Ancora eolico killer! A Gorgoglione (Mt) ennesimo nibbio affettato dalle pale
Era un esemplare di grande interesse conservazionistico e contemplato dalle direttive comunitarie. E' stato fatto a pezzi dalle pale eoliche. E’ accaduto presso la centrale eolica industriale a Gorgoglione (Mt) con il ritrovamento dell’animale morto da parte di naturalisti dell’Asoim, per altro proprio in periodo riproduttivo.
E’ purtroppo l’emblema dello sfascio in atto in Basilicata, dove il territorio lucano è stato consegnato alla speculazione energetica senza alcuna seria pianificazione. Il fabbisogno energetico della Basilicata, ricorda la Lipu, è pari a solo l’1% di quello complessivo di tutta la Nazione ma la regione è colonizzata da una infinità di impianti.
Ecco che l’aggressione di pale e pannelli in pochissimi anni si è materializzata in tutta la sua virulenza e con una scia di procedimenti inaccettabili.
Oggi la Basilicata, con la delicata e celebrata ruralità e tutti i suoi valori, ma anche Regione più importante d’Italia per il nibbio reale e tra le più importanti d’Europa per la biodiversità, è sempre più ricettacolo di manufatti industriali, con l’occupazione indiscriminata di crinali e colline con la scusa delle energie “ecocompatibili”. E le aree scampate sono ipotecate da una miriade di progetti, in gran parte approvati o prossimi ad esserlo.
Recentemente anche la politica nazionale ha lasciato che il Gse (Gestore servizi elettrici) emanasse i bandi per incentivi ventennali a ulteriori, nuovi contingenti di Mw, malgrado un cartello di 114 sigle, nazionali e di comitati locali, ne avesse invocato lo stop con un’istanza argomentata (sia sotto il profilo ambientale che dello spreco di denaro pubblico).
La Lipu chiede di fermare le famigerate aste incentivanti, ormai unica opzione per fermare l’aggravio di questo sfregio, all’ambiente e all’economia del Paese, dirottando le risorse verso comparti più utili.
Lipu Basilicata