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Testuggine palustre europea: al via studio Lipu/Università Venezia

Testuggine palustre europea: al via studio Lipu/Università Venezia foto Luigino Busatto
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Da specie comune a specie minacciata: è la triste parabola della testuggine palustre europea (Emys orbicularis), una delle specie oggi più minacciate in Veneto così come nel resto d’Europa. 

Lo rende noto la Lipu, che insieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia, darà presto il via a un importante studio, il quale prevede la cattura momentanea dei soggetti tramite speciali trappole al fine di ottenere dati biologici utili a capire la struttura della popolazione e i rapporti con quella che sembra essere la sua natura: l’americana testuggine palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans).

Prima delle grandi bonifiche e delle trasformazioni ambientali causate dall’uomo, la testuggine palustre europea era una specie comune. Le zone umide ricavate dall’estrazione di argilla, come la Riserva naturale Cave di Gaggio Nord, nel comune di Marcon (gestita dalla Lipu in convenzione con l’omonimo Comune) rimangono importanti roccaforti per questo animale; tuttavia non mancano le preoccupazioni per la sorte delle popolazioni che vivono in quest’area protetta.
Sembra che l’arrivo delle testuggini esotiche, unitamente ad altre interferenze di natura antropica, abbia contribuito a limitare il contingente di questa specie indigena delle nostre acque interne.

Il progetto di Lipu e Università di Venezia, che si svilupperà dal 2016 al 2018, nasce proprio dall’esigenza di arrivare a una rigorosa strategia di conservazione, per la quale servono però profonde conoscenze sulle dinamiche in atto, dunque studi scientifici mirati. Innanzitutto, per effettuare la cattura di esemplari, che saranno rilasciati poco dopo, nel medesimo posto e senza subire danni, la Lipu ha chiesto e ottenuto una speciale autorizzazione - per i ricercatori dell’Università di Venezia e a quelli dello staff Lipu della Riserva naturale Cave di Gaggio Nord – per effettuare la cattura e la manipolazione delle Emys, altrimenti vietata dalla legge italiana e comunitaria. Il permesso è stato rilasciato dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, sentito l’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale ) e con il parere favorevole della Shi (Societas herpetologica italica), massima figura nel campo dello studio dei rettili e anfibi in Italia.

“Sono attività di ricerca di grande livello, un vanto per la comunità di Marcon ma soprattutto un passo fondamentale per tutelare questa specie protetta dalla Direttiva Comunitaria “Habitat” 92/43/CEE e dalla normativa nazionale che ne discende” afferma il responsabile della Riserva naturale Lipu Cave Gaggio Moreno Chillon. Secondo Gianpaolo Pamio, delegato della Sezione Lipu di Venezia, “ottenere autorizzazioni ministeriali speciali non è scontato e questo dimostra il peso qualitativo e il rigore scientifico del progetto presentato”. Continua Pamio: “La parola d’ordine nelle attività Lipu nella Riserva naturale Cave di Gaggio Nord, il motore delle tante ricerche scientifiche avviate in questi anni con l’intento di rafforzare le misure di tutela per le specie animali e vegetali, è conoscere per conservare”
Secondo Ugo Faralli, responsabile Oasi e Riserve Lipu, “questo progetto è un altro importante passo per salvaguardare le specie a rischio, ma altrettanto decisiva sarà la concreta trasformazione dell’Oasi di protezione in una Riserva naturale, per consentire forme di tutela maggiori
“Comune di Marcon, Provincia di Venezia (ora Città Metropolitana di Venezia) e Lipu – prosegue Faralli - hanno avviato da tempo importanti forme di collaborazione in tal senso. Ora spetta al Comune di Marcon la definitiva istituzione della Riserva naturale e la conseguente programmazione di attività gestionali per il futuro”.

La ricerca sarà condotta da studiosi della Lipu (referenti scientifici Michele Pegorer e Davide Pettenò) e da studenti e ricercatori del Dais (Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, referente scientifico Stefano Malavasi, zoologo), nell’ambito di una convenzione attivata di recente fra l’università veneziana e l’associazione ambientalista. Tale convenzione permetterà agli studenti cafoscarini, con particolare riferimento a quelli del corso di laurea in Scienze Ambientali, di svolgere attività di tirocinio e di tesi presso le oasi naturalistiche gestite dalla Lipu e di collegare dunque le attività scientifiche e formative proprie del corso di laurea, con il territorio e le sue esigenze, soprattutto in tema di conservazione della natura.
La testuggine sembra dunque essere in buone mani.
 

Mercoledì, 03 Febbraio 2016 15:48

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