Lipu Onlus, natura, uccellie animali selvatici in Italia
Conservazione

Conservazione (22)

Lunedì, 18 Maggio 2020 12:55

Giving our wild neighbours a future

Il progetto “Giving our wild neighbours a future”, per il supporto al Centro recupero fauna selvatica Lipu di Roma, è sostenuto dalla Fondazione Nando ed Elsa Peretti e si svolge nell’arco di due anni a partire dal mese di aprile 2019.

Il progetto affronta le seguenti quattro problematiche generali:

  • Scarsa conoscenza dell’importanza dell’avifauna urbana come indicatore ambientale
  • Insufficienti azioni di conservazione a favore di specie migratrici minacciate
  • Sistema obsoleto di raccolta dati nei Centri recupero
  • Insufficiente consapevolezza dell’opinione pubblica sull’uso di prodotti chimici che, direttamente o indirettamente, causano il ricovero di animali presso il Centro recupero di Roma, come anche le problematiche riportate ai punti 1 e 2.

Le azioni di progetto sono:

Impiego dell’avifauna come indicatore ambientale

Le specie selvatiche urbane possono essere prese in considerazione per quello che possono rivelare sullo stato di salute dell'ambiente in cui vivono e che difficilmente potrebbero essere monitorate all’esterno dei Centri recupero. È quindi opportuno indagare su metalli pesanti (cadmio, cromo, rame, ferro, mercurio, piombo, zinco e metalloidi come l'arsenico e il selenio) accumulati nei tessuti degli animali ricoverati al Centro recupero Lipu di Roma.

Il Centro, situato all'interno di una metropoli come Roma, offre un'opportunità unica ed esclusiva di raccogliere un gran numero di campioni adatti a svolgere questo tipo di ricerca. Ciò sarà utile per raccogliere dati sui livelli di inquinanti, in particolare metalli pesanti, nelle specie urbanizzate che possono fungere da indicatori del livello di inquinamento da metalli pesanti a Roma.

Azioni di conservazione a favore delle specie migratrici

Le migrazioni sono una vera sfida e molti uccelli muoiono ogni anno mentre si spostano tra i luoghi di riproduzione e di svernamento. Con l'aumentare delle sfide per gli uccelli migratori (ad esempio perdita di habitat, collisione con linee elettriche, bracconaggio e avvelenamento) è fondamentale offrire a ogni individuo in difficoltà, ferito, avvelenato o affamato, una seconda possibilità.

La conservazione delle specie migratorie è una sfida complessa e difficile, alla quale la Lipu mira a contribuire combattendo la perdita di habitat, il bracconaggio e la cattiva pianificazione delle linee elettriche e degli impianti eolici e, con questo progetto, anche attraverso le attività del Centro di Roma, garantendo la migliore assistenza agli animali in difficoltà, al fine di consentire al maggior numero possibile di animali di riprendere la migrazione lungo il percorso sia delle rotte intra-paleartiche che di quella eurasiatica.

In tal modo, la Lipu raccoglierà anche i dati necessari per migliorare le conoscenze di base sulle minacce alle specie di uccelli migratori. I dati sulla causa del ricovero di ciascun individuo contribuiranno anche a evidenziare il numero di uccelli uccisi illegalmente.

Sviluppo di un sistema di raccolti dati migliorato

La condivisione di un protocollo di raccolta dati comune per gli animali che vengono ricoverati e di uno strumento gestionale unico migliorerà significativamente la nostra comprensione delle cause di ricovero, della loro distribuzione temporale e geografica e delle loro tendenze. Questo è particolarmente cruciale nella lotta contro il bracconaggio.

Il Piano d'azione nazionale per contrastare l'uccisione illegale di uccelli, promosso dal Ministero dell'Ambiente nel 2017, prevederebbe lo sviluppo di un sistema comune di raccolta dati per monitorare il bracconaggio a livello nazionale. Tuttavia questa azione ancora non è stata avviata. La Lipu, grazie anche al supporto della Fondazione Peretti, ha intrapreso l’elaborazione di una web app che supera di gran lunga in realtà le ipotesi previste dal Piano d’azione nazionale e del presente progetto.

