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Raro Astore impallinato a Pavia

Raro Astore impallinato a Pavia

 

Bracconaggio: impallinato raro Astore nell’ultimo giorno di stagione venatoria. Il rapace è ricoverato al centro Lipu La Fagiana di Pontevecchio di Magenta: fratture ad entrambe le ali, forse irrecuperabile. A livello nazionale sono 43 i rapaci uccisi (su 95 impallinati) durante la stagione della caccia “Serve sostegno ai centri recupero e maggiore repressione del bracconaggio”.

Bastavano poche ore e avrebbe continuato a volare indisturbato: nell’ultima giornata di stagione venatoria, a poche ore dal “fischio” finale, una scarica di pallini l’ha colpito, provocandogli fratture a entrambe le ali e, forse, condannandolo per sempre in una voliera.

Non aveva nemmeno un anno il giovane (e raro) astore trovato ferito giovedi scorso da un agricoltore nel piccolo comune di Ottobiano (Pavia), in Lomellina, consegnato alle guardie provinciali di Pavia e infine ricoverato d’urgenza al Centro recupero fauna selvatica della Lipu “La Fagiana”, a Pontevecchio di Magenta (MI).

L’animale, sottoposto a una radiografia, riportava gravi fratture a entrambe le ali, provocate da numerosi pallini. Un caso che il Centro Lipu giudicava subito disperato, mentre è tanta la rabbia per quanto accaduto a poche ore dalla chiusura della caccia e ai danni di una specie definita rara a livello nazionale. Per il futuro del giovane astore si aprono molte incognite: non si sa se potrà recuperare dopo le cure medico-chirurgiche e tornare a volare.

L’astore (un rapace dalle dimensioni simili alla più comune poiana) è presente in Italia con sole 500/800 coppie nidificanti. Il suo habitat riproduttivo è rappresentato da boschi di collina e montagna, mentre in inverno qualche esemplare (come quello ferito nel pavese) scende in pianura alla ricerca di prede.

La vicenda dell’astore di Pavia non è che una, purtroppo, delle tante che in questa stagione venatoria appena conclusa ha colpito duramente i rapaci, specie superprotette dalla legge italiana e dalle Convenzioni internazionali, animali che i centri recupero della Lipu hanno cercato, per quanto possibile, di curare e salvare.

Il bilancio della stagione è a dir poco tragico: dal 1° settembre 2012, primo giorno di preapertura della caccia, al 31 gennaio 2013 (giorno di chiusura nella gran parte delle Regioni), ben 95 rapaci sono stati abbattuti a fucilate e ricoverati nei centri Lipu (appartenenti a rapaci diurni quali, aquila minore, biancone, falco palude, gheppio, lodolaio, poiana, sparviere, falco pellegrino falco pecchiaiolo, smeriglio e notturni quali allocco, gufo comune, gufo di palude e civetta): 43 sono deceduti (pari al 45% del totale), 36 sono attualmente in cura mentre i più “fortunati” (9) sono già stati liberati.

<<Questo ultimo inquietante episodio – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – e i dati finali dei rapaci impallinati nei nostri centri confermano l’urgenza di un Piano nazionale antibracconaggio che attribuisca maggiori fondi alle forze dell’ordine, in primis il Corpo forestale dello Stato, e l’avvio di una seria modifica alla 157/92 che preveda, almeno raddoppiandole, le sanzioni sostanziali ai bracconieri.

<<Lo abbiamo chiesto nelle nostre proposte ai candidati premier e lo ribadiamo oggi, di fronte a questo ennesimo e sciagurato sfregio alla natura – prosegue il presidente Lipu - Ma serve anche, finalmente, un intervento a sostegno dei centri recupero, che operano con abnegazione ma con pochissime risorse e insufficiente supporto da parte delle amministrazioni <<Solleciteremo – conclude Mamone Capria - il nuovo Parlamento ad intervenire senza tentennamenti sull’uno e l’altro fronte>>.

Mercoledì, 06 Febbraio 2013 21:33

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