Lipu Onlus, natura, uccellie animali selvatici in Italia
Gli uccelli migratori sono a grave rischio.
Aiuta la natura e gli animali con il 5 per mille
Il bycatch uccide il mare
Ho trovato un animale ferito: cosa devo fare?

Che cos'è il bracconaggio

Che cos'è il bracconaggio Gigliola Magliocco, coordinatrice di un campo antibracconaggio nel Sulcis (foto: Archivio Lipu)
Etichettato sotto

Bracconaggio è un termine che indica la caccia di frodo, ovvero l’esercizio dell’attività venatoria in violazione della legge vigente.

In Italia, la legge che regolamenta la caccia è principalmente la legge nazionale 157/92, che recepisce la Direttiva comunitaria “Uccelli” e prevede una serie di divieti e obblighi a cui i cacciatori sono tenuti attenersi. La mancata osservanza di tali obblighi comporta una serie di sanzioni penali ed amministrative. Alle regole della legge 157 vanno però anche affiancate, tra le altre, quelle previste dalla legge sulle aree protette (394/91), sulla rete Natura 2000 (Decreto n. 184/2007 del Ministero dell'Ambiente) e le leggi di recepimento regionale.

Ferma questa carneficina. Il bracconaggio in Italia è ancora una realtà preoccupante. Da 50 anni la Lipu si batte per contrastare le azioni crudeli dei bracconieri con interventi concreti come i campi antibracconaggio nel Sulcis (Sardegna) e sullo stretto di Messina. Con una donazione puoi aiutarci a portare avanti i progetti contro la caccia e il bracconaggio

AIUTACI BASTA UNA PICCOLA DONAZIONE

Violare le norme e le regole stabilite da questi riferimenti normativi significa fare bracconaggio, essere un bracconiere. Bracconiere è chi spara a specie protette, chi caccia in tempi o in aree di divieto, chi caccia con modalità e mezzi vietati, chi cattura illegalmente gli uccelli e gli altri animali protetti.

Ancora oggi l’Italia è, purtroppo, terreno di bracconaggio diffuso. Cicogne, gru, rapaci, lupi, tutte specie particolarmente protette, cadono vittima dei bracconieri, dei fucili, delle trappole, dei bocconi avvelenati.

Ma fra le vittime del bracconaggio si contano anche specie che, pur non godendo di particolari regimi di protezione, sono oggetto di episodi di bracconaggio, come ad esempio le centinaia di fringillidi illegalmente commerciati nei mercati abusivi di Napoli e Palermo oppure le centinaia di quaglie e tortore che in primavera, di ritorno dall’Africa verso i luoghi di riproduzione, sono abbattute dai bracconieri nelle isole del basso Tirreno. O ancora i tanti passeriformi catturati e "spiedati" in Sardegna.

I numeri del bracconaggio in Italia

1000: le comunicazioni di reato, nelle Valli bresciane, inviate negli anni dalla Lipu all’autorità giudiziari
900 mila: le trappole e micro tagliole rimosse dalla Lipu nella Valli bresciane
1690: Le reti rimosse dalla Lipu, dal 1986, nelle Valli bresciane
40: i volontari Lipu coinvolti ogni anno nei campi di sorveglianza all'Aquila del Bonelli
500 mila: gli uccelli passeriformi catturati ogni anno nel Basso Sulcis, Sardegna
100 mila: le trappole rimosse dal 2005 in Sardegna
1984: L’anno del primo Campo Lipu sullo Stretto di Messina

Falco di palude in croce (foto: Archivio Lipu)

Da sapere sul bracconaggio in Italia

Lo Stretto di Messina, il Basso Sulcis, le piccole isole tirreniche, le Valli del Bresciano sono solo i luoghi più rilevanti e noti per il fenomeno in Italia, che del resto non manca di verificarsi anche in aree meno note e in forme meno evidenti, ma pur sempre gravi ed esecrabili.
Per non parlare di quella che potremmo definire la “zona grigia”, il terreno al confine tra legalità e illegalità in cui moltissimi cacciatori si muovo abitualmente (capi abbattuti e non segnati sul tesserino, caccia fuori tempo, numeri di abbattimenti superiori al consentito e così via).

Il bracconaggio, ancorché per motivazioni socio-culturali, resiste per ragioni precise. In primo luogo, una notevole carenza di controlli.
La vigilanza, nel nostro Paese, è certamente sottodimensionata rispetto all’entità del fenomeno, non solo in relazione al numero di personale addetto ma anche rispetto alle dotazioni di strumenti e risorse economiche.

Inoltre le pene previste attualmente sono leggere e prevedono quasi tutte l'oblazione, cioè la possibilità di estinguere la pena con il semplice pagamento di una somma di danaro. Le pene sono inoltre riferite all’abbattimento della "specie" e mai anche al singolo esemplare. Per fare un esempio: se venisse abbattuta un’aquila, o venissero abbattute dieci aquile, la pena sarebbe la medesima.

Da decenni la Lipu è impegnata a contrastare il grave fenomeno del bracconaggio: con campi nelle zone più calde, con la vigilanza attuata in loco dai propri volontari, con studi, volontariato, denunce.
Ma abbiamo anche attivato un grande progetto europeo di comunicazione (un Life +), dal titolo “Un rifugio sicuro per gli uccelli selvatici”, che mira a far conoscere il fenomeno in particolare per le aree del basso Sulcis in Sardegna, delle province di Catalogna, Valencia e Aragona in Spagna e delle isole ioniche in Grecia, a suscitare nelle popolazioni un maggiore apprezzamento della natura e dunque un netto rifiuto del bracconaggio e a fare un passo avanti, importante, verso la sconfitta di questa piaga per la natura italiana, europea, internazionale.

Leaving is living”, “Partire è vivere”, è il motto del progetto.
La missione della Lipu contro il bracconaggio è proprio questa: fare in modo che sia davvero così, che il viaggio degli uccelli migratori sia un viaggio di vita, di colori, di meraviglie.

Da oltre 50 anni curiamo gli animali, proteggiamo gli habitat, combattiamo il bracconaggio e parliamo di natura ai ragazzi. Puoi farlo anche tu.

Se non sei ancora socio puoi iscriverti alla Lipu per un anno, farai parte della nostra grande famiglia e riceverai ogni tre mesi un numero di Ali, la nostra rivista!

 

 

Utilizziamo cookie per favorire l'utilizzo del sito e ottimizzarne l'esperienza di navigazione. Continuando la visita del sito l'utente accetta l'utilizzo dei cookie. Maggiori informazioni