La Lipu coinvolgerà nella creazione di questo strumento anche l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca dell’Ambiente (ISPRA) per lo sviluppo e il collaudo di un nuovo sistema di raccolta dati, che verrà infine auspicabilmente raccomandato dall'ISPRA come standard da utilizzare in tutti i Centri recupero italiani, per la messa a sistema dei dati di centinaia di migliaia di specie selvatiche ricoverate.

Condivisione delle informazioni sull’uso dei prodotti chimici e azioni di sensibilizzazione

Una funzione molto importante del Centro di Roma, oltre alla cura e alla riabilitazione degli animali, è la sensibilizzazione e l'educazione delle persone, specialmente nelle aree urbane. Nell’ambito del progetto le aree di azione sono diverse, ma principalmente l'attenzione si concentra su un uso più consapevole di veleni, colle, insetticidi ed erbicidi.

Molte volte questi prodotti sono visti come comuni prodotti chimici domestici e non sono gestiti in modo appropriato, contribuendo così in modo significativo al rilascio di sostanze tossiche nell'ambiente. Pertanto, oltre a svolgere la loro funzione di controllo dei parassiti, queste sostanze chimiche aumentano l'inquinamento in ambienti urbani già pericolosamente contaminati, provocando indirettamente vittime tra gli animali selvatici e anche intossicazioni alle persone.

Il Centro sta avendo quindi la funzione di punto di informazione e responsabilizzazione del cittadino, dedicato alle problematiche legate alla disinfestazione e ai problemi elencati nelle azioni 1 e 2, e le relative azioni di mitigazione o soluzioni da mettere in atto.

Altre informazioni sono disponibili alla pagina http://www.lipu.it/SOSveleni. Le attività vengono svolte grazie al contributo economico della Fondazione Nando ed Elsa Peretti che, con grande sensibilità e attenzione supporta numerose attività di conservazione della biodiversità e dell’ambiente in tutto il mondo.

Per maggiori dettagli si rimanda al sito della Fondazione www.perettifoundations.org

 
Giovedì, 08 Febbraio 2018 11:22

Uccelli ed emozioni

Nelle poesie più belle, nelle preghiere e nei romanzi d’amore. Fin dall’antichità gli uccelli sono stati scelti dall’uomo come metafore di sentimenti potenti, perché è convinzione diffusa che provino emozioni. Ma è davvero così?

LA NATURA È PREZIOSAIl papavero, la rosa selvatica, la cincia e il codirosso. C'è natura preziosa tutto intorno a noi se sai vederla. Proteggi questa bellezza.

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La scienza non si è ancora espressa in modo univoco sul fatto che gli uccelli possano provare davvero sentimenti, sebbene studi e pubblicazioni anche recenti, come il fortunato Bird Sense di Tim Birkhead, non hanno smesso di interrogarsi su un simile, affascinante quesito. Trovare una risposta definitiva non è semplice. Gli uccelli non comunicano sentimenti esplicitamente e molte loro espressioni possono essere oggetto di interpretazioni ambigue. Inoltre non è del tutto chiaro se molte manifestazioni, che possono sembrarci espressioni emotive, non siano altro che retaggi ancestrali e biologici da riferirsi dunque all’istinto.

Negli uccelli selvatici si possono osservare molti comportamenti che possono sembrare espressione di emozioni e sentimenti simili ai nostri. I complessi e spesso colorati rituali legati al corteggiamento, infatti, ma anche le dinamiche di coppia che portano alla costruzione dei nidi e all’allevamento dei pulcini, fanno intendere che molte specie interagiscono fra di loro in modalità che sfuggono alla semplice necessità di procreazione.

“Amore nel mio cuore fa sempre il suo nido” Ovidio

Condividere il proprio cibo con la compagna desiderata o pulirsi le penne a vicenda sono atteggiamenti che potrebbero evidenziare una sfera emotiva più evoluta rispetto alle semplici tecniche di avvicinamento a scopo riproduttivo.

