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L'energia ecologica rischia di diventare antiecologica

L'energia ecologica rischia di diventare antiecologica
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Eco-energia, approvato il documento strategico della commissione europea La produzione di palma da olio per il mercato europeo mette a rischio quasi 2 milioni di ettari di foresta pluviale nel Borneo indonesiano.

L’uso delle biomasse come fonte di energia può contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma rischia di arrecare gravi danni alla biodiversità del pianeta tramite la distruzione di foreste vergini nei Paesi in via di sviluppo delle zone tropicali e lo sfruttamento intensivo delle aree agricole in Europa.

La Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) commenta il documento strategico sui biocarburanti approvato oggi dalla Commissione Europea, che dà impulso allo sviluppo delle biomasse derivanti dall’agricoltura per la produzione di carburante (biodiesel e bioetanolo), ma senza fornire reali garanzie per la salvaguardia della biodiversità.

L’obiettivo dichiarato dalla UE nella Direttiva “Biocarburanti” emanata nel 2003 è quello di far crescere la quota di mercato dei biocarburanti dall’attuale 1,4% fino al 5,75% entro il 2010. Una necessità che, data la scarsità di materia prima di origine europea, è stata raccolta dal Governo dell’Indonesia, che ha prontamente pianificato nei prossimi 5 anni di distruggere 1,8 milioni di ettari di foresta pluviale vergine per far posto alle piantagioni di palma da olio da cui si ricava il biodiesel. L’area interessata è quella di Kalimantan, Borneo indonesiano, ai confini con la Malesia, battezzata “Il cuore del Borneo”, che ospita specie minacciate di estinzione a livello globale come l’Orangotango e sicuramente molte specie di vertebrati non ancora identificate dagli scienziati. Anche in Europa il rischio è che la corsa alla produzione di colture energetiche ci riporti a praticare un’agricoltura intensiva che sembrava scongiurata dopo le ultime riforme delle politiche agricole europee.

”Se da una parte l’utilizzo delle biomasse è utile per ridurre l’uso di combustibili fossili e dunque aiuta a combattere il cambiamento climatico – dichiara Claudio Celada, Direttore Area Conservazione Natura Lipu – dall’altro comporta un rischio per la biodiversità del pianeta, perché la realizzazione di vaste piantagioni di palma da olio, per esempio, impone la distruzione di grandi aree di foreste vergini che custodiscono un patrimonio di biodiversità e un serbatoio di anidride carbonica di inestimabile valore”.
L’effettiva riduzione dei gas serra dovuta all’uso di biocarburanti rispetto ai carburanti fossili dipende da numerosi fattori quali i metodi di coltivazione e la distanza tra i luoghi di coltivazione e di utilizzazione. E’ necessario quindi adottare degli standard di produzione certificati da enti indipendenti affinché i biocarburanti possano effettivamente contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.

“Auspichiamo dunque – conclude Celada - che la Commissione europea prenda atto delle proprie responsabilità e adotti tutte quelle precauzioni che possano assicurare una produzione sostenibile per l’ambiente in Europa e nel mondo capace di offrire reali garanzie di salvaguardia della biodiversità. E al futuro Governo italiano di adottare un piano energetico nazionale che incentivi le energie rinnovabili e al contempo eviti l’impoverimento delle risorse naturali”.

Mercoledì, 08 Febbraio 2006 10:58

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