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Bruxelles: incontro sul "Fitness Check" direttive Habitat e Uccelli

Picchio rosso maggiore - Celestino Vuillermoz Picchio rosso maggiore - Celestino Vuillermoz

La rete Natura 2000, network di aree protette dall’Unione europea, è in grado di fornire benefici in termini di servizi ecosistemici pari a 200-300 miliardi ogni anno, a fronte di costi annuali di implementazione pari a solo 5,8 miliardi.

E’ il dato più significativo di uno studio, pubblicato pochi giorni fa dalla Commissione europea, e reso noto oggi in Italia dalla Lipu, in vista della Conferenza su “Fitness Check” delle direttive comunitarie sulla natura, le direttive Habitat e Uccelli, organizzata a Bruxelles venerdi 20 novembre.
Alla Conferenza parteciperanno i vertici della Commissione Europea insieme ai più importanti stakeholders (istituzioni, Governi nazionali, ambientalisti, imprenditori e altri portatori di interessi). Grazie all’iniziativa, la Commissione europea intende condividere con gli stakeholders i risultati della prima fase di analisi dello stato di salute delle due direttive più importanti per la difesa della natura. Una fase dalla quale emerge l’assoluta utilità e importanza delle direttive comunitarie per la tutela della biodiversità e dell’ambiente. Un esito positivo cui hanno fornito un apporto determinante gli oltre 500mila cittadini, che, grazie alla massiccia campagna Allarme Natura condotta sui social network da 200 associazioni coordinate da BirdLife Europa, Wwf, Eeb (European environmental bureau) e Friends of the Earth, hanno affermato con forza nei mesi scorsi che le direttive europee sono importantissime e hanno espresso l’esigenza che la Commissione europea non le modifichi e, anzi, ne rafforzi i contenuti e la concreta applicazione.
Una posizione poi ribadita a fine ottobre dai nove ministri dell’Ambiente europei, guidati dalla Germania (insieme a Francia, Spagna, Italia, Polonia, Slovenia, Romania, Croazia e Lussemburgo), che con una lettera inviata al commissario europeo all’Ambiente, Karmenu Vella, chiedono di non modificare le direttive sulla natura e anzi di focalizzarsi sulla loro implementazione.

Pochi giorni fa, il 12 novembre, la Commissione europea ha pubblicato uno studio (consultabile alla pagina http://goo.gl/p67V4P), compilato da un gruppo di esperti tecnici, individuato dalla stessa Commissione, che ha trovato del tutto immotivato modificare le direttive affermando invece che esse sono coerenti con altre leggi e politiche dell’Unione europea.
In particolare, vengono evidenziati gli enormi benefici forniti dalle direttive rispetto ai costi che generano: la rete Natura 2000, network di aree protette la cui gestione fa capo alle direttive comunitarie, costano 5,8 miliardi di euro ogni anno a fronte di benefici in servizi eco sistemici valutati in 200/300 miliardi di euro ogni anno. Nel complesso le direttive contribuiscono allo sviluppo sostenibile, portano benefici a livello sociale e di salute, e permettono uno sviluppo compatibile col mantenimento della biodiversità.

Nell’occasione della conferenza del 20 a Bruxelles, la coalizione ambientalista, che parteciperà attivamente ai lavori, consegnerà le oltre 500mila firme al Commissario all’ambiente Vella, e farà sentire la propria presenza dentro e fuori la sede della Conferenza e inoltre con un costante lavoro di comunicazione sui social network.
La Lipu, unica rappresentante per l’Italia alla Conferenza, sarà presente con Claudio Celada, direttore Dipartimento Conservazione natura, e Giorgia Gaibani, responsabile Iba e rete Natura 2000. Nella campagna di difesa delle direttive, la Lipu ha svolto un ruolo di primo piano a livello europeo, grazie al fruttuoso lavoro sui social network e alle oltre 50mila firme raccolte in poche settimane.

L’appuntamento del 20 novembre è un momento di importanza fondamentale, che di fatto apre la terza fase della Fitness Check, che vedrà gli stakeholders confrontarsi tra loro e con la Commissione europea – afferma Claudio Celada, direttore Conservazione natura Lipu – Il grande successo della raccolta firme e la posizione assunta dai nove ministri dell’Ambiente hanno frenato le “cattive” intenzioni di modificare e indebolire le direttive. Resta ancora molto lavoro da fare ma, anche alla luce dello studio tecnico emerso pochi giorni, siamo fiduciosi che la verifica in corso sulle direttive confermerà l’importanza della normativa europea e la necessità di rafforzare la tutela e la gestione della natura del nostro continente”.
 

Mercoledì, 18 Novembre 2015 09:39

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