Fedeltà e dedizione, persino più dell’uomo

Alcune specie, poi, in particolare i rapaci come i barbagianni o i falchi pescatori, si accoppiano per la vita, dimostrando fedeltà e dedizione che spesso superano persino quelle umane. Ma anche in questo caso l’istinto naturale si mescola alle convenienze emotive: avere una coppia stabile e duratura, infatti, permette di controllare territori più estesi e più a lungo; soprattutto consente alla prole un tempo di allevamento più avanzato, accoppiandosi prima avendo già il compagno designato.

Commovente a riguardo è la storia di Nigel (riportata da diversi testate tra cui La Repubblica) un solitario esemplare di sula australiana attirato sull’isola neozelandese di Nara dalle statue dei suoi simili, predisposte per attirare proprio questa specie e ripopolare l’habitat; scelta una compagna statua e costruito accanto a lei un nido, Nigel le è rimasto accanto per ben tre anni, non allontanandosi mai nemmeno all’arrivo di altri esemplari veri. E proprio accanto alla compagna è rimasto fino alla morte.

Paura, rabbia, gioia e canti festosi

Gli uccelli in ogni caso sembrano in grado di dimostrare una gamma molto ampia di emozioni o di comportamenti facilmente assimilabili ad esse: ad esempio, quando hanno paura scappano velocemente o si immobilizzano sul posto, spalancano gli occhi o lanciano versi di allarme e richieste di aiuto. Se invece provano rabbia, molti esemplari gonfiano il piumaggio o emettono versi intimidatori; d’altro canto riescono anche a manifestare gioia o contentezza con canti festosi non finalizzati necessariamente all’accoppiamento oppure, soprattutto nel caso dei corvidi, impegnandosi in attività che ricordano quelle dei piccoli giochi.

LA NATURA È PREZIOSAIl papavero, la rosa selvatica, la cincia e il codirosso. C'è natura preziosa tutto intorno a noi se sai vederla. Proteggi questa bellezza.

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Ma ciò che più avvicina alcuni tipi di uccelli allo spettro emotivo che potrebbero provare gli esseri umani è la loro capacità di manifestare il dolore, la tristezza e il lutto. Si è notato, ad esempio, che molti esemplari vanno alla ricerca dei compagni di stormo o dei loro piccoli che si sono perduti. Inoltre, le reazioni alla perdita di esemplari vicini possono essere molto diverse: in alcuni casi si nota che l’intero gruppo smette di mangiare per alcuni giorni, anche se ciò è motivato più che altro dalla cautela necessaria a individuare l’origine della minaccia; in altri ancora, per superare il lutto, gli uccelli aumentano le relazioni fra di loro, quasi a compensare la perdita, come mostra quest’interessante ricerca dell’Università di Oxford.

La veglia delle gazze

Fra le altre cose, l’etologo Marc Bekoff nel suo La vita emozionale degli animali ha notato un atteggiamento molto particolare nelle gazze che, alla morte improvvisa di un loro simile, si radunano attorno a esso: a turno ognuno degli uccelli gli si avvicina e gli picchietta il corpo con il becco per poi volar via e tornare con un mazzetto d’erba da depositare vicino al cadavere. In altri casi atteggiamenti analoghi si sono osservati in uccelli che rimangono a vegliare i compagni dimostrando una particolare “attenzione”, beccando il corpo o il becco, oppure lisciandogli le penne.

E l’amore?

Empatia, altruismo, consolazione, vanità e riconoscenza: anche queste sono emozioni che in un modo o nell’altro sono state attribuite a diverse specie di uccelli. E poi l’amore, con tutto il fascino che suscitano i corteggiamenti con i colori più vistosi o le movenze più spettacolari o le immagini ancestrali degli uccelli adulti che accudiscono i piccoli nel nido.

“Le ali dell’amore muoiono se imprigionate o ingabbiate, solo libero si può librare senza freni”, scriveva il poeta ottocentesco Thomas Campbell facendo coincidere la situazione romantica ideale con il volo libero degli uccelli. Uccelli ed emozioni. Chissà dunque se anche gli uccelli riescono ad amare, o non siamo noi esseri umani a volerlo immaginare per meglio rispecchiare i nostri sentimenti.

