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Magredi Pordenone: stop all'estrazione di ghiaia

Magredi Pordenone: stop all'estrazione di ghiaia
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Stop all'estrazione di ghiaia nel cuore dei Magredi di Pordenone: gravissimo danno all' habitat di specie animali e floristiche protette dall’ Unione europea.

 

Un enorme scavo per il prelievo di ghiaia in un'area di diverse centinaia di ettari, pari a 500 campi di calcio, è in corso in uno dei territori più delicati e importanti per la biodiversità del Friuli Venezia Giulia, sicuramente il più ricco del Pordenonese per specie faunistiche e floristiche. Un'attività che sta modificando e distruggendo il prezioso ambiente magredile con prati e arbusti, sito di riproduzione e svernamento di molte specie particolarmente protette di avifauna sia a livello nazionale che comunitario. L'immenso squarcio nella ZPS si è notato solo in queste settimane quando enormi scavatori hanno iniziato a rivoltare il terreno, trasformando un paradiso per flora e fauna in una immensa cava, con cumuli alti diversi metri, e un flusso incessante di autotreni.
Il progetto e l'autorizzazione della regione non sono di questi giorni, ma risalgono a sette anni fa. La valutazione di impatto ambientale di allora fece sì che la Giunta Regionale Tondo decidesse di autorizzare l'immenso prelievo di ghiaie dal conoide del Cellina e Meduna, fondato su motivazione di sicurezza idraulica. Ma l'autorizzazione che valeva per 5 anni, e quindi in scadenza nel 2018, non fu mai attuata, nonostante appunto la motivazione delle “esigenze idrauliche”, poiché “la congiuntura economica negativa per il settore estrattivo” (si legge negli atti) non rendeva temporaneamente appetibile il prelievo di sabbie e sassi. Nel 2018 il Consorzio Estrazione Inerti Pordenonese e Consorzio Pordenonese Inerti Scarl chiesero una proroga della vecchia concessione, cosa che avvenne nel 2018 con la Giunta Fedriga. Siamo così giunti ai giorni nostri in cui - evidenziano le scriventi associazioni ambientaliste - un progetto particolarmente impattante su fauna e flora è iniziato mostrando in concreto - a parere degli scriventi – tutta la sua devastante portata per l'ambiente.

Se quindi le carte sono in regola, basta verificare lo stato dei luoghi per comprendere che evidentemente qualcosa deve essere sfuggito, tanto che vaste zone di magredo primitivo sono già state distrutte con gravi conseguenze non solo per il territorio in sè ma anche per il nostro Paese, considerato che si tratta di ambienti unici a livello nazionale, per i quali la regione Fvg ha una grande responsabilità di tutela. 

Le scriventi associazioni sono pronte a porre all'attenzione delle autorità tutto il danno delle attività di escavazione in corso sulla ZPS dei Magredi; nel frattempo si chiede in autotutela alla Regione di sospendere immediatamente gli scavi al fine di evitare un’ulteriore distruzione di habitat naturale che non ha esclusivamente una valenza ambientale ma anche culturale e turistica. Visto che la Giunta regionale ha concesso la proroga dell'autorizzazione ammettendo di non essere in possesso dei necessari dati naturalistici aggiornati, si chiede di procedere ad una nuova e corretta Valutazione di impatto ambientale prima di effettuare ulteriori lavori.

 

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Giovedì, 05 Marzo 2020 11:17

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