e Grecia. Ciò è dovuto in gran parte alla mancanza di (sufficiente) consapevolezza del problema nelle autorità pubbliche, nelle comunità locali e tra i cittadini in generale. Inoltre, non sempre, a livello locale, le persone sono consapevoli della normativa vigente e dell'importanza di quella parte cruciale della biodiversità europea costituita dagli uccelli selvatici.
Talvolta, le stesse forze dell'ordine sono poco consapevoli del problema a livello locale oppure non dispongono di tecniche specifiche per affrontare efficacemente la questione.
L'obiettivo generale del progetto LIFE COM “A safe haven for wild birds” , condotto in collaborazione con la SEO, la HOS e la società di comunicazione JWT, è quello di ridurre l'uccisione illegale di uccelli selvatici protetti in tre Paesi mediterranei dell'Unione Europea in cui questa attività è ancora diffusa: Italia, Grecia e Spagna, rispettivamente nelle aree del Sulcis (Sardegna), delle isole Ioniche e delle province di Aragona, Catalogna e Valencia.
Gli obiettivi specifici del progetto sono:
Aumentare la consapevolezza degli stakeholders più importanti lungo le rotte migratorie (comunità locali, autorità locali, cacciatori, grande pubblico) sugli effetti del bracconaggio sulla biodiversità locale ed europea;
Cambiare gli atteggiamenti socio-culturali verso il bracconaggio, soprattutto nelle generazioni più giovani, sconfiggendo culturalmente il fenomeno;
Migliorare l'applicazione delle leggi attraverso una maggiore consapevolezza e un migliore coordinamento tra e con le forze dell'ordine.
Il progetto intende raggiungere questi obiettivi attraverso una campagna di sensibilizzazione di tre anni attraverso azioni di comunicazione (spot radiofonici, annunci stampa, video virale), azioni di coinvolgimento delle forze dell’ordine (workshop nazionali ed internazionali), azioni di coinvolgimento delle popolazioni locali (eventi e manifestazioni per il pubblico) e azioni di educazione ambientale (coinvolgimento degli studenti delle scuole medie e superiori dei comuni in cui il bracconaggio è maggiormente diffuso).