Mercoledì, 25 Novembre 2015 12:52

In diretta dai centri recupero

Ogni giorno è un flusso continuo di pazienti, un via vai intenso e frenetico. Sono tantissimi ma ognuno di loro ha una sua storia, triste e bellissima da raccontare. Alcune di queste riusciamo a documentarle sui social network, ma sono tantissimi gli animali di cui ci occupiamo.

Il fenicottero ferito in pieno centro a Roma, il rarissimo ibis eremita che ha perso la rotta e rischia di morire di fame, il lodaiolo con un'ala spezzata, il riccio che ha bisogno di un posto sicuro per l'inverno, il martin pescatore che ha sbattuto contro un vetro e non riesce più a volare. I nostri centri li ricoverano, li curano e infine li riportano in natura. Succede proprio ora al Centro recupero fauna selvatica di Roma, al Cruma di Livorno, al Centro La Fagiana di Pontevecchio, in provincia di Milano.

 

Purtroppo oggi questi ospedali per animali rischiano la chiusura per mancanza di risorse economiche e disinteresse di molte amministrazioni pubbliche. Ma senza il loro prezioso lavoro chi salverà il pettirosso avvelenato e il rapace ferito? Chi si prenderà cura di loro? Aiuta i Centri recupero Lipu

 

 

 

 

Cuore di mamma... riccio :) #lipu

Durante alcuni lavori di giardinaggio in un'area verde di Ostia, inavvertitamente viene ferita una femmina di RICCIO. Preoccupati per le condizioni dell'animale gli addetti ai lavori lo raccolgono e subito si accorgono che si tratta di una mamma, avendo accanto a sé cinque splendidi piccoli. In breve la famigliola viene consegnata al Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia e, dopo un primo intervento, i volontari Lipu si attivano per affidare gli animali alle cure degli amici del Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu di Roma. Malgrado lo stress provocatole dall'incidente (fortunatamente non grave), la cattura ed il trasporto, mamma riccio continua ad allattare i suoi piccoli... :) (video di A. Polinori)

Posted by Centro Habitat Mediterraneo LIPU Ostia on Martedì 20 ottobre 2015
 

Alla faccia del bracconiere che a gennaio l'ha abbattuta, la nostra poiana ieri e tornata a volare! :-)

Posted by CRFS Lipu Roma on Lunedì 16 novembre 2015
 

Il Fenicottero che aveva sbagliato sdrada è tornato libero!Una decina di giorni fa un fenicottero rosa è atterrato...

Posted by CRFS Lipu Roma on Lunedì 23 novembre 2015
 

Per fortuna inizia il weekend! Buon fine settimana da uno dei nostri ospiti!

Posted by CRFS Lipu Roma on Giovedì 5 novembre 2015
Lunedì, 27 Aprile 2015 16:43

Allarme natura

Ci è rimasto davvero poco tempo. Gli animali, le piante e gli habitat più preziosi corrono un grave pericolo.

Le leggi europee che proteggono la nostra natura stanno per essere modificate. Abbiamo meno di 2 mesi per raccogliere 33.000 firme e fermare tutto questo, prima che sia troppo tardi. Firma ora.

 

Giovedì, 10 Luglio 2014 12:44

Il progetto Cicogna bianca

Le fonti storiche attestano la presenza della cicogna bianca in epoca romana (dal I secolo a.C.) sino al XV secolo. Ma è solo dalla fine degli anni Cinquanta, in Piemonte, che la cicogna bianca è tornata a nidificare in Italia grazie all’opera e all’impegno concreto della Lipu e del Centro Cicogne di Racconigi, in provincia di Cuneo.

I casi successivi di riproduzione sono relativi a Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.

