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Come fanno gli uccelli ad affrontare il freddo dell'inverno?

Come fanno gli uccelli ad affrontare il freddo dell'inverno?
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Gli uccelli soffrono il freddo e gli eventi climatici avversi, ma ogni specie ha elaborato strategie per far fronte alle avversità. Alcune sono semplici e conosciute, altre sono insolite e davvero inaspettate.

Arriva l'inverno e con lui arrivano anche la pioggia, il gelo, la neve. Ma come fanno gli uccelli ad affrontare la stagione fredda? La scienza ci aiuta a rispondere a queste domande e ci spiega anche come possiamo aiutare gli uccelli a superare l'inverno.

Prima di tutto le piume

I curiosi comportamenti dei migratori in passato hanno dato origini a leggende stravagantiI curiosi comportamenti dei migratori in passato hanno dato origini a leggende stravaganti Il modo più semplice per sopravvivere all'inverno, sembrerà scontato, ma è quello di attrezzarsi con un buon piumaggio. Il pinguino imperatore ad esempio riesce ad affrontare le rigidissime temperature e i blizzards dell'Antartide (dove le temperature possono toccare i -60 gradì) grazie a un piumaggio d'eccezione. Ad aiutarlo però c'è anche il contatto corporeo con gli altri individui della colonia, che gli consente di non disperdere calore.

Un brivido caldo

PettirossoPettirosso Alcuni uccelli, soprattutto durante la notte, rabbrividiscono per aumentare il calore del corpo. Il tremore causato dal brivido di freddo accelera il metabolismo del corpo e genera spontaneamente calore. Purtroppo tremare non è una strategia che funziona a lungo e soprattutto richiede molte calorie che vanno reintegrate attraverso il cibo.

La migrazione

Il regalo idealeUn bel modo per aiutare davvero gli uccelli d'inverno (e tutto l'anno) è regalare l'iscrizione a qualcuno che ami. Inoltre con la Guida al birdwatching questa persona potrà appassionarsi e imparare a riconoscerli.

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Molte altre specie risolvono il problema del freddo migrando verso climi più favorevoli esponendosi a lunghi viaggi, a rischi di vario tipo, a prove fisiche che sfiorano il record. Le oche indiane, ad esempio, sorvolano l'Himalaya a un'altitudine che può raggiungere gli 8mila metri, con temperature di diverse decine di gradi sottozero e con venti fortissimi. C'è poi chi cambia il proprio itinerario di viaggio in base all'andamento della stagione. L'impiego di trasmettitori satellitari ha consentito di seguire la migrazione di alcuni cuculi che, partendo dalla Scozia, intraprendono una migrazione a tappe verso l'Africa. Alcuni di questi individui, dirigendosi verso sud, si fermano dapprima in alcuni boschi dell'Inghilterra. Se le condizioni meteo non sono le migliori per proseguire la migrazione il cuculo se ne torna a casa, in Scozia, attendendo giorni migliori e garantendosi, così, la sopravvivenza.

La strategia dell'igloo

E poi ci sono le specie che non migrano. È questo il caso di alcune specie di galliformi come la pernice bianca, specie che si spinge sopra il limite della vegetazione, e del fagiano di monte, che mettono in atto la strategia "dell'igloo": con temperature piuttosto rigide, si infilano sotto la coltre nevosa, per non disperdere energia. Nella freddissima foresta boreale canadese, una delle poche specie a resistere all'inverno senza migrare è una piccola cincia (Parus atricapillus) che, quando la temperatura cala sotto i meno 30 gradi, cessa di muoversi e alimentarsi, poiché dedicarsi alla ricerca del cibo comporterebbe un consumo di energia superiore a quella generata dalle calorie ingerite. In condizioni di freddo estremo questo piccolo passeriforme si "tuffa" nella neve fresca, creando un intercapedine dove può godere di una temperatura relativamente più elevata.

Come aiutare gli uccelli d'inverno


In Italia scriccioli e cince, merli e pettirossi sono i frequentatori abituali delle città e delle campagne durante l'inverno. Se le basse temperature, la neve o il gelo possono rappresentare per loro un problema. Il modo migliore per aiutarli è installare una mangiatoia in giardino o sul davanzale di casa.

Ce ne sono almeno di tre tipi: quelle "aperte", quelle coperte da un tetto, che tengono lontano alcuni ospiti come i corvidi, le tortore e i piccioni, e infine quelle "a rete", specifiche per cince e picchi muratori. Il menù: fringuelli, verdoni e cardellini preferiscono semi di mais o di girasole. Merli, pettirossi e cince sono ghiottissimi di briciole dolci, senza disdegnare grasso e frutta secca. Se poi preparate un "filo" di arachidi e noce di cocco, non è affatto esclusa la visita di un picchio muratore.

IMPORTANTE: i farinacei non sono da considerarsi l'alimentazione ideale per gli uccelli, ma qualche briciola di panettone o di biscotti può aiutarli ad accumulare energie per superare i giorni più freddi dell'anno. I semi ricchi di grassi "buoni" costituiscono sempre la dieta da preferire.

 

 

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