In Italia fino agli anni Settanta la caccia è un'attività selvaggia e incontrollata.
A regolarla c'è solo un vecchio “Regio Decreto” che di fatto permette ai cacciatori di fare un po' quello che desiderano. Nel dicembre del 1977 la Camera dei Deputati, sulla base di un testo elaborato dalla Lipu, approva la legge 968 che alza l'età minima per cacciare dai 16 ai 18 anni, stabilisce finalmente un primo elenco di specie cacciabili (escludendo rapaci, aironi, gabbiani e oche, che dunque sono salvi) e dichiara che la fauna selvatica italiana è “patrimonio indisponibile dello Stato”.
Gli animali selvatici non sono più cosa di nessuno ma ricchezza di tutti, e la caccia diventa una pratica da controllare seriamente.
La legge 968 è una tappa importante di una battaglia ancora aperta. Come l'abolizione totale dei richiami vivi. Con una donazione puoi aiutarci a portare avanti i progetti contro la caccia e il bracconaggio.