A partire dal 1988, il numero di coppie è progressivamente aumentato, grazie anche a progetti di restocking. Negli anni Novanta si è assistito a un notevole incremento della popolazione italiana di cicogne, soprattutto in Calabria e Sicilia (che oggi conta circa un terzo della popolazione attuale), con un numero di coppie stimato in oltre 200. Attualmente, nidifica spontaneamente o a seguito di reintroduzioni in 10 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Complessivamente la specie gode attualmente di un buono stato di salute e risulta essere in espansione, ed è considerata a basso rischio di estinzione. 

Certamente lo studio e il monitoraggio delle prossime stagioni riproduttive, che vede la Lipu leader con numerosi gruppi locali che monitorano costantemente le cicogne (delegazione di Niscemi, Rende, Salerno, Foggia, Milano, Biella-Vercelli, ecc.), servirà a delineare meglio l’andamento della popolazione in Italia, utilizzando sia misure dirette per la sua conservazione, quali ad esempio installazione di sagome e piattaforme su tralicci per attirare nuovi individui riproduttori, isolando tali tralicci e mettendo in sicurezza i tratti della linea elettrica adiacenti ai nidi, scongiurando infine fenomeni di elettrocuzione ancora frequentemente segnalati in Italia settentrionale. Un’altra forma di tutela è la riduzione del disturbo in prossimità del nido, soprattutto in periodo di cova e nelle ultime settimane prima dell’involo dei giovani. Più in generale, nell’ultimo trentennio la maggiore minaccia è il cambiamento d’uso del suolo che è andato di pari passo con l’intensificazione delle pratiche agricole e l’impoverimento delle aree di alimentazione dal punto di vista della quantità e della qualità di cibo.

Infine, per reperire maggiori informazioni sullo svernamento e sulla migrazione dei giovani, sarà auspicabile nel corso dei prossimi anni, realizzare una campagna di inanellamento a scopo scientifico, che preveda, possibilmente, anche, l’installazione di trasmittenti satellitari su alcuni soggetti.  

Giovedì, 03 Luglio 2014 13:43

Life Tib

Progetto Life10 NAT IT 241 TIB TRANS INSUBRIA Bionet  Connessioni e miglioramento di habitat lungo il corridoio ecologico insubrico Alpi – Valle del Ticino

 

La vita sulla Terra è come una ragnatela estremamente varia di ambienti naturali legati in modo indissolubile. A causa dell’uomo, questa rete si sta in qualche modo lacerando. Ed è proprio su questo tema che il progetto LIFE TIB avanza una proposta: migliorare e salvaguardare il tratto del principale corridoio ecologico che attraversa la Pianura Padana.

Esso si estende, in provincia di Varese, tra il rilievo prealpino del Campo dei Fiori (a nord di Varese) e la Valle del fiume Ticino.  Qui brughiere relitte, pinete e boschi di latifoglie, ricche di specie di rettili e anfibi, zone umide di vario tipo: Palude Brabbia, Lago di Varese, Lago di Biandronno, Lago di Comabbio, rappresentano un complesso di siti molto importanti soprattutto per l’avifauna e la vegetazione palustre e custodiscono specie prioritarie a livello Europeo, tra cui la moretta tabaccata, il pelobate fosco insubrico e la rana di Lataste. Anche il gambero di fiume è presente lungo i torrenti che scendono dal Campo dei Fiori.

Pelobate Fosco foto M.TessaroPelobate Fosco foto M.Tessaro

Questo massiccio montuoso è caratterizzato principalmente dalle faggete e dai prati magri che ospitano importanti popolazioni di libellule, farfalle, cavallette, nonché rare orchidee.  Ma per mantenere un corridoio ecologico efficiente è necessario, in primo luogo, evitare che nuovi manufatti umani ne interrompano la continuità territoriale e, in secondo luogo, rimuovere barriere o strozzature già presenti in grado di compromettere il passaggio di animali o la diffusione di specie vegetali. Per favorire la popolazione di anfibi, verranno realizzati sottopassi stradali e pozze di riproduzione, nonché interventi di riqualificazione di aree umide che comprendono rimozioni sperimentali di piante esotiche invasive, ovvero non tipiche del luogo.

La manutenzione o la creazione ex novo di muretti a secco intende favorire sia gli anfibi che i rettili, creando ambienti di rifugio e caccia particolarmente apprezzati da questi ultimi. Rettili e anfibi beneficeranno anche della realizzazione di sottopassi stradali dimensionati per mammiferi di media taglia e posti lungo i principali luoghi di attraversamento stradale del corridoio ecologico individuato.

La rimozione del Fior di Loto - Foto Marco TessaroLa rimozione del Fior di Loto - Foto Marco TessaroOpere di deframmentazione interessano anche i ponti, dato che in caso di piena rappresentano una strozzatura che impedisce lo spostamento della fauna lungo le sponde dei corsi d’acqua. La mobilità dell’avifauna, oltre che di tutte le azioni di miglioramento ambientale, beneficerà in particolare dell’apposizione di dissuasori sulle linee elettriche sospese, estremamente pericolose per impatti e folgorazioni. Altre azioni, come la rimozione di alberi esotici, la creazione di siti idonei per gli insetti legati al legno morto, attualmente in forte declino (fauna saproxilica), e la piantumazione di salici da capitozzare per favorire l‘Osmoderma eremita, coleottero rarissimo, completano il quadro degli interventi.

Soggetti coinvolti:  Provincia di Varese, beneficiario coordinatore, Regione Lombardia e Lipu, beneficiari associati co-finanziatore Fondazione Cariplo con il contributo dello strumento finanziario LIFE dell’Unione Europea.

Partecipano:  i due Parchi e i 35 Comuni varesini il cui territorio è interessato dai due corridoi ecologici

Tempi: ottobre 2011 – dicembre 2015  Per informazioni: www.lifetib.it

Giovedì, 03 Luglio 2014 13:34

Progetto Life Safe Haven for wild birds

Progetto LIFE11 INF/IT/000253  A safe haven for wild birds: changing attitudes towards illegal killing in North Mediterranean for European biodiversity

 

L’uccisione illegale di uccelli selvatici protetti dalla Direttiva Uccelli e dalle legislazioni nazionali è un fenomeno ancora diffuso in varie regioni europee, dove è spesso considerato poco importante e, in taluni casi, persino accettabile. E’ quanto accade, ad esempio, in alcune aree di Italia, Spagna e Grecia. Ciò è dovuto in gran parte alla mancanza di (sufficiente) consapevolezza del problema nelle autorità pubbliche, nelle comunità locali e tra i cittadini in generale. Inoltre, non sempre, a livello locale, le persone sono consapevoli della normativa vigente e dell'importanza di quella parte cruciale della biodiversità europea costituita dagli uccelli selvatici.

Talvolta, le stesse forze dell'ordine sono poco consapevoli del problema a livello locale oppure non dispongono di tecniche specifiche per affrontare efficacemente la questione L'obiettivo generale del progetto LIFE COM “A safe haven for wild birds” , condotto in collaborazione con la SEO, la HOS e la società di comunicazione JWT, è quello di ridurre l'uccisione illegale di uccelli selvatici protetti in tre Paesi mediterranei dell'Unione Europea in cui questa attività è ancora diffusa: Italia, Grecia e Spagna, rispettivamente nelle aree del Sulcis (Sardegna), delle isole Ioniche e delle province di Aragona, Catalogna e Valencia.

Gli obiettivi specifici del progetto sono: - aumentare la consapevolezza degli stakeholders più importanti lungo le rotte migratorie (comunità locali, autorità locali, cacciatori, grande pubblico) sugli effetti del bracconaggio sulla biodiversità locale ed europea; - cambiare gli atteggiamenti socio-culturali verso il bracconaggio, soprattutto nelle generazioni più giovani, sconfiggendo culturalmente il fenomeno; - migliorare l'applicazione delle leggi attraverso una maggiore consapevolezza e un migliore coordinamento tra e con le forze dell'ordine. Il progetto intende raggiungere questi obiettivi attraverso una campagna di sensibilizzazione di tre anni attraverso azioni di comunicazione (spot radiofonici, annunci stampa, video virale), azioni di coinvolgimento delle forze dell’ordine (workshop nazionali ed internazionali), azioni di coinvolgimento delle popolazioni locali (eventi  e manifestazioni per il pubblico) e azioni di educazione ambientale (coinvolgimento degli studenti delle scuole medie e superiori dei comuni in cui il bracconaggio è maggiormente diffuso).

Soggetti coinvolti:     Lipu – HOS – SEO -  JWT
Tempi: Inizio Progetto: settembre 2012
Fine Progetto: luglio 2015  Per informazioni: www.leavingisliving.org

Venerdì, 27 Giugno 2014 15:51

Il progetto Life Gestire

Progetto LIFE11 NAT/IT/044 Sviluppo di una strategia per la gestione di Rete Natura 2000 nella Regione Lombardia

Natura 2000 è lo strumento più importante per la tutela della biodiversità, racchiudendo in sé habitat, specie vegetali e specie animali protetti dalle due direttive europee ‘Natura’ (la direttiva Uccelli e la direttiva Habitat). Perchè questo strumento sia efficace è necessario adottare un approccio gestionale strategico e a lungo termine.

Il progetto GESTIRE ha l’obiettivo di definire un piano per il ripristino e la gestione dei siti della rete Natura 2000 in Lombardia, impostando un elenco di azioni prioritarie da realizzare nel prossimo decennio e prendendo in considerazione tutte le potenziali fonti di finanziamento a livello europeo, nazionale e regionale. Mediante l’elaborazione di un piano strategico e integrato, il progetto vuole quindi contribuire al ripristino e al mantenimento dei siti, degli habitat e delle specie di uno stato di conservazione soddisfacente.

I due principali risultati attesi del progetto sono un Programma per la gestione della rete Natura 2000 in Lombardia e un Quadro delle Azioni Prioritarie (PAF - Prioritisez Actions Framework).
L’obiettivo del progetto verrà raggiunto anche mediante la:
• Creazione di un gruppo Natura 2000 integrato, compresi membri delle varie direzioni regionali (ad esempio agricoltura, turismo, trasporti, ecc), esperti scientifici, rappresentanti delle parti interessate, ONG;
• Raccolta e studio di tutti i documenti prodotti in Lombardia in relazione alla gestione dei siti Natura 2000;
• Produzione di una stima del valore socioeconomico della rete Natura 2000, prendendo in considerazione tutti i documenti prodotti a livello mondiale, a livello di UE e al livello nazionale;


• Analisi dei posti di lavoro “verdi” connessi con Natura 2000 e identificazione di una proposta per creare nuovi incentivi;
• Produzione di misure di gestione per i siti Natura 2000 che non dispongono di un piano di gestione e misure necessarie per collegare i siti regionali;
• Elaborazione di un piano finanziario per la gestione della rete Natura 2000 in Lombardia tra il 2014 e il 2020;
• Identificazione di linee guida per le azioni di conservazione della rete Natura 2000 da parte dei cittadini e delle imprese;
• Produzione di un documento programmatico per la gestione della rete Natura 2000 in Lombardia;
• Individuazione delle azioni prioritarie e formulazione del PAF regionale;
• Produzione di un piano di monitoraggio scientifico;
• Realizzazione di un piano di comunicazione strategico per il prossimo decennio, che contenga indicazioni per le imprese e i cittadini su come contribuire alla conservazione a lungo termine della rete Natura 2000.
• Ufficio stampa, durante il funzionamento del progetto, a livello regionale, nazionale e comunitario, al fine di informare le amministrazioni competenti e il pubblico in generale del significato delle attività in corso.

Il progetto GESTIRE è stato inserito dalla Commissione Europea come "best practice" tra i progetti ambientali finanziati dal Programma europeo LIFE.
Partner del progetto sono: Regione Lombardia, ERSAF, Fondazione Lombardia per l’Ambiente, CTS, Lipu e Comunità Ambiente. Il progetto è cofinanziato anche dalla Fondazione Cariplo.
Durata del progetto: ottobre 2012-settembre 2015.

Per ulteriori informazioni: www.life-gestire.eu

Venerdì, 27 Giugno 2014 15:40

I progetti Life

Il programma Life è lo strumento di finanziamento dell’Unione Europea per l’ambiente. L’obiettivo del Life è contribuire all’implementazione, l’aggiornamento e lo sviluppo di politiche e normative europee sull’ambiente attraverso il co-finanziamento di progetti pilota o dimostrativi, di valenza europea.

 

Lo strumento Life nacque nel 1992 e da allora ha co-finanziato 3.954 progetti nell’Unione europea, con un contributo  pari a circa 3,1 miliardi di euro per la protezione dell’ambiente.
La Lipu ha in corso quattro progetti Life:
Tib - Connessioni e miglioramento di habitat lungo il corridoio ecologico insubrico, Alpi – Valle del Ticino;
Gestire - Sviluppo di una strategia per la gestione di Rete Natura 2000 nella Regione Lombardia;
Safe Heaven for wild birds – Cambiare gli atteggiamenti verso le uccisioni illegali nel nord del Mediterraneo e per la biodiversità europea;
Natura Leopoldia - Ripristino degli habitat dunali nel paesaggio serricolo del golfo di Gela per la salvaguardia di Leopoldia gussonei.

Martedì, 01 Ottobre 2013 11:09

Il Progetto Berta maggiore

La Berta maggiore è una delle specie di uccelli marini presenti nei mari italiani. Dal 2008 la Lipu svolge studi per identificare le aree più importanti per la sua conservazione.

La Berta maggiore del Mediterraneo (Calonectris diomedea diomedea) è una specie pelagica, tipica del Mediterraneo, che trascorre gran parte della propria vita in mare aperto e torna sulla terraferma solo per nidificare. Questo è il motivo per cui, per lungo tempo, è stato molto difficile studiare la specie e conoscerne l’ecologia e il comportamento.

Di recente, tuttavia, lo sviluppo di nuove tecnologie ha permesso di indagare importanti aspetti di questi animali che un tempo erano difficilmente valutabili.

Dal 2008 la Lipu svolge studi di telemetria della Berta maggiore utilizzando mini GPS-logger, che applicati per un breve periodo sul dorso, permettono di registrare con elevata precisione gli spostamenti effettuati da questi uccelli durante il periodo riproduttivo: dalla colonia di nidificazione in mare aperto e di nuovo il ritorno alla colonia.

Le ricerche sono state condotte sull’isola di Linosa, che ospita una delle più grandi colonie di Berta maggiore del Mediterraneo, nell’Arcipelgo alle Tremiti, nell’Arcipelgo Toscano e nell’Arcipelago de La Maddalena, ottenendo un totale di 154 tracciati, ciascuno dei quali effettuato da un singolo individuo. Grazie a tali studi, è stato possibile individuare le aree maggiormente utilizzate dalle berte maggiori in mare aperto, un’informazione importante per una più efficace conservazione di questa specie.

La Berta maggiore costruisce il nido su isolette al largo, nelle quali nidifica in colonia su coste rocciose, scogliere, falesie, pietraie laviche (Linosa) o anche in anfratti, grotte e spaccature. Depone l'unico uovo tra metà e fine maggio, che viene covato da entrambi i sessi per 51 giorni. L'involo dei piccoli avviene tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. Si nutre di pesci e crostacei. Lo sfruttamento umano delle risorse ittiche costituisce una minaccia per la specie, così come le numerose catture accidentali con reti da pesca (bycatch).

Scheda della specie
Riproduzione deposizione metà/fine maggio (un unico uovo covato da entrambi i sessi per 51 giorni); involo a fine settembre/ottobre.
Nido su isolette al largo, dove nidifica in colonia su coste rocciose, scogliere, falesie, pietraie laviche (Linosa), in anfratti, grotte e spaccature.
Alimentazione si nutre di pesci e crostacei.
Minacce sovrasfruttamento delle risorse ittiche da parte dell’uomo, cattura accidentale con reti da pesca (bycatch)
Curiosità si ipotizza che il canto lamentoso di questi uccelli abbia dato origine al mito delle sirene e del loro canto.

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